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Associazione Micologica Sammarinese: circa 1.000 alberi a rischio di eliminazione

da Redazione

SAN MARINO – Nel Consiglio G.G. di Novembre sono andate in prima lettura delle varianti al PRG e fra queste l’area per il Parco Scientifico Tecnologico a Galazzano in una zona (che combinazione, guarda caso) destinata a Parco. Che manchi una programmazione e una pianificazione urbanistica è ormai lampante, infatti prima si individua un’area a Faetano, poi si sposta a Cà Montanaro e infine a Galazzano. In questo paese le zone edificabili vengono tutte completate ritrovandoci poi un surplus di edifici vuoti e inutilizzati mentre invece, parchi e giardini, non vengono realizzati quasi mai, anzi, ultimamente sembra diventato di moda trasformarli in edificabili. L’area di Galazzano, di circa 3 ettari (30.000 mq.), è totalmente coperta da un bosco piantumato circa 15 anni fa dall’UGRAA e dove sono presenti circa 1.000 alberi.

Gli alberi non vengono mai considerati come patrimonio e vengono regolarmente tagliati quando sono di intralcio al cosiddetto sviluppo economico (?), alla viabilità e alla speculazione edilizia. Il patrimonio arboreo ha un grande valore ambientale e abbattere alberi consentirà di avere un maggior carico inquinante dovuto al mancato assorbimento dei gas tossici provocati dal traffico. La pessima qualità dell’aria aumenterà ancora di più e aumenterà pure l’impatto delle aree urbanizzate che gli alberi in qualche modo possono mitigare. Distruggere il verde andrà a discapito della nostra salute e consentirà di aumentare le emissioni di CO2 peggiorando la qualità di quell’ambiente che si godranno i nostri figli. Abbattere alberi adulti con la scusa poi di sostituirli con nuove piantumazioni (in realtà non succede quasi mai) è veramente una bufala in quanto, lo sappiamo benissimo, che ci vorranno decenni per riavere una massa arborea come quella esistente.

Ci chiediamo per quale ragione sia stata scelta tale zona, non basta la proprietà statale per giustificarla, qui andiamo a perdere 3 ettari di parco destinati alla collettività, oltretutto coperti da un bosco. Questa doveva essere una zona filtro tra la zona residenziale e quella industriale, se davvero vogliamo salvare quel poco di territorio rimasto dobbiamo dire basta alle nuove costruzioni e puntare sul recupero dell’esistente riqualificando le brutture che abbiamo realizzato in passato e ci accingiamo a costruire anche ora!

Prima dell’approvazione definitiva in Consiglio l’AMS chiede:

– che sia reso pubblico il parere del Comitato Tecnico Scientifico; tale parere è previsto dalla Legge Quadro della Tutela Ambientale (Legge n° 126 del 16/11/1995) in risposta a tutte le specifiche previste agli art. 2/punto b, e agli art. 6, 7, 8;

– conoscere l’impatto di tale complesso attraverso una Valutazione di Impatto Ambientale;

– redarre un Piano Particolareggiato dettagliato e, possibilmente un progetto di massima del Parco Scientifico Tecnologico al fine di verificare l’occupazione del suolo delle zone edificate, delle strade e dei parcheggi per poter così determinare quanti siano gli alberi da abbattere;

– prevedere una compensazione edilizia di circa 3 ettari all’interno del Castello di Serravalle e non in un altro Castello, come fatto per il “Polo del lusso” a Rovereta.

Ancora una volta perdiamo un’occasione per invertire la tendenza e poter salvare quel poco territorio rimasto; mitigare il consumo del suolo e salvaguardare il territorio è certamente più costoso ma sono obiettivi molto più importanti di qualsiasi nuovo intervento anche se realizzato in bioedilizia perché sono sempre cemento e asfalto che prendono il posto del verde e degli alberi.

 

Associazione Micologica Sammarinese

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