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San Marino Connessa: qual è lo stato dell’arte sul Titano?

da Redazione

Cesare Pisani (TISM): “Fra le aree di miglioramento vanno sicuramente inserite quelle relative allo sviluppo delle reti di nuova generazione sia fisse che mobile. Parliamo di fibra ottica (ultra-broadband) e di reti 4G”.

 

di Alessandro Carli

 

Banda larga diffusa praticamente al 100% dei cittadini sammarinesi, mentre siamo ancora indietro sulla copertura a banda ultra larga di rete fissa, con servizi cioè ad almeno 30 Mbps. Sono due tra i dati di maggior rilievo contenuti in “San Marino Connessa”, il prezioso report sullo stato dell’arte delle telecomunicazioni sul Titano, realizzato da Telecom Italia in collaborazione con Telecom Italia San Marino San Marino e presentato all’interno del Kursaal. Una fotografia che fa emergere alcuni punti di forza ma anche alcune criticità, come ad esempio i numeri sull’utilizzo del web. I cittadini che utilizzano Internet regolarmente a San Marino – si legge – sono il 69%, a 6 punti percentuali di distanza dall’obiettivo europeo 2015 e dalla media europea a 28 paesi. Riguardo ai servizi di eGovernment, secondo i dati di accesso al portale dei servizi della PA di San Marino elaborati dall’Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica, la percentuale di cittadini sammarinesi che utilizza servizi eGovernment è pari al 27%, rispetto a una media europea del 47%, mentre l’11% dei cittadini ha consegnato moduli compilati online (nello specifico la dichiarazione dei redditi), contro un valore medio europeo del 26%. San Marino ha invece raggiunto l’obiettivo al 2015 per quanto riguarda i cittadini che effettuano acquisti online, superando l’obiettivo del 50% di cittadini che fanno acquisti su Internet: il 68% ha ordinato o acquistato merci o servizi per uso privato online, contro una media europea del 50%. Passando infine al commercio elettronico delle imprese, secondo un’indagine realizzata da Telecom Italia San Marino nel mese di ottobre 2015 su un campione di 124 imprese con più di 10 addetti, la quota delle imprese sammarinesi che vendono online è pari al 15%, al pari della media europea, rimanendo ancora molto distante dall’obiettivo del 33% entro il 2015. Con l’ingegner Cesare Pisani, AD di TISM, facciamo il punto sul report.

In che voci può eccellere San Marino?

“Quanto emerso da questo primo report non ci lascia sorpresi. Le analisi condotte sul livello di penetrazione del servizio e sulle abitudini d’uso dei sammarinesi ci dimostrano che abbiamo lavorato bene. Copriamo il 100% della popolazione con il servizio broadband oramai da diversi anni. E siamo il paese con uno dei più alti tassi di acquisti on line. Obiettivi importanti raggiunti anche grazie al nostro Go to Market che ci vede impegnati, tra altro, in un servizio di consulenza ai nostri clienti attraverso il TISM Store, un vero e proprio punto di riferimento per l’ICT nella Repubblica di San Marino. La velocità di navigazione su rame è tra le più alte d’Europa. Il passo successivo è l’UBB e ci stiamo lavorando. Rispondendo alla seconda domanda, crediamo che questo piccolo grande Paese possa eccellere nell’innovazione. Internet ha un effetto moltiplicatore e permette anche a piccole entità di avere la potenza di fuoco dei grandi. E questo vale per imprese come noi, ma anche per gli Stati. Pensiamo a Livein.SM il sistema di localization marketing sviluppato da TISM. Questo sistema grazie alla collaborazione delle Segreterie del Turismo e del Territorio, di SMRTV, dell’UNIRSM, dell’ISS aggrega dati e contenuti che permettono a turisti e sammarinesi di vivere al meglio l’esperienza sul Territorio. Il servizio, lanciato a fine giugno, sta avendo un successo virale. Nell’ultimo GP sulla nostra pagina Facebook ha permesso di registrare 2 milioni di contatti”.

La sensazione è che i cittadini sammarinesi e le imprese siano molto attenti alle tlc, ma che manchino le infrastrutture. Strategico è il dialogo con la parte pubblica…

“Fra le aree di miglioramento vanno sicuramente inserite quelle relative allo sviluppo delle reti di nuova generazione sia fisse che mobile. Parliamo di fibra ottica (ultra-broadband) e di reti 4G. Il problema più urgente è la copertura mobile. Credo che ormai sia noto a tutti che Telecom insieme ai clienti è ‘parte lesa’ avendo sofferto e continuando a soffrire un danno economico e di immagine in quanto il cliente tende, a volte giustamente, ma non in questo caso, ad attribuire i disservizi all’operatore. Per noi il problema si doveva e si poteva risolvere da anni e in pochi settimane: abbiamo circa metà delle antenne che servono. Bastava che ci avessero autorizzato ad istallare le restanti e avremmo risparmiato tanto ‘stress’ a tutti. Il piano di ristrutturazione dei siti mobili sviluppato dalla Segreteria al Territorio e Telecomunicazioni va nella giusta direzione e se implementato rapidamente ci permetterà di dare un servizio adeguato sul 3G. Per il 4G – già attivo per quasi il 90% della popolazione nella vicina Italia – il problema non sono le antenne. Si possono utilizzare gli stessi siti. Ma occorre che ci vengano assegnate le frequenze e questo può essere fatto rapidamente essendo un semplice atto burocratico. Le frequenze sono già di fatto definite dal coordinamento con l’Italia. Per quanto riguarda l’ultra-broadband abbiamo già previsto nel nostro piano strategico importanti investimenti per i prossimi anni e con l’AASS stiamo valutando una collaborazione. Per noi è imprescindibile che tutti gli asset del paese vengano considerati e valorizzati. Anni fa, in anticipo rispetto alle migliore eccellenze mondiali, abbiamo costruito una rete di canaline molto capillare, nota come rete ‘Socrate’. Era un progetto in largo anticipo con i tempi. I miglioramenti nella capacità di processing hanno aumentato via via le performance del ‘rame’ allungandone la vita. Oggi riteniamo ci siano le condizioni economiche per attivare la rete Socrate, stendendo e illuminando fibra e portando servizi UBB anche a casa dei clienti (FTTH). La valorizzazione di questo asset è per noi un atto dovuto nei confronti degli azionisti ma anche, e forse soprattutto, nei confronti della comunità sammarinese che diversamente potrebbe subire costi e disagi per eventuali scavi. Inoltre è per noi essenziale che il modello e le scelte architetturali di rete permettano un business sostenibile. Siamo un’impresa che nel Paese dà lavoro a 46 persone, paghiamo tasse e fornitori e vogliamo continuare a farlo traguardando l’eccellenza su tutta la catena del valore”.

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