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Pensioni, aperto il tavolo della nuova riforma

da Redazione

Categorie e parti sociali chiamate a contribuire al lavoro degli esperti. Sistema insostenibile, si cercano soluzioni. Chiesti dati e proiezioni.

 

di Daniele Bartolucci

 

Dopo gli annunci si è passati alla pratica: la riforma delle pensioni è ormai avviata ed entro l’anno, in verità settembre, potrebbe essere già inviata al Consiglio Grande e Generale per la sua approvazione. Il Consiglio Grande di fine anno, come noto, si è chiuso con dichiarazioni bipartisan (vedi Fixing nr. 47) sulla necessità di mettere mano all’attuale sistema pensionistico di San Marino, stante la difficoltà orami acclarata che i fondi pensione si possano sostenere in questo modo. Da una parte la diminuzione dei lavoratori contribuenti e dall’altra l’aumento dei pensionati (grazie anche all’aumentata aspettativa di vita), rendono il sistema “insostenibile”, per cui vanno trovate soluzioni che traguardino i prossimi venti o trent’anni come minimo, prima che la “riserva tecnica”, ovvero i quasi 400 milioni di euro accumulati fino ad oggi, vengano erosi di anno in anno.

Per questo “è dato mandato al Governo di presentare, entro il 30 settembre 2016, una proposta complessiva di riforma che riguardi il sistema previdenziale”, si legge nell’art. 61 della finanziaria appena varata, “affinché siano perseguiti i seguenti obiettivi generali: una maggiore autonomia e autosufficienza dei fondi pensione di cui alla Legge 11 febbraio 1983 n.15 e successive modifiche; assicurare le tutele previdenziali e salvaguardare gli interessi generali e i valori di solidarietà che ispirano il sistema di sicurezza sociale sammarinese; un patto intergenerazionale affinché siano equamente distribuiti gli oneri previsti sulle diverse fasce di età e non gravino in particolare solo sulle giovani generazioni”.

Nove mesi è il tempo che si è dato il Governo per dare sicurezza non solo ai conti dello Stato ma anche al futuro dei lavoratori.

Martedì 12 gennaio si è svolto l’incontro sul tema “sostegno alle nuove generazioni, e indirizzi di intervento sul fondo pensioni”, voluto dal Segretario di Stato alla Sanità e Sicurezza Sociale Francesco Mussoni, per discutere con le associazioni di categoria, le forze politiche e movimenti politici, i sindacati, le Federazioni Pensionati, Fondiss e con il Consiglio della Previdenza Sociale. Il Segretario Francesco Mussoni ha quindi aggiunto che “è stato solo un primo incontro voluto con tutte le istituzioni interessate all’argomento, coinvolgendo un gruppo di persone che dovrà portare un sostegno concreto alle prossime generazioni della nostra Repubblica”. Durante il dibattito, alcuni dei presenti hanno chiesto spiegazioni più tecniche riguardo ai rischi che sta correndo, o correrà il sistema al regime attuale e nessuno ha messo in dubbio che l’ultima riforma abbia di fatto messo in discussione la sua sostenibilità, “scaricando” il peso di pensioni forse di manica troppo larga sulle future generazioni. Del resto se per i pensionati attuali si parla di un tasso di sostituzione pari all’ultima retribuzione o quasi, per chi andrà in pensione nei prossimi anni difficilmente si prospetta un 60-65%. Comprensivo già di quello che il Fondiss dovrebbe o potrebbe aggiungere alla pensione ordinaria. Inoltre, con l’aumento dell’aspettativa di vita, si aggiunge anche il problema, economico finanziario, che la riserva tecnica del fondo pensione, di circa 350-400 milioni di euro (all’apice del suo incremento, che dovrebbe continuare ancora per qualche anno), potrebbe venire azzerata nell’arco di pochi anni, forse anche meno dei venti preventivati dai tecnici incaricati dal Governo oltre un anno fa.

Gli stessi esperti, presenti all’incontro, stanno elaborando una proposta di riforma, a cui tutte le parti sociali sono chiamate ora a dare un proprio contributo di idee. Base di partenza, come è stato chiesto, sono però i dati attuali riferiti a chi e a quanti percepiscono le pensioni, ma anche a quanti versano regolarmente i contributi. E, nel caso, se questi dati siano già stati verificati attraverso puntuali controlli sui diretti interessati. Una volta chiarito il quadro di riferimento, si potrà decidere dove e come intervenire, modificando l’attuale sistema e inserendo le innovazioni necessarie per dare concretezza al titolo dell’incontro: per le generazioni future, appunto, e non per chi una pensione già la percepisce.

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