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1849 – 2016, le celebrazioni della Repubblica Romana

da Redazione

Alla presenza delle autorità locali, dell’Ambasciatore dell’Uruguay in Italia e San Marino, Gaston Lasarte, e della delegazione della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura i relatori hanno illustrato alcuni episodi della epopea.

 

Si è commemorata oggi a Ravenna nella Sala Maggiore della Casa Matha, sede dell’antichissima (ne compie quest’anno 1.073!) corporazione dei pescatori di acque interne, la proclamazione della Repubblica Romana, sorta il 9 febbraio 1949 ad opera di Mazzini, Garibaldi e tanti eroi del risorgimento italiano (tra i quali non mancarono i sammarinesi come Atanasio Galassi, caduto proprio nella battaglia di porta San Pancrazio durante la difesa di Roma).

Alla presenza delle autorità locali, dell’Ambasciatore dell’Uruguay in Italia e San Marino, Gaston Lasarte, e della delegazione della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura i relatori hanno illustrato alcuni episodi della epopea del Generale, soffermandosi, in particolare, sulla figura di Anita. Molto interessanti gli episodi, ai più dei presenti poco noti, sulla vita di Anita e sul menage familiare in Sud America: ne è emersa una Anita madre e compagna (era già stata sposata) dotata di un carattere forte e pragmatico, tutt’altro che succube al marito a dispetto dei suoi gradi di generale, molto simile in verità a tante figlie della Terra di Romagna…

Il celeberrimo episodio dello “Scampo garibaldino” ha riportato la riflessione all’attualissimo tema dell’accoglienza dei profughi in fuga dalle persecuzioni e dalle guerre. Uomini come Belzoppi, Borghesi, Bonelli, Braschi – i governanti di allora – e tanti sammarinesi del popolo furono in grado di dare la risposta giusta lasciandola affiorare dai propri valori, gestendo con coraggio una situazione a dir poco pericolosa.

La mattinata si è conclusa con i canti del coro Europa Libera in onore dell’Uruguay e della Repubblica di San Marino. Insieme agli inni nazionali i canti dell’epopea garibaldina, da “Camicia Rossa” a “Inno a Garibaldi”.

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