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Editoriale: Iran, le 13 donne che sono entrate in politica

da Redazione

Certo, è solo un sassolino nello stagno, ma per una Nazione a stampo teocratico e ancora fortemente maschilista, rappresenta una piccola ma significativa conquista.

 

di Alessandro Carli

 

Proprio a ridosso della festa delle donne, una buona notizia è arrivata dall’Iran. Dopo la recente cancellazione delle sanzioni internazionali a causa del controverso programma nucleare, il Paese ha iniziato anche un “new deal” sociale e umanitario e si è aperto politicamente all’altra metà del cielo.

Durante le elezioni di fine febbraio difatti 13 donne sono state elette al nuovo Parlamento: un dato che se in Europa può valere poco, per la repubblica islamica rappresenta l’avvio, il primo passo verso una nuova era.

Certo, è solo un sassolino nello stagno, ma per una Nazione a stampo teocratico e ancora fortemente maschilista, rappresenta una piccola ma significativa conquista. Un riconoscimento dovuto, che si inserisce nel filone di una nuova “culturizzazione” dell’Iran, dove il 60% degli studenti universitari è di genere femminile, mentre sono il 90% le donne che frequentano un istituto scolastico. A loro, alle 13 donne iraniane e a tutte quelle che compaiono sul numero di questa settimana di San Marino Fixing – la “ragazza-madre” di “4/3/43” di Lucio Dalla, Ida Valli, Patrizia Gallo, Hillary Clinton, Emma Marcegaglia, Simona Michelotti, Elisa Giorgetti, Jessie White Mario, Roberta Barazza, Anita Garibaldi, Bianca Milesi Mojon, Carolina Pepoli Tattini, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Enrichetta di Lorenzo, Giorgina Craufurd Saffi, Giuditta Bellerio Sidoli, Cristina Righi, Patrizia Bollini, Alfonsina Strada, Arianna Serra e Simona Bisacchi Pironi – dedichiamo questo editoriale, ricordando che, come disse la scrittrice britannica Virginia Woolf, “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”.

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