Ricordare le atrocità di cui il genere umano è capace e di cui si è già macchiato in passato è fondamentale per educare alla consapevolezza e all’umanità.
La memoria, la capacità di ricordare, sono abilità fondamentali per l’uomo, alla base di ogni processo evolutivo e di apprendimento.
È tremendo e disarmante, infatti, vedere come una persona ammalata di Alzheimer perda, con la memoria, anche se stessa e la propria dignità.
Il genocidio che ha coinvolto 6 milioni di Ebrei, messo in atto con metodo e rigore scientifico nella Germania nazista hitleriana, è stato condotto contemporaneamente anche contro zingari, immigrati, senzatetto, testimoni di Geova, obiettori di coscienza, prigionieri di guerra, dissidenti politici, disabili, malati mentali, omosessuali, anarchici, prostitute.
Una lotta alla diversità, allo straniero, alla persona fuori dagli schemi, a chi non accetta l’omologazione.
Tutto questo ci dovrebbe far riflettere, a me fa venire un brivido lungo la schiena, un brivido di paura.
Essere rispettosi delle diversità e intransigenti nella tutela della dignità umana è il primo requisito di un buon riformista!
Le notizie di cronaca degli ultimi mesi sono colme di naufragi, nei primi 18 giorni di gennaio nel Mar Egeo sono già morte 119 persone, molte delle quali bambini e ne sono sbarcate 37mila.
Si parla in Europa di sospendere gli accordi di Shengen, uno dei principali pilastri della costruzione dell’Unione. Ci sono Stati che parlano di nuove frontiere e di nuovi muri in Europa, quei muri che gli stessi Ebrei hanno costruito in Palestina, replicando azioni da loro così dolorosamente subite.
Ancora una volta si perde la memoria di come si sente chi fugge dalla guerra, dalla disperazione e dalla morte, il pensiero di chi non ha più nulla da perdere.
Quel che è peggio è non ricordare la speranza che si prova in quelle situazioni, per una vita migliore, che spinge a lasciare il proprio paese. La speranza che è sempre motore della vita, al contrario della disperazione!
Penso che in questo frangente siano superati vecchi ideali politici o ideologie, la sola differenza è fra due tendenze: quella di coloro che si preoccupano dei propri simili e delle generazioni future e quella di coloro che, colti da Alzheimer, non se ne curano.
Celebrare il giorno della memoria allora è giusto guardando al futuro dell’umanità nel suo insieme, rispettando tutte le sue differenze e curandoci dei nostri simili.
Marina Lazzarini