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Consiglio Grande e Generale: un minuto di silenzio per Umberto Eco

da Redazione

L’intellettuale era un “illustre amico” della Repubblica di San Marino. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Il Consiglio Grande e Generale si apre nel pomeriggio, dedicando un minuto di silenzio ad Umberto Eco, “illustre amico” della Repubblica di San Marino, scomparso il 19 febbraio scorso.

I lavori quindi riprendono con l’esame del comma n.6 delle Istanze d’Arengo: delle ultime quattro rimaste all’ordine del giorno ne vengono accolte due, n. 9. “per il riconoscimento del valore economico e sociale del lavoro domestico”, ottiene 30 voti favorevoli e 6 contrari; la n.12 “Perché venga messo in sicurezza l’attraversamento pedonale di Via Napoleone Bonaparte con Via Ca’ Caccio a San Marino Città” viene approvata all’unanimità. Infine, mentre l’istanza n. 6 “Per la creazione di un franchising di prodotti tipici sammarinesi che segua alla chiusura del padiglione Expo Milano 2015” è respinta, viene però accolto un Odg presentato dalla maggioranza per impegnare il Congresso “a proseguire il lavoro intrapreso- con Expo 2015- individuando strumenti di potenziamento, marketing e commercializzazione”.

Si apre così il comma 10, Votazione degli ordini del giorno, con la presentazione, da parte del capogruppo del Psd, Gerardo Giovagnoli, di un Odg sottoscritto da tutti i gruppi consiliari e i consiglieri indipendenti che rende omaggio alla figura di Umberto Eco. “Il Consiglio Grande e Generale, in occasione della scomparsa- recita il testo- intende ricordarne la figura e da altresì mandato al Congresso di Stato di attuare le iniziative più opportune per commemorare l’opera e il legame con la Repubblica di San Marino e la sua Università”. L’Odg viene approvato all’unanimità.

L’Aula passa quindi ad affrontare gli Odg presentati nelle sessioni precedenti dal movimento civico Rete: i cinque Odg che compongono il pacchetto “anti-corruzione” sono respinti, mentre l’ultimo Odg, visto l’impegno preso dal segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi- di tenere un dibattito consiliare sul mercato del lavoro in Aprile- viene respinto.

Conclusi tutti i punti previsti all’ordine del giorno, si chiude così la sessione consiliare di Febbraio con una giornata di anticipo.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio di lunedì 22 febbraio.

 

Comma 6. ISTANZE D’ARENGO

 

Istanza n. 9. Per il riconoscimento del valore economico e sociale del lavoro domestico/ Accolta con 30 voti favorevoli e 6 contrari

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “E’ un’istanza che ha come obiettivo il riconoscimento valore economico e sociale del lavoro domestico. Come congresso facciamo fatica ad inquadrarla come intervento specifico, la formulazione del testo è importante e presuppone un approccio sistemico e generale della materia. Come congresso di Stato non abbiamo scelto un orientamento preciso, ma c’è l’impegno a dare attenzione a questo tema il più possibile. L’istanza sottintende il valore della famiglia in un contesto che svalorizza l’apporto dei componenti: come tradurre onestamente questa con un intervento legislativo e assumere così un impegno preciso lo troviamo un po’ complesso. Lasciamo perciò all’Aula la riflessione e vediamo come tirare le somme”.

Elena Tonnini, Rete: “E’ un tema assolutamente attuale e importante. Il mondo del lavoro sta cambiamento e questo cambiamento va riconosciuto. Il lavoro domestico è un lavoro di cura e accudimento di bambini e anziani ed è a pieno titolo un lavoro fondamentale che il sistema attuale non considera lavoro retribuito. E’ di fatto lavoro non pagato ma con un ruolo fondamentale nella società. Ma il ragionamento va allargato poiché siamo di fronte alla crisi del lavoro stesso, sempre più precario, alla disoccupazione che non è più un fenomeno marginale ma strutturale. Occorre rivedere la base del concetto del lavoro e trovare nuovi meccanismi di misurazione, meccanismi di rottura rispetto a un concetto che va ad esaurirsi. Colgo quindi in favore l’apertura del segretario di Stato, per iniziare finalmente a considerare uno strumento importante come il reddito di cittadinanza che darebbe la possibilità di retribuire questo lavoro domestico oggi non retribuito ma affronterebbe anche tutta una serie di questioni irrisolte. E’ una proposta che come movimento facciamo all’Aula, per dare approvazione all’istanza, rivedendo le basi del nostro sistema lavorativo”

Maria Luisa Betti, Ns: “Ringrazio chi ha sollevato delle riflessioni su questa tematica e sollecitandoci a valutare interventi a tutela di chi svolge nel proprio quotidiano un’attività nell’ambito familiare. E’ giusto che venga riconosciuto ciò a cui non sempre si dà il giusto riconoscimento, chi è impegnato in ambito domestico forse lavora anche di più di chi all’interno della famiglia porta reddito. Non condivido invece la proposta di inquadrare questa attività nel reddito di cittadinanza. La nostra è una posizione di condivisione dell’istanza ma sono da valutare interventi da attuare per la sua genericità”.

Andrea Zafferani, C10: “L’istanza ha carattere abbastanza generico da potere prestarsi a forme di soluzione che possono essere molto diverse tra loro. Il segretario ha sospeso il giudizio, anche noi diamo orientamento favorevole all’istanza per le finalità che si pone. Crediamo però sia necessario stendere una normativa più organica, senza procedere sulla base di istanze non ben coordinate. Sul lavoro domestico c’è un’effettiva realtà di persone che si dedicano all’assistenza di anziani e bambini che non viene riconosciuta, spesso queste persone sono costrette a licenziarsi dal proprio lavoro. In sintesi, in termini di principio siamo d’accordo, ma l’istanza per essere attuata necessita di normative organiche complete su cui diamo massima disponibilità al confronto”.

Tony Margiotta, Su: “E’ necessario riconsiderare l’importanza del lavoro domestico, soprattutto per l’impresa familiare. Voteremo l’istanza perché, pur essendo generica, crediamo che un ragionamento di questo tipo possa essere fatto anche al nostro interno per regolamentare quei lavori e ruoli che al momento non sono regolamentati e si deve ricorrere a contratti che fanno parte di altre categorie. Invito, oltre alla possibilità di riconsiderare il lavoro domestico, anche di iniziare il discorso anche con le organizzazione che rappresentano i lavoratori per andare a regolamentare tutte quelle situazioni al momento non chiare. Ribadisco la nostra posizione in maniera favorevole all’istanza”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “C’è una genericità nell’istanza che non permette di focalizzare le tematiche o gli elementi su cui poter intervenire a livello legislativo. Lo spirito dell’istanza sicuramente mira ad un maggiore sostegno alla realtà familiare, riconoscendo l’apporto che chi nella famiglia contribuisce al suo bene. E’ chiaro che non si possa essere contrari, perché tocca uno di quegli aspetti su cui il nostro partito è profondamente sensibile. Si può pensare ad esempio ad un intervento per la maternità, ma ci sono più ipotesi su cui si può ragionare di intervenire. Anche io come Berti non sono d’accordo sulla questione di reddito di cittadinanza perché non rientro in questa richiesta e non mi pare la soluzione migliore. Anche da parte nostra l’istanza di per sé nello spirito è accoglibile, ma credo dovremo dare mandato al governo per fare una valutazione su quali aspetti siano da implementare per dare sostanza, anche con interventi di legge, a questa istanza. Nessuna contrarietà a ricevere l’istanza”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato per la Sanità: “La genericità dell’istanza ci deve porre di fronte ad essa con serietà, consiglierei l’aula di esprimersi favorevolmente con l’impegno di non pensare ad un intervento specifico, ma di creare in commissione Sanità una serie di percorsi di approfondimento su una serie di tematiche e interventi che nell’ordinamento ci sono e possono essere modificate. L’importanza del tema mi pare faccia sì che l’Aula sia favorevole, ma serve anche un’impostazione seria per impegnarsi in approfondimenti”.

 

Istanza n. 13 perché sia riorganizzato il Servizio Farmaceutico/ Respinta

 

Francesco Mussoni, segeretario di Stato: “Il governo ritiene che le farmacie debbano essere pubbliche nel Paese e sgombro così il campo da dubbi. Riteniamo così di dover respingere l’istanza. I motivi sono tanti: la nostra è una sanità di Stato e abbiamo la possibilità di rivolgerci direttamente a ditte farmaceutiche per l’acquisto dei farmaci. Le farmacie producono inoltre reddito elevato e andremo a ridurre l’utile dello Stato mettendo in concorrenza realtà pubbliche e private. C’è poi il tema della farmaco-vigilanza, ci sono tutta una serie di aspetti che in questi mesi non hanno portato ad un orientamento diverso sul fatto che le farmacie siano pubbliche. E’ vero che questo porta dei limiti, abbiamo dei farmacisti disoccupati, ma ci troviamo a ragionare di costi e spending review. Noi riteniamo che il valore sia quello di mantenere la struttura pubblica, cerchiamo di creare magari un sistema di distribuzione di farmaci più ampia, riteniamo che al momento l’istanza sia da respingere”.

Tony Margiotta, Su: “Sposo in pieno il principio che le farmacie devono rimanere in mano pubblica per noi istanza avrà voto negativo. Istaza evidenzia un dato però, riferisce sia che in Europa e in Italia c’è una farmacia ogni 3.340 abitanti, nel nostro territorio una ogni 5.400. E’ un dato da tenere in considerazione per dare un servizio in più anche perché nel’ultimo periodo son ostte segnalate file anche importanti nelle farmacie. Ribadisco però che istanza per noi avrò voto negativo”.

Elena Tonnini, Rete: “Anche il nostro movimento condivide che le farmacie debbano restare pubbliche. E’ evidente che anche sul settore dei farmaci esteri- abbiamo visto dai bilanci- risulta un aumento esponenziale di introiti derivanti da farmaci difficili da reperire in Italia e può essere un valore aggiunto che San Marino ha. Diversamente, se si andasse verso la privatizzazione diminuirebbero gli utili per lo Stato. No all’istanza in attesa di sapere che cosa comporta il progetto riorganizzazione accennato dal segretario”.

Marco Podeschi, Upr: “Il nostro gruppo voterà contrario all’istanza. Segnaliamo però al segretario, visto che l’Iss fa farmacia internazionale, se fa dare un’occhio alla Direzione Iss al sito relativo, dove non si fa bella figura, ci sono informazioni un po’ stravaganti. Le segnalo questo in modo costruttivo”.

Milena Gasperoni, Psd: “Per apprezzare quello che il segretario Mussoni ha appena detto in riferimento alla possibilità o meno di privatizzare le farmacia. Le farmacie sono cespite importanti per il bilancio dell’Iss, sappiamo benissimo che c’è la possibilità di usare i farmaci direttamente e utilizzare risparmi che un privato non può fare. Sono d’accordo con la posizione del governo”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Il dibattito è stato unanime su questo tema, anche noi voteremo no all’istanza. La maggioranza è stata accusata di voler privatizzare sanità, ma l’orientamento sull’istanza va in linea con la volontà reale di mantenere un servizio pubblico che genera utili e dà occupazione a risorse qualificate sammarinesi. Dobbiamo però domandarci come arrivare a potenziare questo settore che genera risorse che non provengono solo dal mercato interno, abbiamo infatti richiesta da parte di italiani. Alcune aree del territorio non hanno a disposizione la vendita farmaceutica, penso a Chiesanuova e Fiorentino, lì bisogna trovare soluzione. Altra proposta è poter aprire distributore automatici di farmaci generici nei Castelli periferici. Siamo contrari a questa istanza”.

Francesco Mussoni, segretario di Stato: “Vorrei sottolineare come l’Aula con chiarezza abbia confermato il carattere pubblico del settore farmaceutico. Mi pare sia conferito un mandato forte per potenziare il più possibile la rete di distribuzione pubblica per un settore che dà sempre più introiti. Ogni idea può essere utile. Richiederò la formulazione di un progetto coerente.

Roberto Ciavatta Rete: “In questo caso riconosciamo al segretario la non volontà di privatizzare, ma riteniamo che in altri settori sanitari questa volontà ci sia. Non credo ci sia necessità di aumentare l’apertura di nuove farmacie, ognuno di noi quotidianamente si sposta, non è un problema fare 5 km per andare a prendere farmaco”.

 

Istanza 12 – Perché venga messo in sicurezza l’attraversamento pedonale di Via Napoleone Bonaparte con Via Ca’ Caccio a San Marino Città/ Approvata all’unanimità

 

Antonella Mularoni, Segreteria di Stato al Territorio: “La Giunta di Castello ha espresso parere favorevole. Si augura interventi idonei a interventi per la sicurezza. Abbiamo interpellato anche il gruppo sicurezza e gli uffici competenti. L’ufficio progettazione ha dato la sua disponibilità. Il parere del governo è di accogliere l’istanza”.

Michele Muratori, Psd: “Esprimo il voto favorevole del mio gruppo. Quando si parla di sicurezza gli interventi non sono mai abbastanza. E’ doveroso porre attenzione per una soluzione efficace. Il discorso è ben più ampio quando si parla di sicurezza stradale. Non dobbiamo dimenticarci che queste strade trafficate vicino alle scuole sono pericolose”.

Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “Siamo favorevoli. Servono studi per mettere in sicurezza la strada. Ci sono bambini, che sono imprevedibile, è bene intervenire. Non sono favorevole ai dossi per ridurre la velocità. Per me sono pericolosi. Si può perdere il controllo e ammazzare qualcuno. Il dosso è una soluzione tampone mai positiva. Chiedo vengano studiati degli strumenti di scavalcamento della strada”.

Matteo Zeppa, Rete: “Il nostro movimento è favorevole. Si tratta di ratificare quanto detto dal segretario ed esplicitato dalla giunta. Quella è una delle vie più frequentate da chi abita in Città”.

Stefano Canti, Pdcs: “Esprimo il parere favorevole del mio gruppo. Questa strada per il castello di Città è particolarmente frequentata, oltre alle scuole ci sono altri servizi e attività. Riteniamo doveroso mettere debitamente in sicurezza l’attraversamento pedonale”.

Antonella Mularoni, Segreteria di Stato al Territorio: “Mi felicito del raggiungimento”.

 

Istanza n. 6 – Per la creazione di un franchising di prodotti tipici sammarinesi che segua alla chiusura del padiglione Expo Milano 2015/ Respinta con 7 favorevoli, 29 contrari, 1 astenuto, Approvato invece l’Odg presentato dalla maggioranza

 

Marco Arzilli, Segretario di Stato all’Industria: “I firmatari hanno collaborato con il commissario dell’Expo. Questo progetto è molto ambizioso e interessante, quanto variegato. San Marino su certe cose ha già fatto e ottenuto dei lavori. Sul food ha lavorato dal 2011 per fare in modo che le aziende comincino a certificarsi. Serve per vendere all’estero. Fra poco c’è la fiera di Cibus, nella quale con le nostre aziende parteciperemo. Un percorso è stato fatto. Le istanze devono valorizzare l’interesse pubblico. Questo è più un progetto che porto all’attenzione delle segreterie di Stato. Gli istanti hanno posto un tema: cosa sarà dopo Expo? Cosa si farà per promuovere San Marino? Su questo le segreterie competenti si stanno muovendo. C’è necessità di unico marco di identificazione per il made in San Marino. Ci sono già diverse proposte. L’istanza non è accoglibile. Fa piacere vedere che i giovani danno idee su come promuovere San Marino. Sono convinto che una maggiore integrazione di un progetto di comunicazione possa essere interessante, occorre valutare i costi e gli impegni del Paese in maniera approfondita”.

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato al Turismo: “L’esposizione universale è una delle pagine positive che il Paese ha saputo condurre nel 2015. E’ stato un momento di recuperata credibilità sul panorama internazionale. Il mondo oggi è particolarmente attento all’enogastronomia. Il rischio era alto, ma il nostro Paese, con il team costituito, è stato rappresentato molto bene. Lo dico con un po’ di orgoglio. Gli istanti chiedono di realizzare quella che è stata forse la mancanza del progetto Expo. Il famoso temporary store. Un ponte fisico, reale, tra il sito di Expo e il nostro Paese. Non ci siamo riusciti. Il budget investito ha fatto la differenza. Credo si debba cogliere in maniera assoluta il principio. Gli istanti hanno introdotto un concetto di temporary store complesso. Non è possibile pensare di adottare un’istanza che prevede una esecuzione in termini di tempo di soli sei mesi. Non pongo un veto all’istanza. Ma rilancio un ordine del giorno per rilanciare questa attività positiva”.

Tony Margiotta, Sinistra Unita: “Si va a mettere sotto i riflettori dell’Aula un evento che ha portato molta visibilità al nostro Paese e ai suoi prodotti. Concluso l’Expo i riflettori si erano spenti. Gli istanti fanno proposte importanti, per un marketing strategico ben individuato, l’apertura di spazi temporanei o angoli in alcune strutture mondiali strategiche. L’istanza è da accettare come principio. Il nostro gruppo non può votare favorevolmente, c’è una specifica sul ruolo degli istanti, non ci si può porre come operativi. Deve riguardare il bene comune. L’immagine del Paese in passato è stata infangata. Visto il successo dell’Expo in termini di visibilità per il Paese, credo che sia importante trovare, attraverso dei bandi, il metodo per incentivare queste proposte. Vedo l’ordine del giorno del governo. La direzione dell’odg va verso quanto ho appena esposto. Dobbiamo sfruttare l’onda che Expo ha fatto partire”.

Massimo Cenci, Noi Sammarinesi: “Si parla nell’incipit di un progetto poco dispendioso, ma poi si propone di aprire negozi nelle principali capitali europee, con personale formato da giovani sammarinesi. La promozione va fatta a prescindere dall’Expo. Approfittiamo della situazione per continuare in questo percorso. Non posso non leggere che i promotori si propongono come gestori della fase logistica e organizzativa. Questo non incontra il mio gusto. Giusto ragionare sul miglioramento del nostro marketing. Ma va fatto in modo complessivo, con piani più densi di questo. Sono favorevole al percorso di potenziamento dei marchi e dei prodotti, ma non in questa direzione”.

Grazia Zafferani, Rete: “Riteniamo che senza un piano economico affiancato al progetto sia come firmare un assegno in bianco per lo Stato. Santarcangelo ha intrapreso la strada giusta, noi dovremmo prenderne esempio. L’ordine del giorno del governo è scontato. Ciò che viene previsto è compito della Camera di Commercio, è il suo lavoro. Occorre rafforzare i nostri prodotti tipici, e le nostre tradizioni”.

Mimma Zavoli, Civico 10: “A me l’istanza è piaciuta moltissimo. Qui vediamo un quadro che il governo non ci ha mostrato. Non sappiamo i dati, nemmeno quelle che dovevano essere le ricadute positive sul nostro tessuto sociale. Non conosciamo la spesa globale. Ciò non aiuta a costruire il quadro compiuto che dovrebbe nascere dopo una partecipazione che tanto ci ha impegnato in termini di persone e risorse finanziarie. Nel 2013 si parlava di una ricaduta positiva a livello di turisti. Era una grande opportunità. Tutti ci abbiamo scommesso. Ma il dato non lo conosciamo. Voterò favorevolmente. Questi impulsi non devo essere lasciati cadere nel vuoto”.

Stefano Canti, Pdcs: “Alcuni aspetti sono condivisibili, altri no. L’istanza dà la possibilità di promuovere la nostra storia, i nostri prodotti, nel mondo. La parte non condivisibile riguarda gli istanti, che si sono inseriti in prima persona per promuovere l’iniziativa. Leggo l’ordine del giorno predisposto dalla maggioranza. Chiedo di respingere l’istanza e approvare l’odg. ‘Il Consiglio, vista l’istanza, considerato che l’evento Expo ha permesso di promuovere i prodotti di San Marino, valorizzando il patrimonio di San Marino, il governo è impegnato con le imprese della filiera agroalimentare a promuovere il settore, il Congresso è impegnato a proseguire il lavoro intrapreso individuando strumenti di potenziamento, marketing e commercializzazione'”.

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato al Turismo: “Agli istanti mandiamo un messaggio: no all’istanza nei tempi e nelle modalità che impone, sì a un tavolo di trattativa aperto con loro e chi si vuole impegnare. Dico a Mimma Zavoli: stiamo completando la relazione finale, entro aprile di quest’anno, che verrà consegnata a tutte le parti del Paese. Dice che non conosciamo le ricadute dell’Expo. Quindi le anticipo. Il numero di relazioni costruite con autorità sono innumerevoli. Accordi sottoscritti: Lombardia, Slovenia, Italia, altri a carattere regionale. Visitatori: più del doppio di quelli preventivati nella legge di bilancio 2012. Più di 525.000 visitatori entrati nel padiglione. Incassi: tre volte quanto preventivato dal dicembre 2012. Più 12,9% di visitatori rispetto all’anno precedente, anche grazie all’Expo, in dicembre a San Marino”.

Mimma Zavoli, Civico 10: “Lonfernini ha dato una serie di numeri. Non ci sarebbe dispiaciuto sentirli nel riferimento all’istanza. Lo ha fatto perché si è sentito sollecitato. Sarebbe stato sensato che l’avesse fatto in risposta all’istanza. A noi fa piacere siete organizzati e state lavorando. Siete lì per lavorare per il Paese, così come lo siamo tutti noi”.

Massimo Cenci, Noi Sammarinesi: “Annuncio il voto favorevole di Noi Sammarinesi all’ordine del giorno”.

Votazione istanza: 7 favorevoli, 29 contrari, 1 astenuto

Odg presentato da maggioranza approvato a maggioranza.

 

Comma 10. Votazione Ordini del giorno

 

Gerardo Giovagnoli, Psd: “E’ stato presentato da tutti i gruppi consiliari e da alcuni indipendenti un Odg teso a commemorare, con iniziative da concordare nel congresso di Stato, la figura del professore Umberto Eco, le ragioni sono evidenti a tutti, nell’interazione avuta con la Repubblica e come riconoscimento che la stessa Repubblica ha avuto per il lavoro prodotto a San Marino. Nell’occasione della scomparsa credo sia un impegno che può accomunare tutto il Consiglio quello di ricordare e celebrare una figura che viene legata in queste ore anche a San Marino dalle testate di tutto il mondo. ‘Il professor Umberto Eco, intellettuale e studioso di spessore internazionale, ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura mondiale e in quella sammarinese. L’impegno per la nascita e l’affermazione dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, il ruolo cruciale nello sviluppo degli studi semiotici e cognitivi in territorio, il contributo capitale alla valorizzazione del patrimonio librario e documentale, sono un’eredità perpetua che l’opera del professor Eco ha donato alla Repubblica. Un’opera di grande significato, un segno forte, che ha permesso al nostro Stato e alla sua Università un riconoscimento internazionale prestigioso e d’eccellenza, sia per la qualità e l’innovatività dello studio sia, evidentemente, per la caratura pressoché unica della produzione intellettuale e letteraria del professor Eco. Il Consiglio Grande e Generale, in occasione della scomparsa, intende ricordarne la figura e da altresì mandato al Congresso di Stato di attuare le iniziative più opportune per commemorare l’opera e il legame con la Repubblica di San Marino e la sua Università”.

a) Ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. che impegna il Congresso di Stato alla predisposizione di un progetto di legge che preveda la decorrenza dei termini di prescrizione dei reati dalla data della relativa notizia di reato / Respinto con 30 voti contrari e 12 a favore.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ci sono tanti Stati in Europa che applicano prescrizioni in tempi diversi o non la applicano. A San Marino abbiamo reati veramente odiosi per l’impatto sociale prescritti in tempi veramente ridotti. Se negli annni ’90 ho preso una tangente, e le magistratura lo scopre oggi, quel reato va prescritto e non posso essere perseguito perché risultano prescritti i termini per portare avanti il processo. In Gran Bretagna non esiste l’istituto della prescrizione, ma ci sono dei limiti temporali per l’istruzione dei processi. Nel momento in cui il reato perseguito è particolarmente odioso o vi sono prove evidenti, il processo inoltre non si interrompe per i termini di prescrizione. Idem in America, il reato può essere sempre perseguito, in Germania per i reati commessi dai parlamentari la prescrizione non esiste e viene conteggiata dal momento in cui, come chiediamo noi, inizia il processo, solo specificamente per i parlamentari. Nel pacchetto noi non chiediamo di introdurre a San Marino qualcosa che non si è mai sperimentato ma di introdurre unanormativa sulla prescrizione che i Paesi più avanzati hanno già applicato. Altrimenti quest’Aula sta dicendo ‘cari cittadini commettete reati, tanto poi nessuno ve la farà pagare’. Io non vorrei più vedere nel mio Paese che persone evidentemente colpevoli o che hanno già avuto condanne in primo grado, come nel caso Smi, vadano in prescrizione e risultino innocenti, è inaccettabile”.

Gian Matteo zeppa, Rete: “Dispiace arrivare a questo punto con un’Aula vuota e senza segretari. Il problema è riuscire a fare qualcosa per il Paese. Siamo arrivati ad un punto in cui bisogna guardarsi negli occhi e riuscire a fare qualcosa e non perché lo propone Rete. La questione della prescrizione è qualcosa di orrendo, reati che hanno depredato l’intera comunità sammarinese e il buon nome della Repubblica non hanno assolutamente pene. Continueremo così a parlarci sopra e scandalizzarci”.

Augusto Michelotti, Su: “Per sostenere in pieno l’Odg, la prescrizione la reputo un sistema salva-furbetti che in un sistema di diritto non dovrebbe esistere o cmq dovrebbe essere applicata dal momento che si scopre il reato oppure per certi reati, come l’omicidio, non deve esserci”.

Andrea Zafferani, C10: “La questione della prescrizione è qualcosa di particolarmente odioso per tutti i cittadini onesti che vedono dei potenziali reati non accertati. I difensori della prescrizione tirano in ballo questioni giuridiche e rischi per eventuali abusi. Il presentatore Roberto Ciavatta ha fatto esempi che ho ascoltato con interesse di quello che fanno altri Paesi, se smentite non ci sono, oltre all’odiosità della cosa, anche una esperienza giuridica giustificherebbe portare la prescrizione a decorrere al momento in cui il reato viene scoperto o quando inizia il processo, magari iniziando con i reati contro lo Stato”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Questo Odg prevede l’applicazione di una disciplina nuova della prescrizione anche su reati compiuti prima di oggi. Questo ha pregiudizio sugli interessi del reo, bisogna mettere in luce così un conflitto tra diritto recepito nel nostro diritto e quanto richiesto dall’istanza. Sotto il profilo tecnico l’intento dell’istanza trova contrasto evidente con un principio collaudato nel nostro diritto e mi fa ritenere non possa essere applicato. Se un domani si vuole introdurre un progetto di legge con questa novità sulla prescrizione su certi reati, non c’è nessun problema. Ma la prescrizione di un reato ad un fatto antecedente ad oggi la ritengo inapplicabile. A nome della maggioranza esprimo contrarietà non nel principio, ma in termini di applicabilità sul profilo giuridico”.

b) Ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. per l’introduzione di una norma prima delle prossime elezioni politiche, con legge qualificata, che vietare ai partiti e ai movimenti politici di utilizzare nel proprio logo o simbolo icone e simboli identificativi dello Stato e dell’appartenenza allo stesso (Depositato in data 18 gennaio 2016)/ Respinto con 31 voti contrari, 8 a favore e 2 astenuti

Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiamo avuto 25 anni che hanno portato alla situazione attuale, i pochi simboli della nostra tradizione sono stati scippati da persone cha hanno usato il loro peso politico per saccheggiare lo Stato e compiere reati a danno della nostra Patria. Sono responsabilità dei singoli non dei partiti, ma i partiti sono composti di persone e sono al loro interno scalabili da persone che riescono ad imporsi. Ci si augura che succeda sempre nella direzione del bene del partito e del Paese purtroppo in passato non è stato così. Questo è u paese che ha bisogno di simboli. Dobbiamo fissare così, come per le bandiere e lo stemma, che ci sono simboli che sono proprietà e patrimonio di tutti i sammarinesi e non possono essere messi nell’agone politico che contrappone”.

c)Ordine del giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. per impegnare il Congresso di Stato a dichiarare la data del 17 ottobre “Festa della rinascita”/Respinto con 30 voti contrari, 8 a favore e uno astenuto

Roberto Ciavatta, Rete: “Questo Odg non è un’iniziativa provocatoria ma simbolica. E’ una giornata che segna un passaggio quale quello dell’immagine della gente che tira le monetine a Craxi e ha determinato la fine della prima Repubblica. Ci sono eventi che segnano passaggi storici. La politica non immediatamente si accorge della storicità dell’evento, ma è la storia stessa che si impone. Il 17 ottobre con l’arresto di Gabriele Gatti si segna la fine di una fase e l’avvio di una nuova e la politica ancora non se ne è resa conto”.

d) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. per impegnare il Congresso di Stato a presentare entro il 30 aprile 2016 un progetto di legge per disciplinare eventuali conflitti di interesse dei membri del Consiglio Grande e Generale/Respinto:10 favorevoli 30 contrari 2 astenuti

Roberto Ciavatta, Rete: “Forse c’è una richiesta per fare un dibattito, non vado oltre”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Il tema del conflitto di interesse non è solo urgente ma anche sul quale abbiamo parlato di recente. Il parere del magistrato dirigente è stato mandato a tutti i consiglieri. L’ordine impegna a definire un progetto di legge. La nostra proposta è effettuare entro aprile un dibattito. Alla luce di esso, si definirà eventualmente un progetto di legge”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Non mi piace il ricattino ‘il patto lo facciamo a patto che togliate l’ordine del giorno’. Lasciamo in discussione l’ordine del giorno”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Il solito modo di Ciavatta di interpretare le cose. La proposta era distinta rispetto all’Odg. Un minimo d’intelligenza intellettuale, grazie”.

e) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. per impegnare il Congresso di Stato a presentare entro il 30 aprile 2016 un progetto di legge per l’istituzione di una commissione straordinaria preposta all’accertamento dell’eventuale acquisizione indebita – nel periodo tra il 1980 e il 2015 – di ruoli nella Pubblica Amministrazione Allargata nonché in ogni ente o società partecipati dallo Stato.

Roberto Ciavatta, Rete: “Faccio alcune considerazioni ricalcando il contenuto del testo scritto. Chiediamo una commissione straordinaria per valutare, nella PA e negli enti partecipati dallo Stato come Banca Centrale, RTV e ISS, i profili di coloro che sono stati negli ultimi 25 anni assunti e prestano opera, e sulle modalità con cui hanno ottenuto questi ruoli. La magistratura, nelle ordinanze di arresto, parla di faccendieri e politici che hanno dato vita a un gruppo criminale. Si parla di concessione di licenze e autorizzazioni. Era indispensabile avere nella PA dei soggetti sui quali confidare per condurre le attività illecite. Persone che chiudevano due occhi di fronte all’illecito che il politico voleva fare. E’ successo fino al 2015, dagli anni Novanta. E’ dovere dello Stato indagare su chi è stato inserito dal politico per coprire le sue necessità di compiere illeciti. Noi stiamo facendo un condono tombale di quanto successo. I processi andranno incontro a una serie consistente di prescrizioni. Abbiamo avuto centinaia di migliaia di euro lasciati alla storia. Abbiamo speso centinaia di migliaia di euro per dirigenti messi lì per delinquere. Attenzione: se come governo non avete volontà di intervenire, state dicendo alla cittadinanza che chi ha compiuto reati è stato più furbo degli altri, e ha ragione storica. Questo nella PA è ancora il modo di ragionare: “Ha fatto bene lui, che ha il politico sopra”. L’insegnamento è ‘compiete reati'”.

Massimo Cenci, Noi Sammarinesi: “Si analizza un periodo storico, dal 1980 ai giorni nostri. Si è fatto della PA più di un feudo. Spesso il voto è stato barattato con un posto di lavoro, a scapito di soggetti che certe scelte non le hanno fatte e oggi hanno lavori non soddisfacenti. Nella PA, a fronte di tante persone che si impegnano e qualificano la struttura, ci sono tanti doppioni, tante persone poco motivate o che si ritengono intoccabili. Un’analisi su questo argomento, come Noi Sammarinesi, riteniamo vada fatta. Quanto ci è costato questo abuso? Credo che in questo senso l’Odg può essere da noi condiviso, salvo il fatto che poi, con i dati, qualche decisione, anche politica, va presa. Questa deve essere la finalità”.

Votazione: respinto a maggioranza

f) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico R.E.T.E. per impegnare il Congresso di Stato a un dibattito consiliare nella prima seduta utile per l’esame e la valutazione delle prospettive del mercato del lavoro/ Ritirato

Matteo Zeppa, Rete: “L’odg nasce da una mancanza atavica nel predisporre un dibattito sull’aspetto più critico della crisi economica, ossia la mancanza di lavoro. Faccio i complimenti a Cardelli che ieri nell’adunanza della Dc ha fatto un riferimento sulla mancanza di coraggio dell’esecutivo sullo sviluppo del mondo del lavoro. I disoccupati totali al 31 dicembre 2012, quando il governo si è istituito, erano 1.332, 1.493 nel dicembre 2013, 1.596 nel 2014, 1.611 nel 2015, con un aumento di 279 persone secche. Disoccupazione femminile dal 10,53 al 13,07%. Implemento del 2,54%. I disoccupati in senso stretto sono 1.336, più 314 rispetto al 2012. Gli occupati, dipendenti e indipendenti, erano nel 2012 20.498. Al 31 dicembre 2015 sono 19.905. Quindi un taglio di 593 occupati. Il numero delle imprese: nel dicembre 2012 erano 5.307, ora sono 5.141, con un lieve incremento nell’ultimo anno. Sono stati fatti interventi spot, senza cognizione di causa per fare qualcosa che si distingue dalle bandiere politiche e dalle ideologie. Un dibattito è un atto dovuto alla cittadinanza”.

Iro Belluzzi, Segretario di Stato al Lavoro: “Le considerazioni di Zeppa sono superflue. Quando ci sono progetti che possono portare occupazione, come il polo della moda, per alcuni l’approccio è di bocciare le iniziative. A fine 2016 la condizione di questo passo sarà peggiore a quanto descritto da Zeppa. Non intenderei accogliere l’odg. Ma c’è l’impegno, da parte mia, se ritirano l’odg, di fare un dibattito nell’Aula consiliare nel mese di aprile”.

Matteo Zeppa, Rete: “Ho citato dei numeri. Lei smentisce dei numeri. Non ho citato il polo del lusso. Siamo di buon senso. Se si prende l’impegno, noi ritiriamo l’Odg”.

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