Home FixingFixing “Spazzati via tutti i dubbi. E’ una necessità del sistema”

“Spazzati via tutti i dubbi. E’ una necessità del sistema”

da Redazione

Rappresentatività, ANIS ha incontrato i gruppi politici: “C’è condivisione, si faccia”. “La nuova legge darà al mondo del lavoro e dell’impresa la chiarezza oggi necessaria”.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’Associazione Nazionale Industria San Marino, come annunciato, ha incontrato i gruppi politici di maggioranza e di minoranza per chiedere con decisione che si concluda, nei tempi più brevi possibili, l’iter per l’approvazione della Legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero”. Una nuova legge che, una volta emanata, sancirà finalmente l’efficacia erga omnes di un solo contratto nazionale, quello sottoscritto da chi – da solo o assieme ad altre organizzazioni – è maggiormente rappresentativo di quel determinato settore.

“Come noto”, spiega l’Associazione Industria San Marino, “tale proposta di legge è stata anche oggetto di un’attenta valutazione da parte dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che ne ha confermato la conformità agli standard internazionali, oltre che alle Convenzioni ratificate da San Marino in materia. Questa validazione”, ha ribadito la delegazione ANIS presente agli incontri, “spazza via ogni dubbio sulla legittimità della proposta, facendo cadere qualsiasi motivo ostativo per l’approdo in seconda lettura del testo proposto”. “I rappresentanti di maggioranza e di opposizione”, ha quindi spiegato l’Associazione Industria, “sulla base anche del documento dell’ILO, hanno condiviso con ANIS la necessità di fare definitiva chiarezza in materia di contratti di lavoro, ritenendola dunque una priorità per il sistema Paese, sia per quanti già lavorano e operano in territorio, sia per i possibili investitori che stanno valutando di farlo. Una volta chiariti i dubbi e le interpretazioni distorte”, i vertici dell’Associazione e i rappresentanti di alcune delle più importanti imprese del settore di San Marino, presenti agli incontri, hanno sollecitato i gruppi politici ad “accelerare l’iter legislativo affinché in tempi brevissimi San Marino si doti di una legislazione chiara e basata sul principio democratico della maggiore rappresentatività”.

Allo stesso modo, cogliendo l’occasione del “costruttivo confronto” con i gruppi politici sammarinesi, ANIS ha ribadito “quanto siano importanti anche altre riforme e interventi legislativi attualmente in discussione”, tra le quali hanno ricordato il mercato del lavoro, l’introduzione del sistema IVA, la riforma della Camera di Commercio, gli auspicati progetti per il rilancio dell’edilizia, l’equilibrio del sistema previdenziale di Primo e Secondo pilastro (è in fase di elaborazione una nuova riforma delle pensioni, da presentare entro l’autunno), revisione della Legge su residenze e permessi di soggiorno, spending review (che deve porsi l’obiettivo della riduzione della spesa corrente, unica voce del Bilancio dello Stato ormai perennemente in crescita) e un marcato snellimento della burocrazia. “Concluso l’iter per la legge sulla rappresentatività”, ha ricordato ANIS ai gruppi politici di maggioranze e minoranza durante gli incontri, “è quindi fondamentale dettare una tempistica certa e per quanto possibile breve, per approvare tutti gli altri provvedimenti necessari al Paese e alle imprese manifatturiere, che oggi”, ribadisce ANIS, “per la maggior parte garantiscono l’occupazione a San Marino”.

 

L’ATTACCO DELLA CSU A OSLA E USL

“L’arroganza di chi ha torto”, così la Federazione Lavoratori Industria CSU commenta le recenti dichiarazioni dell’OSLA in merito al tema della rappresentatività e, soprattutto sul report dell’ILO, che, ribadiscono i sindacati confederati, è stato sollecitato proprio da OSLA e USL. “Il recente botta e risposta tra ANIS ed OSLA su contratti e rappresentatività”, spiegano dalla CSU, “mette in luce il tentativo di mascherare i propri torti nel più classico dei modi: rigirando la frittata. E’ il caso di OSLA, che tenta di ribaltare a proprio favore il giudizio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) sulla Legge di rappresentatività in discussione in Consiglio. L’OIL non sposa, ovviamente, il modello erga omnes o il suo contrario, essendo pertinenza degli attori a livello nazionale decidere il merito, ma afferma in maniera chiarissima che il modello sammarinese, rafforzato e teso alla stipula di un solo contratto nazionale, si basa su principi legittimi. Non solo: l’agenzia dell’Onu per il lavoro esprime tra le righe compiacimento per l’originalità di tale modello, il migliore possibile per un piccolo Stato. Tutto il contrario di quanto sostenuto dall’OSLA”, attaccano ora dalla CSU, “che voleva far naufragare il progetto di legge sulla rappresentatività. in quanto lesivo, a dire suo e di USL, del diritto alla libera associazione sindacale”. “Giusto e legittimo, quindi, che le imprese contino solo se hanno dipendenti (con buona pace di OSLA) ed è giusto che i lavoratori iscritti siano identificati attraverso il pagamento di una quota associativa, e che vi sia un incremento del numero necessario per il riconoscimento giuridico (con buona pace di USL).

Giusto e legittimo, inoltre, che solo i contratti firmati da chi rappresenta il maggior numero di lavoratori, sia da parte sindacale che datoriale, e che siano approvati dai dipendenti attraverso il referendum che da anni la FLI-CSU celebra a ogni tornata contrattuale, abbiano validità erga omnes (con buona pace di entrambi)”.

Di qui la stoccata finale: “Nonostante abbiano avuto torto su tutta la linea, tali associazioni firmano ugualmente un altro contratto industria, confidando che “l’effetto rissa” porti il Consiglio a non adottare il provvedimento. O magari ribadendo che il modello preferito è quello dei contratti aziendali e non nazionali, dimenticando che tutti i gruppi consiliari, seppure con sfumature diverse, si sono già espressi per quest’ultima ipotesi. Ma l’arroganza di OSLA non è nuova, così a differenza di tutte le altre associazioni di categoria, che sottoscrivono solo i Contratti di loro pertinenza, pretende di dire l’ultima parola su tutti gli accordi. Arroganza derivante dal potere di veto, implicitamente consentito dall’attuale ordinamento anche a chi rappresenta poco più che se stesso”, ribadisce la CSU ricordando il vero punto di discussione. “Poiché CSU, ANIS ed UNAS non hanno più accettato un simile atteggiamento, oggi OSLA (con la complicità dell’USL) tenta di spezzare in due i Contratti Industria ed Artigianato, per tentare di destrutturare il sistema erga omnes, inventandosi il premio di risultato da condividere a livello aziendale. Premio di risultato che”, svelano dalla CSU, “però non si aggiunge agli aumenti contrattuali, ma bensì li sostituisce. Non c’è che dire: una gran bella fregatura per i lavoratori”.

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