Home NotizieSan Marino Riferimento sul negoziato in corso relativo all’Accordo di Associazione fra San Marino e UE

Riferimento sul negoziato in corso relativo all’Accordo di Associazione fra San Marino e UE

da Redazione

Nel corso dell’anno solare appena trascorso la trattativa si è incentrata principalmente su due aspetti distinti.

 

SAN MARINO – Il Segretario di Stato agli Esteri, Pasquale Valentini, fa il punto sullo stato di avanzamento del negoziato in corso relativo all’Accordo di Associazione fra San Marino e UE.

“Ritengo utile e doveroso riferire circa l’attività svolta nel 2015 da parte della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e dal Dipartimento Affari Esteri unitamente alla Missione Permanente a Bruxelles in merito al negoziato in corso con il competente Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) nell’ambito della trattativa volta a definire uno o più Accordi di Associazione tra l’Unione europea e la Repubblica di San Marino, il Principato di Andorra e il Principato di Monaco, nonché i relativi Protocolli e Allegati.

Non starò a soffermarmi troppo sugli aspetti già illustrati nella mia precedente relazione in quest’Aula del dicembre 2014, argomentazioni tuttora valide e dalle quali è scaturito un interessante dibattito che ha portato all’approvazione di un Ordine del Giorno a larghissima maggioranza. Desidero invece effettuare questa illustrazione non solo da un punto di vista riassuntivo ma anche programmatico, poiché il negoziato in corso si presenta complesso e bisognoso di continui input da parte delle forze politiche, dato il mutevole quadro internazionale in cui questa trattativa si svolge e i relativi mutamenti di priorità in capo alla stessa Unione europea.

La delegazione sammarinese che in questi mesi ha affrontato a Bruxelles le tappe indicate dal calendario presentato a suo tempo dalla Commissione, si è presentata composta da un nucleo fisso di funzionari della Missione Permanente e della Direzione Affari Europei del Dipartimento Affari Esteri, affiancata di volta da componenti del Gruppo Tecnico, da esperti della Pubblica Amministrazione e da consulenti, in base alle specificità delle singole tornate negoziali. Nel corso dell’anno solare appena trascorso la trattativa si è incentrata principalmente su due aspetti distinti: da un lato la definizione del quadro istituzionale entro cui si dovranno inserire l’Accordo, i Protocolli nazionali e gli Allegati specifici e, dall’altro, l’illustrazione tecnica delle materie riguardanti la libera circolazione delle merci, la prima delle quattro libertà fondamentali che formeranno il nucleo dell’Accordo di Associazione.

Devo premettere che, poco dopo l’inizio ufficiale dei negoziati, la Commissione ha provveduto a sostituire i vertici della Direzione preposta ai negoziati, per una mera questione amministrativa di rotazione interna; questo fatto ha portato ad un inevitabile ritardo rispetto all’originaria tabella di marcia, in quanto i nuovi responsabili – provenienti da settori diversi dell’immensa struttura di Bruxelles – hanno dovuto prendere tempo per farsi carico dell’intero fascicolo ex novo e hanno conseguentemente dato una impronta personale nella conduzione della trattativa.

Detto questo, ci siamo trovati, insieme ai Paesi partner che ci accompagnano in questa affascinante avventura, a ricalibrare e a reimpostare con la controparte europea la metodologia da utilizzare; la nuova Direzione, rispetto alla precedente che aveva iniziato i negoziati, ha adottato un atteggiamento più riflessivo, con riunioni più dilazionate nel tempo e, di conseguenza, abbiamo dovuto rivedere anche il nostro calendario operativo.

Per quanto riguarda la definizione del quadro istituzionale, la Commissione in luglio ha trasmesso una bozza di documento, ancora parziale nei contenuti e nella forma, indicando alcuni aspetti da inserire nella discussione e tralasciando altri punti importanti, rispetto ai quali i tre Paesi avrebbero dovuto fornire le proprie ipotesi operative. In ottobre le parti si sono incontrate ed è iniziato il dibattito tecnico, che ha visto San Marino, Andorra e Monaco non perfettamente concordi su taluni aspetti; si è sempre riscontrata una maggiore convergenza con Andorra, mentre divergenza di impostazione e anche di obiettivi è stata spesso riscontrata rispetto alla posizione sostenuta da Monaco. Anche questa situazione oggettiva ha contribuito a rallentare ulteriormente i tempi del negoziato, dato che il fine della Commissione è quello di giungere ad un testo unico per i tre Stati, almeno per quanto riguarda gli aspetti istituzionali dell’Accordo. In quella sessione San Marino, Andorra e Monaco hanno presentato, spiegato e motivato le rispettive osservazioni al documento presentato a luglio, osservazioni che la Commissione si è impegnata a considerare e ad inserire, ove possibile, in un futuro testo di lavoro. Tale testo, che deve essere elaborato dal Servizio Giuridico, non è ancora stato trasmesso dalla Commissione ai tre Paesi. Una prossima seduta negoziale è prevista per la prima settimana di febbraio; auspichiamo che prima di questa data il testo sia inoltrato per essere studiato dai tecnici dalle tre delegazioni e per poter svolgere poi una discussione proficua sui contenuti.

Una bozza di calendario trasmessa dalla Commissione il 22 dicembre 2015 prevede un’ulteriore incontro su questa tematica verso la metà di marzo; pensiamo che per quella data la Commissione possa trasmettere ai tre Stati una proposta di Accordo sul quadro istituzionale che dovrà essere valutata a livello nazionale.

Per quanto riguarda invece l’esame di approfondimento delle tematiche inerenti la libera circolazione delle merci, premetto che la scelta di affrontare questa libertà è pervenuta dalla Commissione stessa, reputando che l’approccio a queste tematiche potesse essere più semplice per le delegazioni dei tre Stati. Si sono svolte nel 2015 due tornate negoziali su questo tema, rispettivamente a giugno e dicembre; una terza riunione si svolgerà anch’essa i primi di febbraio. Nel corso dei due incontri già svolti, i vari responsabili tematici e gli esperti dell’Unione europea hanno illustrato nel dettaglio alle delegazioni dei tre Paesi gran parte delle normative (direttive, regolamenti, decisioni, ecc.) che disciplinano la produzione, la commercializzazione, l’importazione e l’esportazione, i controlli e le certificazioni di tutti i beni e i prodotti che formano oggetto di questa libertà fondamentale. Una volta che sarà terminata questa fase di presentazione, è prevedibile che la Commissione voglia discutere bilateralmente con le delegazioni, quindi ogni singola materia Paese per Paese, per verificare la rispondenza delle normative interne all’acquis e le modalità di adattamento e di inserimento dell’acquis stesso nel quadro normativo nazionale.

Secondo le indicazioni ufficiose fornite dalla Commissione, l’esame di questa libertà fondamentale dovrebbe esaurirsi entro l’estate 2016; ancora tuttavia non ci è dato conoscere il calendario definitivo degli incontri per i motivi che ho esposto all’inizio del mio intervento, né quale sarà la prossima libertà fondamentale che verrà affrontata.

Naturalmente a questa fase tecnica si affianca quella più propriamente politica, e qui il mio intervento vuole appunto essere anche programmatico. Nel corso dell’anno appena trascorso si sono intensificati i contatti e i rapporti sia con le Istituzioni europee sia con le Autorità degli Stati membri, oltre a mantenere una stretta collaborazione con i colleghi Ministri degli Affari Esteri di Andorra e di Monaco. Tra l’altro ho incontrato lo scorso ottobre le principali Autorità monegasche nel corso della Visita di Stato che la Reggenza ha effettuato nel Principato, mentre è in cantiere nelle prossime settimane una missione ufficiale ad Andorra per incontrare le Autorità di quel Paese e verificare alcuni aspetti che potrebbero risultare utili anche alle nostre esigenze specifiche (penso ad esempio al tema della eventuale gestione delle dogane, alla riforma delle imposte indirette e, più in generale, a un’azione congiunta in temi di comune interesse, come quelli relativi al mondo bancario e finanziario).

Ho inoltre già dato mandato alla nostra Missione a Bruxelles di verificare con i competenti uffici la possibilità di incontrare a breve il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza Federica Mogherini, per verificare direttamente le prospettive e le incidenze politiche dell’Accordo che stiamo negoziando, soprattutto per avere assicurazioni su quelle che sono le direttive politiche dell’Unione e le indicazioni date ai competenti Servizi della Commissione, affinché vengano tenute nella giusta considerazione le specificità istituzionali, sociali ed economiche della Repubblica di San Marino.

Naturalmente non dimentichiamo il sostegno dell’Italia, Paese che ci ha sempre appoggiato in questo cammino e che continua a fornirci supporto e collaborazione; difatti uno degli aspetti che dovremo affrontare anche in quest’Aula attiene alla verifica di tutti gli accordi bilaterali in essere tra San Marino e i Paesi dell’Unione, primo fra tutti per importanza e numero degli accordi l’Italia stessa. Due appositi gruppi di lavoro stanno operando in stretto contatto per arrivare a definire l’elenco di quegli Accordi che potranno essere di fatto superati dal futuro Accordo di Associazione (o addirittura lo sono già), e quali invece sarebbe opportuno mantenere in vigore; valutazioni queste delle quali i Parlamenti dei due Stati saranno poi chiamati a discutere.

Molto lavoro è stato effettuato sul piano interno, ma molto altro ci aspetta. La Direzione Affari Europei del Dipartimento Affari Esteri, supportata di volta in volta dal Gruppo Tecnico appositamente istituito e dal Consulente del Governo, prof. Roberto Baratta, ha più volte incontrato e continua a incontrare i rappresentanti delle categorie economiche, sociali e imprenditoriali del Paese (imprenditori, sindacati, banche, liberi professionisti, lavoratori autonomi…), illustrando il cammino intrapreso e fornendo elementi di riflessione e di approfondimento che dovranno essere poi confrontati e discussi, per arrivare a decisioni il più possibile condivise da utilizzare nel corso dei negoziati.

Dovrà proseguire l’attività in collaborazione con l’Università sammarinese per cercare di raggiungere l’ambizioso obiettivo di creare un Centro Studi di respiro internazionale, così come ricordato nell’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale nel dicembre 2014; contemporaneamente vogliamo intensificare gli sforzi per arrivare a fornire a tutti i cittadini un’informazione precisa e comprensibile di cosa potrà rappresentare per il Paese il cammino intrapreso per una integrazione nel Mercato unico europeo.

Dopo aver riassunto il percorso fatto e gli impegni che a breve ci aspettano, vorrei infine sinteticamente evidenziare lo spirito che ci deve animare. Occorre essere estremamente chiari sugli obiettivi e sulle finalità del percorso che abbiamo intrapreso: come ho avuto già modo di riferire nella conferenza stampa di fine anno, è necessario imprimere nuovo slancio alla contrattazione e, per fare questo, dobbiamo mostrare con più determinazione le prospettive che il Paese si attende dall’Accordo di associazione ed evidenziare le criticità rispetto alle quali più difficile sarà per noi il percorso. Occorre predisporsi a un cambiamento di mentalità, abbandonando l’atteggiamento eccessivamente protezionistico a cui spesso si ricorre, per assicurare invece maggiore disponibilità alla reciprocità, a sostegno del percorso di integrazione in atto. L’intento è quello di definire in modo chiaro modalità e tempi del negoziato e, in un rapporto serrato con Andorra e Monaco, avere più forza nel prospettare soluzioni condivise e compatibili con le nostre rispettive realtà.

Concludo questo mio breve riferimento riaffermando dunque la necessità che il percorso di negoziazione con l’Ue possa godere della massima condivisione da parte di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale del nostro Paese. E’ bene che tutti noi diventiamo consapevoli dell’importanza epocale che l’Accordo di Associazione rivestirà per il nostro Paese: un’importanza determinata non solo dalla rilevanza che ha sul piano internazionale un’organizzazione sovranazionale come l’UE, ma, ed è questa la parte per noi più impegnativa, perché da quell’Accordo deriverà per San Marino la necessità di ridefinire l’assetto economico del Paese e, con esso, ridefinire i rapporti con gli altri Stati. Per questo motivo è fondamentale essere preparati e ben consci di ciò, a tutti i livelli, ognuno nel proprio campo.

La politica dovrà fare la propria parte, cercando di identificare al meglio quali sono le peculiarità nazionali da salvaguardare a tutti i costi e, nello stesso tempo, come trasformare una necessità di maggior integrazione in nuove opportunità; aggiornare cioè e agevolare la legislazione interna per consentire agli operatori e ai cittadini di poter usufruire dei vantaggi che offrirà l’integrazione europea, ma anche ridurre al minimo gli scompensi che inevitabilmente tale integrazione porterà con sé – perché nulla è a costo zero, niente ci verrà regalato – svolgendo quella funzione di guida che istituzionalmente è chiamata a svolgere. Sono certo che l’Aula comprenderà il senso di tutto ciò e non farà mancare il suo appoggio. Da parte della Segreteria di Stato e del Governo l’impegno per favorire tutto questo sarà da subito incentrato sul far sì che la Direzione degli Affari Europei insieme alla Missione di Bruxelles possano coinvolgere in un lavoro permanente il Comitato tecnico e poi, secondo una dinamica a cerchi concentrici, tutti i settori della gestione dello Stato fino a toccare tutti gli aspetti della vita economica e sociale del Paese”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento