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Asset banca dona all’ISS di una apparecchiatura diagnostica per la sordità neonatale

da Redazione

SAN MARINO – Mercoledì 2 marzo verrà ufficializzata all’ISS l’acquisizione dell’apparecchio per la diagnosi precoce della sordità neonatale, grazie al generoso contributo di Asset Banca, che ne ha sostenuto per intero il costo.

Per la dottoressa Miriam Farinelli, direttore della UOC Ostetrica e Ginecologia dell’Ospedale sammarinese “si tratta di un importante strumento di ostetricia e neonatologia – racconta – serve a identificare su bambini potenzialmente sani eventuali problemi all’udito fin dalla nascita. Se il risultato è positivo i neonatologi procedono con indagini più approfondite”.

Per Ostetrici e Pediatri dell’ISS si tratta di un esame molto importante perché “anche in età così precoce per un bambino è fondamentale sentire, il nostro cervello si nutre anche di suoni. Nel caso poi venga appurata una sordità si mettono in atto delle procedure che possono arrivare all’installazione di apparecchi acustici adatti ai neonati. Finora, prima di accorgersi che un bimbo avesse problemi di udito, potevano passare anche diversi mesi, occorreva cioè che i genitori si accorgessero di comportamenti anomali come una non risposta a suoni forti o al loro richiamo”.

Con l’arrivo dello strumento all’Ospedale di San Marino il 10 febbraio, è iniziata la formazione, dopodiché sarà possibile utilizzarlo su tutti i neonati.

Tutto per dare più tranquillità ai genitori del neo arrivato al termine di una gestazione di 9 mesi.

Un’altra novità positiva per il reparto di Ostetricia è l’attivazione della seconda sala parto, anche questa munita del sistema di partoanalgesia. “In questo modo – racconta ancora la dottoressa Farinelli – saranno possibili i lavori di ristrutturazione della sala parto principale nella quale verrà installata l’ormai famosa vasca per il parto in acqua”.

Se da un lato il reparto “non ha grosse criticità” dall’altra ha un potenziale ancora non sfruttato: l’apertura a partorienti dal circondario. “È il nostro sogno – commenta la responsabile – Noi saremmo in grado di ospitare tranquillamente altri 150/200 parti all’anno ma servono accordi con la regione Emilia Romagna. Grazie a questi ingressi potremmo raggiungere la soglia di 500 parti l’anno che è quella minima indicata dal sistema sanitario italiano per gli standard di sicurezza”.

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