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Russia, Paolo Scaroni a Mix24 su Radio 24: “Sanzioni UE tolte entro l’estate”

da Redazione

“Questa è una contraddizione. Contraddizione voluta dagli Stati Uniti. Dagli Stati Uniti che vogliono spostare la frontiera del mondo occidentale fino all’Ucraina. Ci hanno imposto di applicare delle sanzioni che gli europei in realtà non vogliono e non convengono”. Cosi risponde il Deputy Chairman di Rothschild Paolo Scaroni a Giovanni Minoli nell’intervista Faccia a Faccia a Mix24 su Radio 24 sulla coesistenza di un’Europa che cerca l’alleanza con la Russia per combattere il terrorismo, ma intanto mantiene le sanzioni contro la Russia. A Minoli che gli chiede se andrebbero tolte subito, Scaroni risponde: “Verranno tolte molto presto, vedrà. Secondo me entro l’estate verranno tolte”.

Lei conosce bene la Russia e i russi, ma in Siria, per combattere il terrorismo, siamo più vicini a una nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia o a un accordo tra loro? chiede Minoli. “Io credo che siamo più vicini a un accordo – spiega Scaroni – l’entrata della Russia in Siria ha spostato completamente i giochi politici e bisogna tenerne conto”. Putin però dice: ‘E’ impossibile fare la guerra al terrorismo, perché l’occidente non esiste e ognuno gioca per sé’. Per ora è così o no?, insiste Minoli e Scaroni risponde: “Questo non mi sembra vero, direi che non è vero; in queste cose l’Occidente fa quello che gli Stati Uniti vogliono che l’occidente faccia, punto”.

 

RENZI HA FATTO BENE, HA RIPORTATO LA POLITICA AL SUO RUOLO

Renzi? “Io penso che fino ad oggi abbia fatto nell’insieme bene, che abbia riportato la politica nel suo ruolo e che quindi sia in grado di prendere decisioni di cambiamento per il nostro Paese” cosi risponde Paolo Scaroni, il Deputy Chairman di Rothschild, nel Faccia a Faccia di Mix24 su Radio 24 a Giovanni Minoli che gli domanda cosa pensa del Premier. A Minoli che gli chiede poi cosa invece non gli piace di Renzi, Scaroni risponde: “Considero che la sua squadra di governo non sia così forte, per cui tutti i problemi rimontano a lui, e alla fine governare un Paese da solo non è facile”, risponde Scaroni. Sul recente incontro avuto con il Premier, l’ex ad di Eni dice: “Ho parlato anche dell’Ilva con il presidente del Consiglio, sì, è un tema che lo preoccupa molto”.

 

ILVA? CI PENSO. NO PRESIDENZA GENERALI, NESSUNO ME L’HA PROPOSTA

“No, guardi, nessuno me l’ha proposto e comunque non lo accetterei” Paolo Scaroni, Deputy Chairman di Rothschild, ospite del Faccia a Faccia di Mix24 su Radio 24, risponde così alla domanda di Giovanni Minoli se sarà il nuovo presidente delle Generali, e spiega poi il perché: “Perché mi piace molto stare alla banca Rotschild e sarebbe incompatibile”. No ufficiale? insiste Minoli e Scaroni conferma: “No ufficiale”.

Si parla anche dell’Ilva, è disposto a salvarla?, chiede il giornalista: “Il processo di dismissione dell’Ilva è appena iniziato, è molto presto per fare ragionamenti intorno all’Ilva. Diciamo che se si creasse una cordata italiana che avesse bisogno di una persona che conosce un po’ il mondo dell’acciaio ci penserei”. Quindi non diciamo No? Lo incalza Minoli. “Non diciamo No” risponde il manager. Dicono tutti che ci vuole un manager di prestigio internazionale, ma qualcuno gliel’ha chiesto intanto? insiste Minoli e Scaroni risponde: “Qualcuno me l’ha ventilato, ma ripeto, siccome siamo in una fase molto molto iniziale, è difficile ventilare ipotesi così remote”.

 

BAD BANK, SARA’ UNA COSA POSITIVA E SI FARA’

“La mia impressione è che la bad bank si farà” commenta così Paolo Scaroni, Deputy Chairman di Rothschild, a Mix24 su Radio 24 l’esito dell’incontro tra Renzi e la Merkel sulla Bad Bank. A Minoli che gli chiede se sia necessaria questa bad bank, Scaroni risponde: “Pulisce i conti delle banche una volta per tutte invece di avere questa pulizia progressiva, e quindi da questo punto di vista sarà una cosa positiva”. Quindi lei dice che ci sarà? Insiste Minoli e il manager conferma: “Io penso che ci sarà”.

 

BAIL-IN, RABBIA DEI RISPARMIATORI GIUSTIFICATA, NON È STATO SPIEGATO BENE IL RISCHIO CHE CORREVANO

La rabbia dei risparmiatori sul decreto salvabanche? “E’ giustificata, in quanto a questi obbligazionisti non è stato spiegato bene il rischio che correvano”. Questo il pensiero di Paolo Scaroni, Deputy Chairman di Rothschild, intervistato da Giovanni Minoli a Mix24 su Radio 24.

E sulla poca informazione sulle conseguenze che il Bail-in avrebbe portato, l’ex Ad di Eni chiarisce: “Quali conseguenze porterà il bail-in, perché per il momento non ne ha portata nessuna. Secondo me il bail-in è una cosa molto logica. È assurdo che una banca possa offrire tassi di interesse più elevati, e che chi deposita non corra dei rischi più elevati” continua Scaroni.

Ora anche il governatore della Banca d’Italia dice che il bail-in va rivisto, non era meglio dirlo prima che venisse votato in Europa? chiede Minoli e Scaroni risponde: “Sì, era meglio forse dirlo prima, non so cosa abbia fatto prima, magari non è stato ascoltato”. Sulla possibilità che Consob e Banca d’Italia abbiamo fatto male il loro dovere, rispetto alla Germania che ha fatto pulizia nelle loro banche prima di arrivare al bail-in, Scaroni replica: “No, vuol dire che non avevamo i quattrini per fare la pulizia, (quattrini ndr) che i tedeschi invece avevano”. È solo quello il problema? Lo incalza Minoli e il Deputy Chairman di Rothschild ribadisce: “Eh certo, hanno iniettato 100 miliardi di euro nelle loro banche, noi questi soldi non li avevamo”.

 

LIBIA, SENZA BOOTS ON THE GROUND, CIOE’ SENZA SOLDATI LI’, NON SI RIMETTEVA IN PIEDI UN REGIME NE’ PRIMA NE’ OGGI

L’Occidente e l’America spingono perché l’Italia guidi un’azione in Libia, che vuol dire guerra contro i terroristi. E’ questo che vogliono gli americani? domanda Giovanni Minoli a Paolo Scaroni, Deputy Chairman di Rothschild, in diretta a Mix24 su Radio 24, che risponde: “Gli americani vogliono questo da tempo, io da sempre, da molti anni, dalla caduta di Gheddafi ho sempre cercato di convincere i nostri leaders che si sono succeduti, che senza boots on the ground, cioè senza soldati lì, non si riusciva a rimettere in piedi un regime, oggi la mia impressione è che tutti attendano che si formi un governo in Libia”. Ma sembra molto lontano questo, sembra finto questo accordo, fa notare Minoli e Scaroni replica: “Diciamo, questo non mi pare che vada molto lontano. Però poi, forse, ce ne sarà un altro e in quel momento un governo che chiede l’intervento militare”. Prima il governo e poi intervento militare, adesso sembra invece che si vada nella direzione opposta, prima l’intervento militare, dice Minoli. “Non mi sembra plausibile”, chiosa l’ex ad di Eni.

 

O NON VOGLIAMO IL GAS RUSSO O LO VOGLIAMO

“Ho avuto nemici sul South Stream (gasdotto ndr) a Bruxelles, ferocissimi, che hanno portato ad affossare questo progetto, nel frattempo gli stessi nemici lavoravano per il raddoppio del North Stream, che vuol dire far passare più gas attraverso la Germania”, afferma Paolo Scaroni Deputy Chairman di Rothschild ed ex ad di Eni, intervistato da Giovanni Minoli a Mix24 su Radio24. “Allora o non vogliamo il gas russo o lo vogliamo. Ma se lo vogliamo perché non con il South Stream?”. E perché no? Comanda la Germania? chiede Minoli e Scaroni risponde: “Certamente il Peso della Germania a Bruxelles è molto più importante del nostro”. Questa Europa tedesca fa del bene o del male all’Europa, aldilà della Germania? domanda Minoli: “Guardi – spiega Scaroni – in termini di rigore finanziario fa bene, perché un po’ di rigore per noi, paesi dell’Europa del Sud, dovevamo averlo per forza. Però in termini di ideali europei gli ha dato una mazzata tremenda”.

 

CONFINDUSTRIA, SERVE UN LOBBISTA ALLA PRESIDENZA

Il Deputy Chairman di Rothschild Paolo Scaroni risponde così a una domanda di Giovanni Minoli a Mix24 su Radio24 smentendo una sua possibile candidatura alla presidenza della Confindustria: “No, perché io sto a Londra e siccome non ho nessuna intenzione di lasciare il mio ruolo alla banca Rothchild, capisce che non posso occuparmi di temi romani”. Quindi chi dice che il suo sponsor sia Gianfelice Rocca non è vero insomma? Insiste Minoli e il manager risponde: “Non so se Gianfelice sia mio sponsor, siamo amici da tanti anni, comunque non importa…”.

Di cosa ha bisogno la Confindustria secondo lei? Insiste il conduttore: “Io penso che i fasti della Confindustria del passato, quando la nomina del presidente di Confindustria era il primo titolo del Corriere della Sera, siano un po’ dietro di noi. Nel senso che nel mondo solo la Confindustria italiana aveva un ruolo così importante, e ce l’aveva proprio perché i governi erano deboli. In un mondo di governi deboli, sindacati e Confindustria erano forti”. Adesso che è tornata la politica serve meno? chiede Minoli e Scaroni conferma: “Oggi serve meno”.

Ma ce l’ha un identikit, lei, del presidente della Confindustria futuro? Chiede il giornalista. “Guardi – risponde Scaroni – adesso vorrei fare un discorso un po’ paradossale: io penso che tutte le qualità che fanno un grande imprenditore sono le stesse che non servono per fare il presidente di Confindustria. Il grande imprenditore è una persona concreta, pragmatica, che vuole le cose, che le cose avvengano. Il presidente di Confindustria è un mestiere da politico, è un mestiere da lobbista e quindi le qualità sono molto diverse, quelle che vengono richieste”.

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