Home FixingFixing Gregoretti: “Sfideremo sia il ghiaccio che il deserto”

Gregoretti: “Sfideremo sia il ghiaccio che il deserto”

da Redazione

La Concessionaria Reggini: “Stefano è il perfetto ambasciatore dello spirito Audi nel mondo”. L’ultrarunner attraverserà prima l’Oceano Artico quindi l’Atacama, tutto in Mtb.

 

di Daniele Bartolucci

 

L’ultrarunner Stefano Gregoretti, famoso in tutto il mondo per le spedizioni estreme (l’ultima, la traversata del deserto della Patagonia), è pronto a una nuova avvincente sfida.

La “Artic to Atacama” che ha ideato insieme al compagno d’avventure Ray Zahab e l’amico Jen Segger sarà infatti una vera e propria sfida ai propri limiti fisici e psicologici.

A bordo delle loro biciclette, prima attraverseranno l’Oceano Artico, passando sul ghiaccio con 50 gradi sotto lo zero, quindi voleranno direttamente in America Latina, per attraversare i 1.200 chilometri del deserto dell’Atacama, dove al contrario ci sono oltre 50 gradi sopra lo zero.

Un’escursione termica di 100 gradi in pochi giorni, che Stefano e gli altri avventurieri si stanno preparando ad affrontare al meglio.

Preparazione e dettagli che sono stati presentati per la prima volta nella Repubblica di San Marino all’interno del salone della Concessionaria Reggini, che ha candidato il riccionese Stefano Gregoretti quale testimonial del progetto “Innovative Thinking” di Audi, come spiega il Marketing Manager Maria Reggini: “E’ l’unico sportivo scelto tra i candidati italiani e questo ci rende orgogliosi di lui e della scelta fatta a suo tempo. Non solo, per il lancio della Q7 hanno scelto Stefano come protagonista di una delle ‘Storie di innovazione’ che accompagnano la campagna promozionale, a riprova del grande messaggio che sta portando nel mondo con le sue imprese sportive. Imprese che lo accomunano molto allo spirito Audi e lo rendono un ambasciatore perfetto per questo prestigioso marchio”.

 

DAGLI ORSI POLARI AL DESERTO SENZA VITA

“Sono due sfide in una, che completeranno una spedizione che nessuno ha mai tentato nella storia”, ha spiegato l’atleta riccionese, “ma non sono le condizioni estreme a preoccuparmi, a quelle ci si abitua. Ho già affrontato il deserto della Patagonia e provato sulla mia pelle che il corpo umano si adatta bene al clima: i primi giorni consumavo tantissima acqua, gli ultimi mi bastava mezzo litro per coprire la stessa distanza di corsa”.

Adattamento che per Stefano “è nella natura dell’uomo, che è fatto per correre, scattare, consumare energia, non certo stare seduto a una scrivania”.

“Questo spirito”, come ha ben spiegato durante la presentazioni il giornalista Matteo De Angelis, suo amico e ‘collega’ di corse, “fa sì che molti seguano l’esempio di Stefano, prendendo la sua esperienza come stimolo ad allenarsi, a correre e a vivere più a contatto con la natura”. Contatto che nella nuova sfida porrà Stefano e i suoi compagni di fronte a problemi seri, come la scelta del cibo: “E’ una decisione fondamentale in tutte le spedizioni, ovviamente, perché se nel deserto dovremo contingentare l’acqua e pianificare i rifornimenti, nel gelo dell’Artico avremo necessità di calorie, molte calorie. Però non potremo caricarci di grassi animali, come la pancetta per esempio, perché attirerebbero gli orsi polari”.

Problema opposto invece in Cile, dove attraverseranno il deserto più arido della Terra.

Qui il problema non saranno quindi gli animali feroci, ma “saremo messi duramente alla prova dai raggi ultravioletti e per proteggerci dovremo pedalare completamente coperti”.

Il problema sarà come detto il consumo dell’acqua: “Sarà importante adattarsi al clima e razionare le riserve che avremo, ma questo ci renderà ancora più consapevoli del valore di questa risorsa, un valore che ci porteremo a casa una volta tornati, anche nei piccoli gesti quotidiani, come tenere aperto un rubinetto o fare una doccia più lunga del necessario”.

Anche per questo motivo, educativo diciamo, le spedizioni di Gregoretti sono diventata un appuntamento fisso per gli appassionati di sfide estreme come di tanti giovani, anche non sportivi: le sue sfide non sono infatti personali, ma riavvicinano l’uomo alla terra e il messaggio che ne esce è di un rinnovato e profondo rispetto per la natura.

 

DA +50° A -50°: MOLTI TEST SU MATERIALI E TECNOLOGIE

La spedizione di metà febbraio non sarà solo una sfida di “tre pazzi”, ma avrà diversi risvolti: da quello educativo (come l’uso dell’acqua), a quello scientifico e tecnologico. “Sperimenteremo il funzionamento e la resistenza di nuovi materiali tecnici e di tecnologie di ultima generazione”, spiega Gregoretti, perché “la spedizione sarà un vero test fisico e tecnico. In Cile saremo sempre connessi con il mondo via satellite e chi vorrà potrà seguirci attraverso il sito www.stefanogregoretti.com e i profilo facebook Stefano Gregoretti X-Runner”. Oltre alle tecnologie più innovative, i tre atleti stanno customizzando le loro mountain bike, ovviamente in due versioni, una per entrambe le fasi della spedizione. In particolare sul ghiaccio del “pack” serviranno ruote chiodate, studiate appositamente per questo tipo di terreno. Diversamente, nel deserto cambieranno tipologia e anche mescola dei copertoni. Tutte tecnologie e innovazioni che i tre atleti testeranno e che molte aziende di settore gli hanno fornito appositamente. Tra di esse anche alcune imprese di San Marino e del riminese, che al pari di Audi hanno scelto Stefano Gregoretti come loro testimonial.

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