Home FixingFixing ANIS: “Tariffe basate sul reddito e apertura ai privati dove lo Stato risulta inefficiente”

ANIS: “Tariffe basate sul reddito e apertura ai privati dove lo Stato risulta inefficiente”

da Redazione

Come per tutta la PA anche per l’ISS è indispensabile una profonda ristrutturazione con l’obiettivo di rendere la sanità pubblica più efficiente e capace di attrarre anche non residenti con servizi d’eccellenza.

 

di Daniele Bartolucci

 

“Sono anni che sosteniamo l’esigenza di tenere sotto controllo la spesa corrente e ci preoccupa la previsione che vede questo capitolo di bilancio in crescita costante nei prossimi anni”, spiega William Vagnini, Segretario generale di ANIS.

“La revisione e riduzione della spesa pubblica, se vogliamo che venga mantenuto l’attuale livello di welfare, che riteniamo una grande conquista per la Repubblica, deve essere accompagnata dal completamento della riforma fiscale, in particolar modo del progetto di riforma delle imposte indirette, passaggio fondamentale per semplificare l’internazionalizzazione delle imprese e per le entrate del Bilancio dello Stato”. ANIS sollecita quindi la politica a ragionare anche in termini di sostenibilità nell’affrontare alcune scelte, come ad esempio la spending review: “E’ fondamentale”, spiega Vagnini, “che lo Stato si liberi di tutte quelle attività che non gli sono proprie e essenziali e svolge oltre che in maniera non del tutto efficiente anche a costi sicuramente molto più alti rispetto a quelli di un privato”.

In definitiva, “perché mantenere un servizio in deficit, quando potrebbe trasformarsi in un’entrata, se debitamente affidato al privato?” si chiede il Segretario generale di ANIS.

“Di esempi ce ne sono diversi, dai trasporti alla gestione delle strutture e delle attività sportive, culturali e ricreative. Capitolo a parte è poi l’ISS, che proprio in questi giorni, ha celebrato il 60esimo anniversario, alla cui cerimonia abbiamo partecipato anche noi con grande orgoglio”.

Come per tutta la PA anche per l’ISS è indispensabile una profonda ristrutturazione con l’obiettivo di rendere la sanità pubblica più efficiente e capace di attrarre anche non residenti con servizi d’eccellenza. Allo stesso modo si dovrebbe efficientare, per esempio, anche l’attività delle farmacie, implementando orari e servizi, permettendo, come avviene all’estero, l’ingresso dei privati nella gestione delle stesse, oggi invece totalmente in mano pubblica, con bilanci a volte in passivo per quanto riguarda quelle localizzate in zone non centrali. Ma anche quelle dislocate nei centri di maggior afflusso, a nostro avviso hanno margini di miglioramento: ad esempio, nonostante San Marino sia una meta turistica privilegiata, il servizio di molte farmacie non copre l’intera giornata. Il problema degli orari, che riguarda anche tutti gli altri servizi pubblici, con moltissimi Uffici chiusi mentre le imprese lavorano o mentre i cittadini hanno necessità, non sarebbe affatto un problema per un gestore privato, che garantirebbe quindi un servizio migliore in termini di orario e probabilmente anche di eterogeneità di prodotti, con conseguente maggiore incasso e, quindi, indirettamente, maggiori entrate per lo Stato. Considerato il fatto che oggi lo Stato versa oltre 64 milioni all’ISS, riteniamo opportuno fare queste valutazioni, partendo come detto dal presupposto che la nostra sanità pubblica sia una conquista da tutelare oggi e in futuro. Un pensiero che andrebbe condiviso da tutti i sammarinesi, abituati forse ad approcciarsi alla gratuità dei servizi pubblici in maniera a volte poco responsabile: lo si vede nel numero delle prestazioni cliniche, come le analisi del sangue, ma anche in quello dei medicinali che ognuno ha stipato in casa perché gratuiti. Quello che consideriamo un grande valore, che ha elevato la nostra qualità di vita, corre quindi il rischio di venire meno anche a causa di abusi e sprechi. Serve dunque un controllo più attento da parte dell’ISS e dei medici, ma anche uno sforzo da parte dei cittadini. Uno sforzo che potrebbe essere anche economico, a nostro avviso, se equamente calibrato in base al reddito. Per limitare abusi e sprechi nella sanità, ma anche per ridurre la spesa corrente si potrebbero differenziare tariffe e rette di alcuni servizi a seconda del reddito di chi vi accede, utilizzando lo strumento dell’ISEF così come è stato introdotto nel 2012. E’ un parametro obiettivo che permette di agire in maniera corretta ed equa, ma non si è ancora concretizzato”, lamenta Vagnini. Nel frattempo, però, si è dato slancio alla riforma fiscale e ANIS sostiene il completamento di questo nuovo quadro normativo con la riforma delle imposte indirette, con l’introduzione dal 1 gennaio 2017 dell’IVA sammarinese, l’IGC. A tal proposito, proprio in questi giorni si è acceso il dibattito sull’evasione fiscale, dopo l’accusa del Segretario alle Finanze Gian Carlo Capicchioni verso gli imprenditori: “Noi abbiamo centinaia di operatori che hanno un risultato economico inferiore o simile a quello dei propri dipendenti”, ha detto in Consiglio, “si tratta di dati incongruenti con quelle attività e con il tenore di vita che oggi quegli imprenditori conducono”. “Pur condividendo lo spirito che muove il Segretario nei confronti di chi oggi toglie risorse alla collettività non pagando le imposte che dovrebbe, lo invitiamo a specificare meglio quali siano questi imprenditori e a quali categorie appartengano, perché così si corre il rischio di colpire tutti, indistintamente”, chiosa Vagnini, “a partire da quelli che si sono sempre comportati onestamente, ma anche quelli che non provengono dal vecchio regime forfettario e che, di conseguenza, erano assoggettati ad accertamenti anche prima della riforma, come le imprese manifatturiere. Imprese che nonostante la crisi sono riuscite a mantenere l’attività qui a San Marino e oggi sono in grado di sostenere il sistema economico anche a livello occupazionale, tornando a investire e ad assumere”.

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