Home NotizieMondo Della Pergola a Radio 24: “Emigrazione ebrei italiani verso Israele al top dal 1950”

Della Pergola a Radio 24: “Emigrazione ebrei italiani verso Israele al top dal 1950”

da Redazione

“Per l’Italia abbiamo avuto nel 2015 il numero più alto di immigranti in Israele a partire dal 1950, mentre in Francia si è registrato il massimo storico”. Così Sergio Della Pergola, che insegna demografia alla Hebrew University di Gerusalemme, intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24, fornisce le cifre dell’emigrazione di ebrei dalle comunità dell’Unione Europea verso Israele. “Certamente non si può parlare di un esodo, ma c’è un aumento degli immigranti in Israele da Paesi dell’Unione Europea, come la Francia, il Belgio, l’Ungheria e l’Italia – spiega Della Pergola – I dati non sono sensazionali, si parla di migliaia se non di centinaia di persone, ma sono in costante aumento negli ultimi anni. Nel caso dell’Italia si tratta di 350 persone, ma la comunità non è molto numerosa, quindi la proporzione è notevole.” Le cause non sono solamente nella crisi economica: “Certamente – prosegue il professore – la situazione economica ha colpito e ha colpito soprattutto gli strati medio bassi che si trovano in difficoltà e possono trovare in Israele un tasso di impiego più alto. Israele ha sofferto meno di altri la grande crisi mondiale. Ma c’è un altro fatto, un senso di malessere e disagio di fronte ad un incremento dell’antisemitismo e di altre forme di intolleranza, come la xenofobia, il razzismo e l’intolleranza religiosa. Tutto questo crea un senso di disorientamento e di fastidio e ci sono coloro che scelgono di portarlo alle estreme conclusioni, trasferendosi altrove”. Secondo uno studio realizzato dal gruppo di lavoro di Della Pergola è proprio la Francia un Paese tra i più antisemiti d’Europa: “In un grande studio che abbiamo fatto, finanziato dall’Unione Europea su nove Paesi, abbiamo rilevato dei livelli abbastanza forti, ma variabili di antisemitismo. Al primo posto c’è la Francia, seguita dal Belgio e l’Ungheria. Segue poi l’Italia con la Svezia. Certamente quello che è importante è capire quello che fa il sistema politico. Quello istituzionale è sicuramente molto corretto e non mancano esempi nei quali questi atteggiamenti sono stati condannati, dalle massime cariche Francia quanto in Italia. Ma nella percezione mediatica e popolare queste tendenze serpeggiano e arrivano a episodi di violenza come quelli che abbiamo visto in Francia e in Belgio, che creano disagio, mancanza di sicurezza e quindi la ricerca di un sistema migliore altrove”.

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