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Gruppo ASA, obiettivo fatturato: 100 milioni

da Redazione

Tripla cifra possibile nel 2016 grazie all’acquisizione della Crown di Pavia. Il Presidente Emilio Amati: “Liberalizzare il mercato dell’energia”.

 

di Alessandro Carli

 

Nuova, importante acquisizione per il Gruppo ASA: a inizio settimana difatti la realtà imprenditoriale sammarinese ha incorporato la Crown Speciality Packaging Srl di Chignolo Po (Pavia), una realtà da 20 milioni di euro di fatturato e 80 dipendenti attiva da anni nel mercato del packaging per il settore chimico e tecnico.

Con l’inserimento nel gruppo dell’impresa lombarda, ASA raggiunge l’importante obiettivo di un fatturato di oltre 100 milioni di euro, posizionandosi come primo gruppo in Italia e tra i primi in Europa nel mercato degli imballaggi metallici General Line.

Si tratta della seconda acquisizione nel giro di pochissimo tempo: lo scorso ottobre ASA ha infatti acquisito la Central Tin Containers Ltd con sede a Speke – Liverpool, potenziando la propria presenza nel Regno Unito; un mercato, quello inglese, al quale l’azienda guarda da sempre con grande interesse.

Le due acquisizioni si danno lo spunto per rivolgere al Presidente Emilio Amati, qualche domanda.

Presidente, che 2015 è stato per il vostro settore di competenza, quello degli imballaggi metallici? La crisi è ancora presente o si sta assistendo a una risalita?

“Un anno senza infamia e senza lode: ancora non si vedono i recuperi delle quantità persa dalla crisi iniziata nel 2008. Stimiamo in Italia una perdita del 24%, dovuta alle difficoltà dell’edilizia. Discesa comunque sopperita dal grande sviluppo conseguito sui mercato esteri. Al netto tra Italia e export, il nostro fatturato ha continuato ad avere tassi di crescita attorno 2-3%. L’estero quindi, in estrema sintesi, ha ampliamento compensato le perdite sul mercato italiano”.

Le normative sammarinesi, sempre per il vostro settore, sono adeguate alle vostre esigenze? Per il Gruppo ASA operare da San Marino è un vantaggio o uno svantaggio?

“Per arrivare a conseguire utili non sono certo che San Marino sia realmente un vantaggio. Un caso su tutti: noi spendiamo due milioni euro in energia. Stimiamo che rispetto ai competitor italiani che possono agire su libero mercato, vi sia una forbice di circa il 30%. Lo Stato deve liberalizzare l’acquisto energetico. Punto vista fiscale invece San Marino è premiante: se un’azienda consegue utili, le aliquote sono inferiori rispetto ad altri Paesi”.

Il 2016 sarà un anno di grandi progetti per voi…

“Siamo impegnatissimi, le due acquisizioni – Central Tin Containers Ltd (a Liverpool, ndr) e ora la Crown Speciality Packaging – portano una crescita a scalino del gruppo, con un incremento del fatturato di circa il 33%. Le due acquisizioni avranno un impatto forte a tutti i livelli: logistica, acquisti, amministrazione. I nostri team sono a lavoro da tempo, indicativamente ci vorranno 12-18 mesi per integrare le due nuove realtà. Un processo che sarà più facile per la Central Tin Containers Ltd in quanto ha sede in Gran Bretagna e opera in sterline. Si tratta di una realtà che non ha bisogno di una cura drastica. Andrà avanti con le proprie gambe per i prossimi 10-12 mesi. Crown invece, sia a livello produttivo che gestionale, verrà subito integrato”.

Perché avete puntato su queste due realtà e su questi due mercati?

“In primis perché erano disponibili sul mercato. Il Gruppo ASA, per struttura, non può andare a solleticare con decine di milioni di euro le imprese che non vogliono vendere. Abbiamo ricevuto alcune offerte, le abbiamo valutate attentamente e abbiamo scelto queste due in quanto si integrano con la nostra gamma produttiva. Il nostro Gruppo è già presente nel Regno Unito: vendiamo per 9 milioni di euro. Volevamo consolidare il fatturato e ora che abbiamo uno stabilimento, un magazzino, uno staff di tecnici e di commerciali di lingua inglese, ci sentiamo più sereni nel crescere su quel mercato”.

Qual è il peso economico dell’investimento?

“Non abbiamo fatto follie. L’azienda italiana ha bisogno di interventi e quindi non è costata tanto. Quella inglese, dimensionalmente più piccola, ha un fatturato 6 milioni. In entrambi i casi possiamo parlare di investimenti sostenibili con un normale cash flow”.

Quali sono le aspettative?

“Sicuramente il consolidamento: con crescita una crescita di circa il 33% non rimane altro che il consolidamento. Parliamo di un Gruppo che punta a fatturare, nel 2016, 105 milioni di euro e che è formato da poco meno di 500 dipendenti. Quest’anno metteremo in atto tutte le sinergie che i nostri tecnici e i nostri commerciali riusciranno a trovare”.

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