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Pensioni: nove mesi per salvarle

da Redazione

Da una parte la diminuzione dei lavoratori contribuenti e dall’altra l’aumento dei pensionati (grazie anche all’aumentata aspettativa di vita), rendono il sistema “insostenibile”.

 

Il Consiglio Grande di fine anno si è chiuso con dichiarazioni bipartisan (vedi Fixing nr. 47) sulla necessità di mettere mano all’attuale sistema pensionistico di San Marino, stante la difficoltà orami acclarata che i fondi pensione si possano sostenere in questo modo. Da una parte la diminuzione dei lavoratori contribuenti e dall’altra l’aumento dei pensionati (grazie anche all’aumentata aspettativa di vita), rendono il sistema “insostenibile”, per cui vanno trovate soluzioni che traguardino i prossimi venti o trent’anni come minimo, prima che la “riserva tecnica”, ovvero i quasi 400 milioni di euro accumulati fino ad oggi, vengano erosi di anno in anno.

Per questo “è dato mandato al Governo di presentare, entro il 30 settembre 2016, una proposta complessiva di riforma che riguardi il sistema previdenziale”, si legge nell’art. 61 della finanziaria appena varata, “affinché siano perseguiti i seguenti obiettivi generali: una maggiore autonomia e autosufficienza dei fondi pensione di cui alla Legge 11 febbraio 1983 n.15 e successive modifiche; assicurare le tutele previdenziali e salvaguardare gli interessi generali e i valori di solidarietà che ispirano il sistema di sicurezza sociale sammarinese; un patto intergenerazionale affinché siano equamente distribuiti gli oneri previsti sulle diverse fasce di età e non gravino in particolare solo sulle giovani generazioni”.

Nove mesi è il tempo che si è dato il Governo.

Nove mesi per dare sicurezza non solo ai conti dello Stato ma anche al futuro dei lavoratori.

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