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San Marino, Direttivi CSdL: “No allo smantellamento della sanità pubblica”

da Redazione

Riuniti per l’intera giornata di oggi il Direttivo Confederale e i Direttivi di tutte le Federazioni della CSdL. Il Segretario Tamagnini ha fatto una panoramica delle principali problematiche sul tappeto, ad iniziare dallo sviluppo economico che non riparte; sono infatti troppo pochi e deboli i segnali di ripresa dell’economia e dell’occupazione. Ancora non si vede all’orizzonte nessun progetto di sviluppo, in grado di creare nuovi posti di lavoro: in generale l’intero confronto con il Governo, ripetutamente richiesto dalla CSU con decine di lettere, non è mai partito.

Rispetto alla iniziativa imprenditoriale relativa al polo della moda, su cui peraltro verrà celebrato un referendum relativo alla sua ubicazione, il Segretario Tamagnini ha ricordato le tre cose principali chieste dal Sindacato al gruppo imprenditoriale e al Governo: che dei 200 dipendenti assicurati con la nascita di questa attività, la stragrande maggioranza, l’80/90%, siano sammarinesi o residenti; che siano predisposte adeguate iniziative di formazione finanziate principalmente dall’impresa, con la partecipazione dello Stato, per preparare le figure professionali al momento non disponibili; che nella costruzione della struttura le imprese incaricate siano principalmente sammarinesi.

Rispetto a queste richieste, non c’è stata nessuna disponibilità da parte del gruppo di imprenditori e del Governo a definire e sottoscrivere uno specifico accordo: questo non può che far sorgere il sospetto che questo investimento possa essere funzionale ad altri interessi, piuttosto che a quello di produrre lavoro per i cittadini e benefici per l’intero paese in termini di ripresa dell’economia…

Molto spazio è stato dedicato al tema della sanità pubblica, che sta attraversando una fase di smantellamento, come testimoniano i 34 medici con ruoli di primo piano che hanno lasciato l’ospedale negli ultimi anni. “Ciò sta avvenendo per incapacità o per un preciso disegno politico – ha sottolineato il Segretario CSdL Giuliano Tamagnini. Non è per nulla fisiologico che un così alto numero di professionisti di spicco lasci una struttura ospedaliera”, ha aggiunto.

Il sindacato non può accettare che questo fondamentale pilastro dello stato sociale possa essere indebolito, con la conseguenza che ci si debba rivolgere alle strutture sanitarie esterne per reperire i migliori professionisti.

Il nostro sistema ospedaliero deve invece entrare in un più vasto circuito, ovvero deve essere messo in rete con le strutture emiliano romagnole e marchigiane, realizzando delle eccellenze che lo rendano appetibile ad un bacino di utenza ben più vasto dei 33mila abitanti del nostro paese.

La CSU al suo interno ha già avviato un lavoro di studio e di approfondimento della situazione del nostro sistema sanitario e ospedaliero, per elaborare una posizione da sottoporre al paese, che abbia al centro il diritto di tutti i cittadini ad una sanità pubblica di qualità e funzionale.

I Direttivi CSdL hanno ribadito l’urgente necessità di riformare complessivamente il sistema pensionistico. Nei giorni scorsi la CSU ha chiesto un incontro al Segretario di Stato Sanità e alla delegazione di Governo – incontro ancora non fissato – per conoscere le effettive intenzioni dell’Esecutivo in riferimento all’articolo 61 del Bilancio previsionale 2016, che fissa in estrema sintesi una serie di obiettivi generali di riforma del sistema pensionistico. Per assicurare nel tempo la reale tenuta e l’equilibrio economico dei fondi pensioni e per garantire trattamenti previdenziali adeguati ai lavoratori di oggi e di domani, non sono sufficienti semplici interventi di superficie, ma occorre una profonda riforma complessiva del sistema, che non può più reggere di fronte ai fenomeni in atto, fra i quali l’allungamento dell’aspettativa di vita e la diminuzione della base occupazionale.

Rilanciato anche il tema della legge sulla rappresentatività; la CSU ha recentemente incontrato i rappresentanti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la quale nella sua relazione ha espresso condivisione per tale intervento legislativo, che lega il diritto alla sottoscrizione dei contratti di lavoro alla maggiore rappresentatività delle organizzazioni sindacali, e sancendo il metodo democratico del referendum tra tutti i lavoratori interessati al contratto, confermando altresì che non viene per nulla intaccata la libertà di associazione sindacale.

Pertanto, i Direttivi CSdL ribadiscono alla politica la richiesta di giungere quanto prima all’approvazione della legge, che va a riportare chiarezza e certezza in un quadro ormai caotico e frammentato, in cui nello stesso settore coesistono anche altri contratti di organizzazioni non rappresentative. Una legge che va a consolidare il valore e la centralità della contrattazione collettiva; ovvero, l’unico modello contrattuale che può tenere uniti i lavoratori e il paese.

Circa la riforma fiscale e la Smac, la CSdL respingere con determinazione i tentativi sempre più evidenti da parte di alcune associazioni di categoria di far saltare la funzione di accertamento dei ricavi di questo strumento, che ha le potenzialità per fare luce sui redditi reali delle categorie economiche autonome che finora hanno dichiarato redditi per lo più risibili.

Il Segretario CSdL Tamagnini ha quindi fatto un appello alla partecipazione alla celebrazione dei 40 anni della nascita della CSU, che sarà ricordata domenica 21 febbraio alle 16.30 al Teatro Titano. Un’occasione non solo per ricordare una lunga storia di unità del movimento sindacale che ha prodotto grandissimi risultati per i lavoratori, i pensionati e il paese, ma anche per porsi nuovi obiettivi e traguardi per il futuro.

 

CSdL

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