Il Segretario di Stato al Lavoro Iro Belluzzi dopo l’incontro a Palazzo Begni: “Per il Direttore Generale l’impianto non tocca le libertà sindacali”.
di Alessandro Carli
Nei giorni scorsi una delegazione tecnica dell’ILO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di diritti dei lavoratori a livello mondiale, si è recata in missione nella Repubblica di San Marino, invitata dalla Segreteria di Stato al Lavoro, per incontrare associazioni di categoria e sindacati sulle modifiche al progetto di legge “Della libertà e attività sindacale nei luoghi di lavoro, della contrattazione collettiva e del diritto di sciopero”.
Sull’incontro, abbiamo già relazionato i nostri lettori, dando voce all’Associazione Nazionale Industria San Marino. Per ANIS, in estrema sintesi, va tutelato il principio dell’erga omnes per quanto riguarda la valenza dei contratti nazionali, ma tale principio non può prescindere dal fatto che solo un contratto può avere questa caratteristica, ovvero quello firmato dai soggetti che rappresentano la maggioranza. Il principio della maggiore rappresentatività, tema di un acceso dibattito a San Marino, è per gli Industriali un principio democratico fondamentale per evitare che una minoranza possa imporre la propria volontà alla maggioranza ed indispensabile per dare certezza la necessaria chiarezza ed univocità al sistema, sia per quanto riguarda le imprese che per quanto riguarda i lavoratori.
In attesa di una comunicazione ufficiale da parte dell’équipe dell’ILO – in occasione del “tavolo” di Palazzo Begni ha annunciato che presenterà un primo commentario entro i primi giorni di febbraio – chiediamo al Segretario di Stato per il Lavoro, Iro Belluzzi, un commento all’incontro.
Segretario, la delegazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha detto che valuterà il progetto di Legge.
“L’incontro nasce da un invito che la Segreteria ha presentato, nel mese di ottobre a Ginevra, all’ILO. Considerata da delicatezza del tema, e in attesa di presentare il Progetto di Legge a San Marino, abbiamo chiesto un loro giudizio per evitare di scontrarci con le normative internazionali”.
Durante e dopo la “presentazione”, che feedback ha ricevuto dall’ILO?
“Abbiamo chiesto alla delegazione dell’ILO se poteva recarsi a San Marino prima che il Progetto di Legge passasse in prima lettura. Richiesta accettata, come poi è avvenuto. In attesa delle indicazioni ufficiali (entro il mese di febbraio, ndr), il direttore generale delle libertà sindacali ha apprezzato il PdL, secondo lei è conforme alle normative e non tocca le libertà sindacali. Complessivamente l’impianto è stato valutato positivamente”
Per gli Industriali, presenti all’incontro, va tutelato il principio dell’erga omnes per quanto riguarda la valenza dei contratti nazionali, ma tale principio non può prescindere dal fatto che solo un contratto può avere questa caratteristica, ovvero quello firmato dai soggetti che rappresentano la maggioranza.
“Tutto l’impianto si basa su un elemento-chiave, quello del mantenimento dell’erga omnes. Per i contratti collettivi avrà valenza di Legge. Per i tavoli della contrattazione, le norme vanno riformulate. Ritengo comunque importante mettere in campo gli interventi necessari affinché non si abbiano più due contratti di lavoro”.
Più o meno due anni fa è stata presentata la “Riforma del mercato del lavoro”. A che punto siamo?
“Il Progetto di Legge è già stato presentato dentro al partito (PSD, ndr). E’ stato chiesto un incontro con la maggioranza per presentarlo. Ad oggi manca ancora qualche dettaglio, che stiamo sistemando. Dopo l’incontro con la Maggioranza, ci sarà quello con le parti datoriali e sociali, credo già nel mese di febbraio. E’ stato un lavoro complesso, anche perché, contemporaneamente, la Segreteria era impegnata anche su altri fronti, uno su tutti, quello della rappresentatività, una ‘voce’ propedeutica all’impianto della Riforma del mercato del lavoro”.
La Legge sull’editoria è uno dei progetti che portano la sua firma, e che di fatto ha colmato un “buco” normativo e disciplinare che durava da anni. Vista anche l’emorragia di giornalisti che operano sul territorio, secondo lei è stata calibrata adeguatamente o si poteva fare qualcosa di più?
“Siamo in attesa che parta la Consulta: senza il Codice deontologico – essenziale per la Legge – l’iter non si completa. Per le testate giornalistiche che operano sul territorio i termini di adeguamento scadranno a fine. Successivamente si potranno discutere alcuni ‘temi’, come ad esempio i parametri, i ruoli, eccetera”.