Home FixingFixing Poche nascite e molti anziani, cresce il “debito demografico”

Poche nascite e molti anziani, cresce il “debito demografico”

da Redazione

Natalità ai minimi storici e l’immigrazione non basta a ringiovanire San Marino. La popolazione invecchia più che in Europa: volano invece le multietniche Francia e Inghilterra.

 

di Daniele Bartolucci

 

La popolazione sammarinese sta invecchiando molto rapidamente e, purtroppo, a causa di un rallentamento costante della natalità, aumenta anche il “debito demografico” che San Marino ha nei confronti delle generazioni future in termini di sanità, assistenza e previdenza.

 

MENO FIGLI, POCHI GIOVANI E MOLTI PIÙ ANZIANI

L’invecchiamento della popolazione è un elemento strutturale di cui ogni Stato in Europa deve tener conto (eccezion fatta per Lettonia, Lituania, Ungheria e Romania, ovvero gli unici paesi in cui il tasso di fecondità è aumentato dal 2010), soprattutto in un contesto di crisi economica. L’innalzamento dell’aspettativa di vita (San Marino detiene praticamente il primato mondiale, con quasi 89 anni per una bimba appena nata e più di 84 per un bimbo maschio) è un elemento positivo sotto molti aspetti, ma genera anche richieste e necessità che un tempo non erano così impellenti: il problema più evidente è ovviamente quello dell’assistenza dello Stato alla popolazione anziana, sia a livello pensionistico (più anni di erogazione della pensione) sia a livello socio sanitario. Siccome il “peso” delle risposte che vengono fornite in termini di servizi (anche nuovi, come possono essere centri anziani e assistenza a domicilio) ricade sulla popolazione attiva, più questa “fetta” è consistente, meno problemi ci saranno a sostenere il sistema. Ed è questo il problema: la popolazione anziana over 65 rappresenta oggi una parte sempre più consistente del totale, rappresentando ormai un quarto dei residenti (il 24% nel 2015, il 21,8% nel 2010). Questo dato, da solo, rappresenta una parte del problema, però, perché se dall’altra parte ci fosse una popolazione giovane molto consistente, tutto sarebbe in equilibrio. Purtroppo a San Marino nascono sempre meno bambini: solo 268 nel 2015 (28 in meno rispetto al 2014). Anche questo è un dato sociale, e il fatto che siano sempre meno anche i matrimoni (vedi Fixing nr 5) conferma che famiglia e figli sia un binomio ancora molto forte anche a San Marino. L’indice di natalità di conseguenza scende, e scende da diversi anni, tanto è vero che nel quinquennio 1996-2000 era di 11,07 nati per 1.000 residenti, mentre nel 2011-2015 è arrivato a 9,27, con un picco negativo nel 2015 di soli 8,19. Il trend negativo si concretizza poi in un altro indice molto importante, ovvero quello “di vecchiaia”, che è il rapporto tra popolazione over 65 e popolazione under 15, cioè tra i giovani e gli anziani. Nel 2015 a San Marino sono presenti 5.357 under 15 e 7.898 over 65, per cui ogni 100 giovani ci sono 147,4 anziani (da qui discende anche il dato rilevato da Fixing nelle scorse settimane per cui ci sono ormai solo 2 occupati per 1 pensionato). Come detto sopra, la combinazione tra aumento della vita media e decremento del tasso di fecondità genera un indice di vecchiaia alle stelle un po’ in tutta Europa, ma con evidenti differenze: l’Italia, ad esempio, ha un indice superiore a 150 già da qualche anno (al Centro e al Nord si superano i 165, mentre al Sud è più basso, 131). Ma è la Germania a far peggio di tutti, con un indice di vecchiaia di 158, mentre la media europea è di 116,6, tenuto conto che ci sono Paesi che hanno un indice di vecchiaia inferiore al 100, dove cioè i giovani sono più numerosi degli anziani: è il caso ad esempio della Francia (96,7) e della Gran Bretagna (97,7), che non sono due economie emergenti, ma evidentemente hanno adottato scelte e normative atte a favorire questa situazione.

 

LA “SPINTA” DI IMMIGRATI E SOGGIORNANTI

Francia e Gran Bretagna hanno modelli di welfare differenti, ma che viaggiano in parallelo su diverse questioni: le politiche della famiglia e quelle dell’immigrazione. Se da un lato il sostegno alle famiglie con figli è molto forte, dall’altra sono evidenti gli sforzi per stabilizzare e integrare anche le famiglie degli immigrati, diventando in Europa due modelli di integrazione molto efficaci (nonostante le infiltrazioni terroristiche, come si è visto). Sono infatti i nuovi residenti a determinare quella spinta “giovane” alle statistiche demografiche, e anche San Marino non fa eccezione. Ad esempio, nel 2006 l’età media dei residenti era di 41 anni, contro 39 dei soggiornanti, nel 2015 rispettivamente 42,92 e 41,98. Non tutti i soggiornanti (1.001 persone) si trasformeranno in nuovi residenti, ovviamente, ma sicuramente sono già loro stessi più giovani dei sammarinesi. Altro dato a supporto di questa tesi è che il 9% (596 su 6.374) dei minorenni presenti a San Marino ha una cittadinanza straniera. Sono molti gli immigrati, infatti, che hanno figli a carico e sono sposati da pochi anni, ma il dato statistico più interessante è che sono giovani: 240 dei 391 certificati nel 2015 hanno infatti meno di 40 anni. E il 2015 è stato un anno di “anziani” se si può dire, perché nel 2011 erano 236 su 348. Il fatto che “aiutino” a ringiovanire la popolazione va di pari passo, però, con l’eterogeneità di cittadinanze con cui anche San Marino sta facendo i conti: al 31 dicembre 2015 la popolazione residente risulta pari a 33.005 unità, di cui 16.252 maschi (49,2 %) e 16.753 femmine (50,8 %), ma la popolazione presente, comprendente anche i soggiornanti, ammonta a 34.006 (+0,8% rispetto all’anno precedente), di cui la maggior parte possiede la cittadinanza sammarinese (27.810 individui, pari all’81,8%). Ovvero, quasi un quinto della popolazione è straniero: di questo 18,2% la cittadinanza italiana è quella più frequente (4.911 individui, pari al 14,4% del totale), seguita da quella ucraina (339), rumena (259), argentina (69), albanese (61), russa (58), moldava (55), brasiliana e polacca (43), cubana (35), croata e francese (24), marocchina (20) e altre. Questa “spinta” degli immigrati, però, non esaurisce il problema (ancorché, viste le particolarità del sistema concessorio delle residenze, non basterà nemmeno in futuro), aggravato anche dall’altro fenomeno che investe San Marino oggi, dopo una lunga crisi economica, al pari del dopo guerra: l’emigrazione. Gli emigrati nel 2015 ammontano infatti a 209 individui, di cui 91 hanno scelto l’Italia come destinazione.

Va detto che ben 34 di questi sono riferibili a provvedimenti di cancellazione conseguenti al VI Censimento Generale della Popolazione. Escludendo questo dato gli immigrati nel 2015 sarebbero 389 (+14,4% rispetto al 2014 quando gli immigrati al netto delle rettifiche censuarie furono 340) e gli emigrati sarebbero 175 (+7,6% rispetto al 2014 quando gli emigrati al netto delle rettifiche censuarie furono 162). Il saldo è dunque positivo, ma è anche vero che chi sceglie di trasferirsi all’estero di solito è giovane e ha anche un titolo di studio elevato, per cui il primo obiettivo resta quello di trovare un’occupazione adeguata, che evidentemente non trova a San Marino. Non a caso, la priorità di un Governo, a maggior ragione alla luce di questi dati, dovrebbe essere quella dello sviluppo, anche di nuove politiche per i “nuovi” over 65, che sono molto differenti dagli anziani di qualche decennio fa.

 

SONO 527 GLI ANDREA SUL TITANO

Tra le curiosità rilevate dall’Ufficio Statistica nell’ultimo bollettino, c’è anche questa: “Il nome maschile più diffuso tra i residenti è Andrea con 527 persone (in assoluto il nome è presente in 535 individui, ma in 8 casi è utilizzato come nome femminile), che precede Marco (493)”. Mentre “il nome femminile più diffuso tra i residenti è Maria con 385 persone seguito da Sara (252) ed Elisa (250)”. Invece, il cognome più diffuso tra i residenti è Gasperoni con 553 persone, seguito da Guidi (447) e Casadei (402). Altra curiosità interessante è il fatto che attualmente ci sono ben 12 Marco Guidi e 11 Marino Gasperoni. A livello statistico va invece rilevato che “gli individui ultracentenari sono 7 e sono tutte femmine. La femmina più longeva (tre casi) ha 101 anni, il maschio 98 anni”. Inoltre, “tra i residenti al 31 dicembre, 273 sono nati nell’anno 2015 e si sono registrate ben 29 nascite sia a giugno che a luglio, mentre i giorni in cui si sono registrate più nascite (5 bambini) sono stati il 15 giugno e il 26 ottobre”. Due giorni da ricordare per tante famiglie, quindi, chissà se faranno anche dei compleanni-ricordo, da grandi, tutti assieme? Magari si chiamano anche con lo stesso nome, cosa non improbabile se è vero che “tra i nati del 2015, i nomi più diffusi in assoluto sono Mattia, Sofia e Giulia con 8 casi ciascuno”. Da notare che nessuno di questi tre nomi è tra quelli più popolari, a riprova che cambiano i tempi, le mode e anche la scelta del nome dei figli.

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