Home categorieComunicati Stampa L’intervento di Pasquale Valentini al 22° Consiglio Ministeriale dell’OSCE

L’intervento di Pasquale Valentini al 22° Consiglio Ministeriale dell’OSCE

da Redazione

L’intervento di Pasquale Valentini, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e Politici Capo della Delegazione Sammarinese al 22° Consiglio Ministeriale dell’OSCE.

“Signor Presidente,

Eccellenze,

innanzitutto desidero ringraziare il Governo serbo per la generosa ospitalità nella bella Belgrado. Mi congratulo inoltre con la Presidenza serba dell’OSCE per l’eccellente lavoro svolto.

E’ difficile, direi impossibile, intervenire oggi senza avere nella mente e nel cuore i fatti di terrorismo degli ultimi tempi, segno di un’accelerazione terroristica caratterizzata da efferati atti di violenza, che continuano a colpire prevalentemente persone innocenti nei gesti della loro quotidianità, attacchi rivolti intenzionalmente a provocare incertezza e paura nella popolazione dei nostri Paesi e a mettere in discussione i principi e le conquiste di civiltà che sono alla base della convivenza fra i popoli e le nazioni.

Il Parlamento della Repubblica di San Marino, mosso da orrore e indignazione e sostenuto da una solida tradizione di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ha risposto significativamente a questa provocazione con una mobilitazione di tutte le forze politiche e con l’approvazione unanime di un Ordine del Giorno nel quale si esprime la consapevolezza che la gravità di quello che è accaduto, mettendo a nudo la vulnerabilità del mondo occidentale nei confronti della minaccia terroristica transnazionale, segnala in modo drammatico la necessità di una svolta nel modo di porsi dell’intera Comunità internazionale.

Il pensiero commosso alle vittime e alle loro famiglie e alle loro comunità di appartenenza e i sentimenti di vicinanza alla popolazione e alle istituzioni non possono bastare, se la comunità internazionale non saprà dar vita ad un’azione unita e ben coordinata che nella sua determinazione sappia essere una risposta efficace e concreta a questa cultura dell’odio e della violenza che il terrorismo cavalca ed alimenta. Per lo stesso motivo, questa concretezza e questa determinazione non possono non segnare l’agenda dei nostri lavori, sia nei contenuti che nel metodo, costringendoci a riconoscere inderogabilmente alcune priorità.

La risposta alla violenza efferata del terrorismo, che per le modalità con cui si sta manifestando ha le caratteristiche di una “guerra dichiarata”, non può essere un’azione di guerra reattivamente posta, uguale e contraria a quella subita. La guerra non è mai la soluzione perché la sicurezza non si costruisce con le armi ma con l’educazione dei popoli ad una cultura della accoglienza, della solidarietà e della tolleranza. Se la risposta dovesse implicare inevitabilmente anche l’ipotesi di un’azione armata, questa non dovrà avvenire senza un coinvolgimento pieno degli organismi della comunità internazionale, all’interno dei quali vengano prima esperiti tutti i tentativi possibili e immaginabili per trovare soluzioni negoziali nelle quali l’interesse comune, teso ad evitare l’acutizzarsi e l’estendersi di atti di guerra e di prevaricazione su intere popolazioni, con il conseguente sacrificio di vite umane, possa prevalere sull’interesse nazionale o sull’affermarsi della logica dei blocchi contrapposti.

E’ opportuno domandarsi quanto dell’incremento del flusso migratorio che sta investendo l’area OSCE, con conseguenze sul piano umano, sociale ed economico difficilmente sopportabili, possa esser stato generato da conflitti che anche l’Occidente ha alimentato senza considerare adeguatamente le prospettive di determinate azioni e senza ricercare una coesione oltre gli interessi nazionali. Va sottolineato altresì, a testimonianza dell’importanza del coinvolgimento degli organismi internazionali nel ciclo dei conflitti, l’intervento e l’opera particolarmente rilevanti dell’OSCE.

Allo stesso modo la crisi in Ucraina è una grande opportunità per l’OSCE per dimostrare la sua flessibilità, rapidità, rilevanza ed efficacia come mediatore e come “de-escalator”. San Marino ha seguito molto da vicino l’evolversi di questa crisi e continua a sostenere il lavoro del gruppo di contatto trilaterale. Ora proprio questa esperienza può rivelarsi un utile punto di partenza per ristabilire e far crescere la fiducia gli uni negli altri e ritornare a ricercare un dialogo sincero diretto alla pace e alla stabilità.

Per il raggiungimento di tali obiettivi è fondamentale il sostegno all’OSCE attraverso il costante aggiornamento dei suoi meccanismi e dei suoi strumenti, promuovendo i regimi di non-proliferazione e la cooperazione, per migliorare il nostro dialogo sulla sicurezza. E importante inoltre è che i nostri Paesi si impegnino nella lotta alla corruzione e nella promozione del buon governo, affinché tutti i diritti umani e le libertà fondamentali vengano rispettati, eliminando ogni forma di discriminazione e promuovendo il dialogo e la tolleranza verso tutte le religioni, sostenendo l’OSCE nel suo lavoro per l’eliminazione della pena di morte in tutti i casi e della tortura.

Signor Presidente,

con questa consapevolezza e con questa speranza San Marino reitera il suo sostegno alla struttura e alle istituzioni indipendenti dell’OSCE, all’Assemblea Parlamentare e alle Missioni sul campo che costituiscono la spina dorsale della nostra Organizzazione.

Per concludere, offriamo il nostro sostegno e i nostri migliori auguri alle prossime presidenze di turno tedesca ed austriaca”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento