Home FixingFixing Stefano Ceccato: “Un nuovo orizzonte per la Repubblica di San Marino”

Stefano Ceccato: “Un nuovo orizzonte per la Repubblica di San Marino”

da Redazione

Il Presidente ANIS ospite del Lions Club assieme a Simona Michelotti: “Le sfide sono molte, ma siamo abituati a rimboccarci le maniche”.

Ceccato Lions Simona

 

 

di Daniele Bartolucci

 

L’Associazione Nazionale Industria San Marino è stata protagonista dell’ultima conviviale del Lions San Marino. Rispondendo all’invito del Presidente del Club Alberto Bonini, hanno partecipato come relatore Stefano Ceccato, Presidente ANIS, e come ospite d’onore Simona Michelotti, Presidente Sit Group che già in passato aveva presieduto proprio l’Associazione Industria. Due imprenditori molto noti in Repubblica e all’estero, che hanno illustrato ai soci Lions le rispettive esperienze e, sulla base di queste, evidenziato vantaggi e limiti del mondo imprenditoriale sammarinese.

Ceccato, nella sua relazione, ha ripercorso la storia di ANIS, che ha appena traguardato i 70 anni, per poi rivolgere lo sguardo verso il futuro, verso “un nuovo orizzonte per San Marino”. “Dopo aver accompagnato la trasformazione dell’economia di San Marino da rurale a produttiva, dagli albori dell’industria manifatturiera della Repubblica sino al processo di internazionalizzazione del terzo millennio, ANIS conferma, dopo settant’anni, di essere il punto di riferimento per chi vuole fare impresa a San Marino. Sono infatti passati 70 anni da quel 18 novembre del 1945, quando l’Associazione partì dall’adesione di 25 imprenditori industriali e 17 artigiani. Oggi ANIS conta oltre 300 imprese associate, con circa 6.000 lavoratori occupati nei vari settori”. “Nel corso di questi settant’anni, l’industria sammarinese si è sviluppata in maniera considerevole, così come è diventata sempre più rilevante l’incidenza dei settori manifatturiero e servizi nella composizione del Prodotto Interno Lordo (PIL) di San Marino. Un’incidenza oggi ancora più rilevante, secondo gli ultimi dati statistici, che parlano di un 2015 finalmente con il segno positivo per quanto riguarda il numero delle imprese e degli occupati. In questo senso la spinta del settore manifatturiero si è rivelata fondamentale: il 9% in più di imprese è il miglior risultato tra tutti i settori economici di San Marino e senza i 227 lavoratori in più dal manifatturiero, il saldo tra occupati e disoccupati sarebbe ancora negativo. E’ in questo contesto che il ruolo dell’Associazione diventa sempre più importante, di pari passo con la grande responsabilità che viene affidata alle imprese in termini di occupazione e di contributo all’economia sammarinese. Il manifatturiero infatti, assorbe quasi un terzo dei dipendenti di San Marino e, in una situazione di oggettiva difficoltà, quale quella che San Marino ha vissuto negli ultimi anni, al pari di tutte le altre economie europee, questo settore è riuscito a mantenere comunque molto alti i livelli di occupazione e, anche se la flessione rispetto al 2008/2009 è ancora evidente, è l’unico settore ad aver intercettato i primi segnali di ripresa”. Per questo “siamo certi che l’economia reale, su cui San Marino sta costruendo il suo futuro, sia la strada giusta per garantire alle prossime generazioni il livello di benessere che così duramente i nostri predecessori hanno conquistato: ed è con questo spirito che ANIS continuerà a dare il proprio contributo costruttivo. Un futuro che per ANIS si è già messo in moto, e che si compie nelle sfide che ci attendono: percorsi già iniziati – mi riferisco sia al passaggio dall’imposta monofase al sistema IVA che al percorso di Associazione all’UE – che daranno sicuramente un nuovo volto e nuovi stimoli al nostro Paese”. Ma le istanze che l’Associazione porta avanti non si fermano qui: “Da tempo le imprese chiedono la riforma del mercato del lavoro. La Segreteria al Lavoro, sta ultimando il progetto, che a breve dovrebbe essere presentato alle associazioni sindacali e datoriali”. Tra le altre azioni su cui ANIS sta spingendo, Ceccato ha ricordato la “necessaria azione di spending review” e “una semplificazione burocratica che faciliti l’operatività delle imprese”, a cui “va legata una revisione della Legge Sviluppo”. Insomma, “le sfide che attendono le aziende e tutto il sistema Paese sono moltissime. Ma siamo imprenditori, abituati a rimboccarsi le maniche e soprattutto a lavorare, a guardare al futuro con ottimismo e speranza. Anche per questo vediamo nel cambiamento che ha caratterizzato il nostro Paese negli ultimi dieci anni un nuovo orizzonte di crescita e di sviluppo”.

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