Home FixingFixing Colui che aveva “egregie doti di mente e di cuore”

Colui che aveva “egregie doti di mente e di cuore”

da Redazione

Il patriota forlivese Aurelio Saffi è “cittadino onorario” di San Marino. In una lettera avvicinò la Democrazia Romagnola a quella del Titano.

 

di Alessandro Carli

 

Sì, no, nì e poi, ma solo alla fine e dopo aver percorso la rampa di scale che dal piano terra porta al primo piano della biblioteca di Stato, sì. Che la vita di Aurelio Saffi fosse particolare e non tutta in discesa, l’abbiamo potuto capire quando abbiamo provato a rintracciare i motivi per cui la Repubblica di San Marino ha conferito al forlivese la “cittadinanza onoraria” l’8 maggio del 1873. Nei registri esistenti dell’archivio di Stato della Repubblica di San Marino il suo nome compare nell’elenco, mentre nella collana degli Atti del Consiglio Principe, realizzata da Ente Cassa di Faetano – fondazione della Banca di San Marino spa in collaborazione con lo stesso Archivio di Stato, no. Nella stanza del primo piano della biblioteca del Titano troviamo la risposta: il conferimento è avvenuto nella data sopra citata, ma l’atto non è stato trascritto. A tutti gli effetti però, Saffi è cittadino del Monte.

Prima di riportare alcuni frammenti di una lettera autografa che il romagnolo scrisse a un esponente sammarinese, la motivazione dell’ascrizione di Saffi all’elenco. Il patriota e politico italiano divenne “sammarinese” come “solenne testimonianza di stima e considerazione per le egregie doti di mente e di cuore” che lo contraddistinsero, ma anche e soprattutto per i “sentimenti benevoli” che lo stesso manifestò “per questa repubblica”. “Voi”, conclude la motivazione”, “con tutta la vostra discendenza”, siete “ascritti alla nostra cittadinanza”. Il diploma gli venne inviato presumibilmente a Forlì (Saffi non salì mai sul Titano) con tanto di pubblico sigillo.

In una missiva conservata sempre in biblioteca, e datata 12 aprile 1873, Saffi scrive a Giuliano Belluzzi (negli archivi troviamo un Giuliano Belluzzi “Capitano Reggente” l’anno prima, il 1872) chiamandolo “egregio cittadino”. Saffi esordisce con queste parole: “Ebbi dal comune amico e concittadino vostro Eugenio Valzania (su di lui scrisse anche Oriana Fallaci, ndr), la grata lettera (…) insieme al Programma e al Regolamento della Società Repubblicana Democratica di S. Marino”.

La lettera poi prosegue soffermandosi ancora sul nome di San Marino. Dopo un inciso – “Mentre io mi approccio personalmente con tutto l’animo (…) e vi ringrazio dell’onorevole ufficio che vi piacque commettermi (…)” – si arriva al Titano, raffrontato alla Romagna: la “Democrazia Romagna” per l’autore “per tradizioni, per somiglianza di costumi e per mutui uffici di buon vicinato, guarda a S. Marino come a monumento domestico di bene ordinata libertà” e “ricorda con sentita gratitudine la constante e liberale ospitalità accordata dalla vostra Repubblica alle vittime del dispotismo”.

La lettera si chiude con una raccomandazione: “E’ vostro dovere tener alta e immune da ogni estranio arbitrio, sul Sacro Monte dove la libertà popolare ebbe da secoli tranquillo e verecondo rifugio, l’insegna di una onesta cittadinanza la quale, nei suoi umili confini, mostra agli italiani l’arte, non ignorata un tempo da loro, di reggersi da sé medesimi”.

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