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Vacanze di Natale, i sammarinesi hanno voglia di viaggiare

da Redazione

Parigi soffre il “post 13 novembre”, in discesa quasi tutte le Capitali. Bene la Spagna e i Paesi di “caldo e sole”, ma anche USA e Oriente.

 

di Alessandro Carli

 

Com’era facilmente intuibile, l’effetto Parigi del 13 novembre ha colpito anche i viaggiatori sammarinesi che, per il ponte festivo tra Natale e Epifania, ha quasi escluso la Torre Eiffel. Nonostante la psicosi però, e nonostante un lieve calo delle richieste, i cittadini del monte Titano hanno voglia di cambiare aria, di concedersi qualche giorno lontano dalle Tre Torri.

Il crollo verticale (e, ci auguriamo, temporaneo) di Parigi, per San Marino Viaggi e Vacanze, è stato in parte sostituito con la Spagna, Barcellona e Madrid su tutti.

Parigi depennata anche per i clienti di Aloha Viaggi. “Solitamente, dopo un fatto drammatico come quello che ha colpito la Capitale francese il 13 novembre, i viaggiatori impiegano più o meno un mese e mezzo per ‘metabolizzare’ e ritrovare la fiducia” racconta Elena, che, dopo aver annotato in questa coda dell’anno un “calo di richieste rispetto alla fine del 2014”, traccia una “mappa” delle mete più (o meno) cercate. “I viaggiatori oggi hanno sempre un occhio attento sui fatti di cronaca e stanno riscoprendo anche altre capitali e grandi città: Praga, Valencia, Budapest, Barcellona e Madrid”.

Le richieste per la neve sono quasi nulle, così come (ma solo per questo periodo), New York. Bene, molto bene, il caldo: “Abbiamo venduto le Mauritius e il Sud America, così come l’Oriente. Soffre invece l’Oceano Indiano, il Kenia in particolare”.

In ottobre Aloha Viaggi ha venduto un viaggio in Iran (“Con la guida” sottolinea Elena) e uno in Palestina. Tra le mete più originali vendute da Aloha, Sri Lanka.

“Il target dei nostri clienti è molto vario – prosegue Elena -, andiamo dalla famiglia alle coppie, passando per i viaggi di nozze”. Pochissimi invece i viaggiatori della “terza età”. Sotto Natale e Capodanno i viaggi durano dai 3 o 4 giorni per le capitali ai 10 per i tragitti più lunghi. Infine, una nota sull’aeroporto di Rimini e San Marino: i problemi che hanno più che dimezzato i voli del “Fellini” non ha avuto ricadute sul flussi di Aloha, che spesso si appoggia al Marconi di Bologna.

Performance in crescita rispetto al 2014 per l’agenzia Colony Viaggi: le scelte dei clienti per le prossime festività sono ricadute sugli Stati Uniti d’America, i Caraibi e l’Oceano Indiano. Gettonata anche Parigi, poco invece Londra, così come le “capitali last minute” e le crociere. C’è soprattutto voglia di caldo, quindi Cuba, Santo Domingo, Zanzibar, Cajo Largo e Messico. In media i viaggiatori – quasi tutti coppie e famiglie a quasi tutti inseriti nella fascia 25-50 anni – chiedono almeno una settimana.

“Quest’anno – ammettono in Colony Viaggi – sono un po’ mancati i gruppi di giovani che scelgono, per circa tre o quattro giorni, le capitali europee”.

 

LA PAURA NON ABITA A LONDRA

L’aria che si respira tra la Carnaby, la Regent, la Bond e la Oxford street – il cuore dello shopping e della movida notturna di Londra – nei giorni che anticipano il Natale (10-13 dicembre), sembra filtrata dal cuscinetto geofisico rappresentato dalla Manica. La “City” legge con attenzione i fatti e le tensioni di Parigi, ma non rinuncia alla sua voglia di camminare, fare acquisti, visitare i musei e fermarsi nei pub. I corpi di polizia che girano per le strade (e che i turisti riconoscono dalle divise di ordinanza) non sono né più né meno di quelli che si incontrano durante gli altri periodi dell’anno. I giornali locali sottolineano la massiccia presenza della polizia in borghese nei luoghi “caldi” della “Big smoke” ma le persone, sia i londinesi che gli stranieri, non ci fanno molto caso. Le file nei negozi “must” – Top Shop di Oxford Circus, ma anche Primark e i negozi di oggetti kitsch – sono la conferma visiva della serenità (forse un po’ apparente) con cui le persone “vivono” la città. I controlli nei musei sono ordinari, molto meno però quelli all’aeroporto di Stansted, testa di ponte (e di ingresso e uscita) dalla Capitale dove in check in è molto dettagliato e fermano i bagagli a mano anche solo per uno smalto per le unghie. Londra, in questo dicembre post mattanza parigina, non rinuncia alla sua anima: quasi tutte le fermate del tube pullulano di gente che viene e che va, si sposta, mangia, si trucca, va a teatro. La “mia” Londra ha avuto come base Victoria station e poi, in tre giorni, ha toccato la British library, poi Baker street, le vie dello shopping, la Tate modern e la Tate british, la National gallery, due musical (sold out sia quello delle due di pomeriggio che quello delle otto di sera), Brick Lane (una delle zone dei mercatini), una passeggiata lungo le rive del Tamigi e una cena nei Docks, una zona completamente recuperata e oggi molto frequentata anche grazie a pub storici e ristoranti raffinati. Ovunque, nemmeno una parvenza di paura, anzi: la voglia di normalità ti appare in ogni angolo, dal gruppo di amici e amiche in abiti da Babbo Natale agli inglesi a passeggio con il cane sino alle famiglie con bambini piccoli e passeggini che “fanno le vasche” nelle vie più “in”. Londra mantiene il suo stile british anche dopo “Paris 13 novembre 2015”, e con lei i tantissimi turisti che la affollano, e che escono dai suoi negozi con un sorriso.

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