“I vecchi clan, intesi come gruppi strutturati non esistono più. Abbiamo a che fare con quattro parassiti, aspiranti camorristi, ma ugualmente pericolosi”. Così il Questore di Napoli, Guido Marino, parla a Effetto Giorno, su Radio 24, nel giorno del nuovo duplice omicidio avvenuto nel napoletano. “Partiamo dall’idea che questi cosiddetti clan camorristici hanno subito legnate abbastanza consistenti nel corso del 2015 e anche prima e ne subiranno ancora – spiega – Questo porta ad un paradosso che però rappresenta la realtà: i vecchi clan, intesi come gruppi strutturati non esistono più. Abbiamo a che fare con quattro parassiti, aspiranti camorristi, ma ugualmente pericolosi come ahimé dimostrano, che non si preoccupano di colpire in modo mirato, ma di colpire e basta, di colpire per terrorizzare, di colpire per intimidire, di colpire per marcare il territorio e questo li rende ancora più pericolosi”. Nei giorni scorsi ha rilasciato un commento piuttosto amaro e ha detto che la gente non collabora. Conferma? “Confermo parola per parola. Con un omicidio in pieno centro e in pieno giorno, in un posto trafficato come Ponticelli, Forcella o la Sanità, nel quale non c’è nemmeno la possibilità di attingere non alla testimonianza risolutiva, ma semplicemente l’indicazione sulla dinamica del fatto, lei comprende che tutto parte in salita. Questo va messo in conto. Poi ovviamente è compito nostro neutralizzare questi quattro rifiuti umani. Però probabilmente ci riusciremmo meglio se potessimo contare sull’aiuto della gente. Detto questo forse va anche detto che la pretesa di affrontare i problemi di Napoli solo con fiaccolate, cortei, tavole rotonde, dibattiti che vanno dal sociologico alla mancanza di lavoro non basta”. I militari possono essere utili? “Assolutamente sì. Lo saranno non dal punto di vista delle indagini, ci affiancheranno nel compito del controllo del territorio. A una condizione: che nessuno veda i militari come la soluzione dei problemi di Napoli. E’ fuorviante. I militari sono una risorsa, poi c’è tutto il resto. Molto semplicemente che ognuno facesse il suo”. Su cosa si stia scatenando a Napoli e provincia il questore risponde così durante il suo intervento su Radio 24: “Commentare questi episodi diventa da un lato estremamente banale, dall’altro molto complicato. Da un lato si tratta di episodi totalmente slegati tra di loro, a dispetto di quello che qualche opinionista sostiene. Slegati non solo geograficamente. Legati da un unico denominatore comune, che è lo spaccio di droga e quindi la contesa per conquistare o riconquistare una piazza di spaccio. Detto questo non è solo il numero di omicidi ad allarmare”.
Napoli, il Questore su Radio 24: “Abbiamo a che fare con parassiti aspiranti camorristi”
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