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San Marino, anche gli insegnanti sammarinesi sono pronti a mobilitarsi

da Redazione

Si preannuncia un Natale “caldo” per il Governo, poiché anche gli insegnanti sono pronti a farsi sentire. Dopo il comunicato dei medici ospedalieri, anche gli insegnati minacciano di muoversi per fare valere i loro diritti. Il problema del precariato grava su tutte le categorie di lavoratori e non riguarda solamente il personale impiegato presso l’ISS. In questo caso infatti, portiamo all’attenzione dell’opinione pubblica e del Governo, le problematiche che affliggono un altro settore egualmente fondamentale per lo sviluppo e il futuro di un paese civile e democratico: la scuola.

Come insegnanti rivendichiamo la peculiarità professionale e l’importanza della figura del docente impiegato in ogni ordine e grado di scuola, sia per quanto riguarda l’educazione, la formazione umana e personale dell’individuo, sia per la qualità dell’istruzione ricordando che il nostro lavoro va ben oltre l’orario e il calendario scolastico. Anche la nostra attività professionale va affrontata con procedure diverse rispetto agli altri settori della Pubblica Amministrazione, in maniera chiara e responsabile.

Chiediamo regole certe e ben definite, stabilite una volta per tutte, in modo tale che si ponga fine all’insana abitudine di creare leggi fatte male e oltretutto retroattive (nel senso che vengono applicate a personale che già lavora sotto la PA da anni mentre andrebbero attivate con preavviso e applicate ai nuovi assunti). Le casse dello Stato non si possono più permettere errori del genere e altri sprechi, specialmente ora che le risorse finanziarie sono esaurite e che il Governo non sa come reperirne di nuove per riattivare l’intera economia sammarinese. È arrivato il momento di dire basta alla gestione scellerata dei lavoratori pubblici di cui si parla, troppo spesso, solo a fini propagandistici, che nulla ha a che fare con un reale interesse per il fabbisogno e il miglioramento dell’efficienza dei servizi erogati.

Siamo pronti a tutto, anche a scendere in piazza se necessario, affinché siano eliminate le disparità economiche e di trattamento giuridico tra noi insegnanti e i nostri colleghi e non ultimo affinché venga rivista una bozza anti-precariato piena di errori e di incongruenze talmente palesi da saltare agli occhi anche dei non addetti ai lavori. Da parte nostra, abbiamo già elaborato una proposta da presentare al Governo, contenente le nostre richieste e le varie correzioni.

Vogliamo essere ascoltati e interpellati nella stesura di un documento che ci coinvolge, che interessa la nostra carriera, la nostra professionalità e la nostra vita. Esigiamo che le nostre rimostranze siano ascoltate e considerate dal Governo.

In attesa che ci venga data la possibilità di farci sentire, ringraziamo pubblicamente il sindacato USL, attualmente unico portavoce delle nostre idee e unico nostro vero rappresentante ai tavoli di lavoro. Ci auguriamo che i Sindacati CDLS e CSDL e il Segretario di Stato Giuseppe Maria Morganti, sull’esempio del Segretario di Stato Francesco Mussoni, si facciano anch’essi portavoce delle nostre legittime richieste.

 

Un gruppo di docenti precari

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