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Consiglio Grande e Generale: i Giovani Imprenditori e le nuove attività nei Centri Storici

da Redazione

Il Progetto di legge proposto dal consigliere Alessandro Cardelli, Pdcs, è stato approvato con 27 voti a favore, 16 contrari e 5 astenuti. Il report di San Marino News Agency.

 

SAN MARINO – Nel pomeriggio del 25 novembre i lavori ripartono dal comma 17, con l’esame dei 16 articoli del “Progetto di legge ‘legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici'”, proposto dal consigliere Alessandro Cardelli, Pdcs, che viene infine approvato con 27 voti a favore, 16 contrari e 5 astenuti.

Nel corso dell’esame dell’articolo 2 “Soggetti beneficiari” si apre un dibattito in cui i consiglieri di minoranza sposano le preoccupazioni sollevate nei giorni scorsi dalle associazioni di categoria. Sotto la lente dell’opposizione c’è il rischio di eventuali distorsioni, rispetto alla possibilità di intestazioni di società già esistenti ai giovani, mirate unicamente ad ottenere sgravi e incentivi fiscali, ma non rispettose dello spirito della legge. Dalla maggioranza si propone, per prevenire tali distorsioni, di incaricare il comitato valutatore a predisporre un regolamento per prevenire il fenomeno del prestanomismo. La proposta non convince la minoranza, ma l’articolo 2 viene comunque approvato con 29 voti a favore 15 contrari e un astenuto.

All’articolo 7 “Benefici”, da Sinistra Unita e Civico 10 è stato presentato un emendamento aggiuntivo “Articolo 7 bis, incentivi per attività nel centro storico della Capitale”, respinto con 33 voti contrari, 9 a favore, un astenuto. Stessa sorte anche per il secondo emendamento, presentato sempre da Su-C10,

all’Articolo 9,”Verifica della domanda”. L’ emendamento, volto a modificare la composizione del Comitato Valutatore, viene infatti respinto con 25 voti contrari, 14 a favore e 3 astenuti.

L’Aula passa ad affrontare il “Progetto di Legge “Modifiche urgenti alla Legge Qualificata 11 maggio 2007 n.1”, presentato dal movimento civico Rete. Il provvedimento viene ritirato a fronte dall’accoglimento, a maggioranza, di un Ordine del giorno che impegna l’esecutivo a presentare entro marzo 2016 un progetto di legge che ne recepisca i contenuti.

Con la votazione dell’Odg, si concludono i lavori e termina la sessione consiliare di Novembre.

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Comma 17. Progetto di legge “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici/approvato con 27 voti a favore, 16 contrari e 5 astenuti.

Articolo 2. Soggetti beneficiari

Andrea Zafferani, C10: “In questo articolo uno dei punti su cui le associazioni hanno mosso rilievo. Ovvero la possibilità che si verifichino distorsioni nel caso dell’intestazione del 51% della compagina societaria a un giovane per ottenere una marea di incentivi. E’ un aspetto che ha una sua sostanza cui io stesso in Commissione non avevo pensato e credo che non ci abbia pensato nessuno. Lo dico senza critica, può capitare. Ma rientra in quelle tematiche che non è possibile risolvere con un intervento regolamentare. La legge consente un uso distorto della norma. Lascio questa riflessione, c’è il rischio venga rilevata un’impresa grande, esistente, da una compagine societaria composta sì da giovani, ma anche da imprenditori avviati che non abbiano bisogno di incentivi. E’ un’osservazione pertinente. Servirebbe un correttivo”.

Guerrino Zanotti, Psd: “All’articolo 12 si dice che il comitato valutatore ha facoltà di adottare un regolamento per individuare i reali beneficiari di questo intervento legislativo. Siccome non possiamo più intervenire nell’articolato su questa sede, si potrebbe mettere a verbale un invito al comitato valutatore di predisporre norme più stringenti per prevenire il prestanomismo”.

Marino Riccardi, Psd: “E’ opportuno affermare un principio, ovvero che con l’articolato fatto in questo modo si corre il rischio non solo del prestanomismo, ma anche che si intestino quote ai giovani solo per avere dei benefici. Bisogna trovare una soluzione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Accantoniamo questa legge e rivediamola, ci sono rilievi fondati e fortissimi da parte delle associazioni di categoria. C’è il rischio che non con abusi, ma rimanendo all’interno della legge, si verifichino distorsioni. Cerchiamo di fare cosa seria, bypassiamo, discutiamo con le parti in causa e poi possiamo riportare questa legge con procedura d’urgenza. Perché c’è urgenza per l’imprenditoria giovanile ma non si può procedere così, per sport, per dire a una parte di un partito che è stata brava”.

Mimma Zavoli, C10: “E’ chiaro che le cose possono essere sempre messe in discussione. Gli elementi di innovatività poi sono descritti in modo volatile. Siamo di fronte alla possibilità di dare sgravi ed è necessario che le condizioni siano sicure. Anche qui sarebbe il caso di rivedere la definizione”.

Milena Gasperoni, Psd: “Non ci stiamo sperticando a trovare giustificazioni ma, come ha riferito il collega Zanotti, c’è la possibilità di fare dei regolamenti. Se a livello normativo concordiamo sugli obiettivi e funzioni di questa legge semplifichiamo anche l’iter successivo”.

Luca Beccari, Pdcs: “Anche io penso che lo strumento del regolamento possa essere importante. Ma vorrei fare un passo indietro. Sul comma 2 dell’articolo 12, come emendato in commissione, viene sancito il principio di non ammissibilità per domande in continuità con iniziative imprenditoriali precedenti. E’ vero che non si possono prescrivere tutte le modalità di abuso, ma si dice che il comitato valutatore non può approvare il passaggio di proprietà di quote per esempio dal padre al figlio. Poi cosa si intende per innovazione: non potrà solo cambiare insegna o tovaglioli, ma dovrà essere con la valutazione dei progetti e i controlli a stabilire che l’iniziativa sia meritevole. Il regolamento prevederà una serie di criteri di valutazione. Non possiamo far passare il principio che qui ci si presta al fenomeno del prestanome e che questa possibilità sia una novità. Non dico che non sia un problema, ma è di fatto possibile anche oggi. Con il regolamento credo si possa trovare un assetto ottimale contro le distorsioni”.

Nicola Selva, Upr: “Non si può dire ‘andremo a cambiare con regolamenti e decreti l’articolato’. I giovani, visto che sono poprio loro a proporre la legge, devono avere l’umiltà di ripensarci, se no mi sembra usino lo stesso metodo democristiano usato da trent’anni a questa parte. Se tutte, e dico tutte, le associazioni di categoria dicono che qualcosa non va, non si può andare avanti come se niente fosse. Io non sono contrario a questa legge, credo che l’imprenditoria giovanile vada incentivata, ma i rischi sollevati possono accadere. Bisogna riprendere le cose e farle per bene per aiutare i giovani. Bisogna dare il meritato ascolto alle osservazioni delle categorie”.

Luca Santolini, C10: “Mi sembra che il provvedimento sia apprezzato da parte di tutto l’arco consiliare, non capisco perché quando arrivano osservazioni la si prende sul personale. Riteniamo che rinviare a un regolamento successivo sia un rimando inutile, come se la legge sia qualcosa di intoccabile, altrimenti si va a intaccare l’onorabilità di qualcuno. Visto il clima positivo su questa legge ritengo si possa invece trovare accordo tra tutti i gruppi per intervenire su questo aspetto”.

Marco Podeschi, Upr: “Questa legge è molto arzigogolata. Spesso la maggioranza attacca l’opposizione e ci dice che i nostri emendamenti sono scritti male e fanno schifo In questo caso allora voi avete fatto una legge in cui si dice tutto e il contrario di tutto. Mi dicono che gli uffici fanno fatica a spiegare ai cittadini quale tipo di agevolazione possano usufruire- abbiamo incentivi per questo, sgravi per quest’altro- ne abbiamo tantissime. Ci vorrebbe anche un po’ di buon senso, mi ha fatto impressione vedere tutte le associazioni di categoria schierate. Non dico che bisogna sempre ascoltare tutti, ma in questa legge ci sono in effetti forte incongruenze. Apprezzo gli sforzi per migliorare la legge in Commissione”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Capisco le buone intenzioni della norma, andare a dare incentivi dove manca impresa, ma trovo lussureggianti le difese della maggioranza. Non cerchiamo di difendere l’indifendibile”.

Remo Gianchecchi, Pdcs: “La legge ha un iter preciso. Questa legge è stata votata in Commissione e ce la ritroviamo in seconda lettura. Oggi vediamo che la legge non va bene. Le Commissioni funzionano ancora o sarebbe meglio, come succede per la Finanziaria, passare direttamente in Aula? Una riflessione servirebbe”.

Marco Gatti, Pdcs: “Faccio alcune riflessioni. Perché viene indicato in questo articolo, come beneficiario, solo un’impresa di diritto sammarinese? Perché per un’impresa estera con diritto italiano o lussemburghese che apre a San Marino non sono riconosciuti questi benefici. Una legge deve dare un’impostazione chiara sui principi generali e dare certezze, ma è anche vero che ci sono caratteristiche che possono mutare nel tempo per cui le norme o prevedono decreti delegati o regolamenti. Il fatto di poter cambiare delle caratteristiche per poter usufruire di alcuni incentivi, attraverso regolamenti che possono adattarsi al mutamento dei tempi, è qualcosa di valore. Le valutazioni espresse sulla possibilità di abusi, che con tutte le norme possono esserci, credo portino all’indicazione di Zanotti di mettere in capo al comitato valutatore la definizione dei criteri. Non sopporto si parli di prestanome perché è un fenomeno vietato per legge”.

Elena Tonnini, Rete: “Bisognerebbe stabilire anche cosa sia imprenditoria giovanile, qui si arriva anche 45 anni per le donne. Tutto l’impianto di sgravi e incentivi previsto in questa legge è sconsiderato perché non considera di fatto la necessità dello Stato di far fronte a tutta una serie di spese e di avere certe entrate. Questo articolo 2 si apre effettivamente a distorsioni perché di fatto di prevede la possibilità di rilevare imprese preesistenti per ottenere incentivi da parte di chi non potrebbe ottenerli. E si introduce a riguardo anche il concetto di innovatività estremamente labile”.

Tony Margiotta, Su: “Dove si parla di dare opportunità a giovani di mettersi in proprio in centri storici si deve dare strumenti chiari, al di sopra di ogni dubbio, Anche noi siamo assolutamente contrari e ci uniamo al coro di chi ha criticato questo punto e chiediamo di intervenire subito”.

Alessandro Cardelli, Pdcs, repliche: “Su questo articolo si è alimentato un lungo dibattito. E’ chiaro che vogliamo vietare distorsioni. E’ proprio il punto sottolineato al primo comma. D’altro lato la legge pone un altro paletto importante, in caso di subentro all’interno dello stesso nucleo familiare è vietato fino alla grado di parentela di secondo grado, ad eccezione che ci sia un forte grado di innovatività. Queste preoccupazioni sono anche le mie. Se c’è possibilità di mettere altri paletti in corso d’opera credo che il comitato valutatore abbia la facoltà di farlo. Credo sia un elemento di garanzia. La richiesta di mettere a verbale, come Consiglio, un’indicazione per il comitato, di elaborare regolamenti volte a evitare abusi, credo sia importante”.

Art. 7 bis “Incentivi per attività nel centro storico della Capitale”/emendamento di C10-SU respinto con 33 contrari, 9 sì e un astensione.

Andrea Zafferani, C10: “Con il nostro provvedimento prevediamo che per le società (aventi caratteristiche di cui al precedente articolo 2 e 6, lettera a) che entro il 31 dicembre avvieranno un’attività all’interno del centro storico della Repubblica di San Marino e che operano nei servizi di supporto allo studio e alle attività ricreative, anche serali, degli studenti, nella produzione e vendita di prodotti artigianali creati a San Marino o nell’immediato circondario e nell’enogastronomia, si applicano anche i seguenti incentivi: 1) l’esenzione totale dal pagamento dell’imposta sui redditi 2) l’azzeramento dell’imposta di registro del contratto di affitto, vendita o locazione finanziaria dell’immobile sede dell’attività di impresa 3) in deroga al precedente articolo 7, comma 1, lettera c), agevolazioni sull’affitto della sede dell’attività di impresa pari al 30% del canone di locazione per il 1° anno, del 20% per il 2° anno e del 10%per il terzo anno 4) l’innalzamento fino a 75.000 euro del contributo di cui alla lettera a) dell’articolo 3”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “La finalità del provvedimento è condivisibile, ma la ratio di questa legge si rivolge ai centri storici periferici. Che hanno esigenze diverse rispetto al centro storico di Città”.

Andrea Zafferani, C10: “In attesa di un progetto organico sul centro della Capitale che però non arriva mai si poteva fare qualcosa in questo senso. Noto però che quando le proposte provengono dall’opposizione non vengono mai accolte”.

Articolo 9. “Verifica della domanda” /C10-Su presentano emendamento per modificare la composizione del Comitato Valutatore che viene respinto con 25 voti contrari, 14 a favore e 3 astenuti.

Andrea Zafferani, C10: “Trovo questo sia uno degli articoli in cui la Commissione ha peggiorato la situazione, se in precedenza vi era una presenza da parte della politica minoritaria, ora invece la politica ha un ruolo assolutamente predominante. E’ un approccio che non condividiamo. Ancora mi chiedo perché vogliamo la politica che decida discrezionalmente l’erogazione dei benefici. Si dice che non si vuole discrezionalità, poi la si prevede. Non va bene, la politica non ha competenze tecniche. La nostra proposta prevede un comitato valutatore composto da due tecnici, il direttore della Camera di commercio e dal direttore dell’ufficio Industria o loro delegati. Diversamente, era meglio la versione iniziale con un rappresentante politico su 5, senza che questi avesse un ruolo predominante”.

Marco Podeschi, Upr: “Condivido quanto detto da Zafferani. In molte delle ultime leggi si è cercato di introdurre figure tecniche, in modo tale che ci sia una terzietà rispetto a chi decide.

Il problema qui è che è tutto il contrario. Altro aspetto, la figura del dirigente dell’ufficio industria, ormai avrà dei cloni, dei sosia ,perché sarà in 200 comitati. Tra l’altro c’è un’accentramento di potere enorme in questa figura. Poi non c’è una figura di riferimento dell’amministrazione fiscale. Quando parliamo tutti della politica che deve fare passi indietro e che sta entrando nella Pa, e facciamo una legge per i giovani, chi mettiamo nel comitato valutatore? I soliti segretari di Stato”.

Mimma Zavoli, C10: “Mi colpisce la volontà di mantenere alcuni capisaldi da parte di un giovane consigliere da cui ci si aspetterebbe al contrario la volontà di provare davvero a reimpostare modalità di costruzione di percorsi autorizzativi diversi. Dispiace che la politica non cominci a dire a se stessa di stare fuori da certi ambiti”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “E’ opprimente e imbarazzante la costante presenza politica che deve dare il suo giudizio su un progetto imprenditoriale. Rispetto alla definizione di comitato valutatore e dei suoi compiti, forse mi è sfuggito, ma non è prevista, mi pare, la possibilità di ricorso nei confronti delle sue decisioni. Credo sia un errore madornale. Oltre il fatto che sia un organo strettamente politico”.

Nicola Selva, Upr: “I giovani qui propongono vecchi sistemi di controllo politico. Resto esterrefatto. La politica non può occuparsi di tutto, soprattutto, le iniziative dei giovani non devono essere controllate dalla politica, ma solo guidate”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Abbiamo una legge scritta dal giovanile di un partito che non piace a nessuna sigla di associazioni datoriali, le quali per la prima volta, su una legge di 16 articoli, scrivono 18 pagine dove lsono smontati uno ad uno. Non piace neanche al Consiglio Generale, molti anche dalla maggioranza sostengono che bisogna fare attenzione. Poi alla fine il comitato valutatore, dove ci sono due segretari di Stato, deve fare un regolamento che ridà al potere esecutivo la possibilità di esercitare il potere legislativo. E’ il quadro plastico della situazione normativa sammarinese, dove non si capisce più niente”.

Tony Margiotta, Su: “C’è un emendamento di Cittadinanza attiva che Su ha presentato con i colleghi di C10 perché l’articolo originale è stato modificato in modo peggiorativo in Commissione. La politica deve fermarsi all’approvazione del progetto di legge, fermarsi all’elaborazione delle regole e lasciare la parte decisionale alle persone competenti, pagate per farlo. Diversamente c’è il dubbio sulla discrezionalità che ha caratterizzato questo Paese in passato”.

Alessandro Cardelli, Pdcs, replica: “La Commissione per l’imprenditoria si riunisce ogni sei mesi, un tempo troppo dilatato per esigenze delle imprese. Abbiamo deciso di ridurre la sua composizione e di lasciare la componente politica, come è stato già detto, perché questa legge prevede un forte investimento della politica nei confronti dei giovani. Per questo la presenza dei segretari di Stato è un elemento di monitoraggio e controllo delle risorse pubbliche. Come diceva Ciavatta è chiaro che questo articolo non piace alle associazioni di categoria che prima erano la maggioranza nell’analogo organismo e oggi non ci sono più nella valutazione dei progetti”.

Andrea Zafferani, C10: ” Se tutte le volte che si prevede un incentivo deve essere la politica a fare le valutazioni non usciamo più dalla logica della discrezionalità. Credo che le leggi debbano prevedere principi universali e che le valutazioni debbano essere fate in modo tecnico. Non ho molto da aggiungere, c’è proprio una differenza filosofica. Non parlate almeno di volontà di superare la discrezionalità e di dare certezze perché qui sono i segretari di Stato a decidere come e a chi dare”.

Dichiarazioni di voto:

Federico Pedini Amati, Indipendente: “Volevo esprimere vicinanza a Cardelli in questo progetto di legge che l’ha visto protagonista, suo malgrado. Sono certo che sono state messe a verbale tutta una serie di correzioni da fare. Le associazioni di categoria erano contrarie a portare la legge in questo modo, anche io la considero una forzatura. Intendimento finale di incentivo per la giovane imprenditoria mi trova d’accordo. Questa legge si poteva fin dall’inizio portare all’attenzione del Consiglio in modo diverso, in modo più condiviso con le associazioni di categoria”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ho già elencato una serie di motivazioni che ci convincono di non votare a favore a questo progetto di legge. Dal nostro punto di vista sono altre le strade da percorrere. La legge amplifica gli sgravi fiscali e contributivi previsti anche da altre legge. La legge è confusa, scritta male, carente, ambigua, tanto che in Aula anche colleghi di maggioranza hanno chiesto di scrivere a verbale impegni per delle modifiche successive. Il Consiglio è sovrano anche per tardare l’approvazione delle leggi per consentire un confronto. Di qui la nostra richiesta di ritirare questo progetto di legge. E’ legge che non avrà esiti se non in base ai desiderata dei segretari di Stato che faranno parte del comitato valutatore. Cari giovani, se volete aprire un’attività e beneficiare di quanto previsto, dovete inginocchiarvi davanti ai segretari di Stato. Questo il sunto di una legge che dovevamo rivedere”.

Marco Podechi, Upr: “Capiamo l’esigenza di dare una scossa al sistema economico in difficoltà ma la risposta è molto confusa. Il problema non sono gli sgravi ma capire perché le persone non investono in Repubblica. Temo che tra qualche mese ci saranno problemi interpretativi e mi dispiace ma dovrò dire che l’avevamo detto”.

Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “A nome di Bene Comune esprimo parare favorevole al Pdl, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti in Commissione per dare contributi e anche per evidenziare difficoltà. A fronte del dibattito si è migliorato il testo e sono emerse difficoltà e per risolverle il rinvio ad un regolamento flessibile può essere un vantaggio”.

Comma 18. Progetto di Legge “Modifiche urgenti alla Legge Qualificata 11 maggio 2007 n.1/Pdl ritirato, Odg approvato a maggioranza

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ una legge che non può cambiare le sorti di nulla, ma manifesta una vicinanza delle istituzioni a una serie di figure, quelle dei disoccupati, attraverso un’attenzione relativa alle occasioni in cui ci sono tornate elettorali. Il Pdl prevede semplicemente una piccola modifica nella legge qualificata elettorale che va a stabilire la creazione di due liste per chi andrà a fare scrutatori e presidenti di seggio. Una di queste sarà composta da chi versa in una situazione di disoccupazione e una da tutti gli altri. Le procedure di scelta sarebbero come ora, ad eccezione della priorità data a chi è iscritto ed è disoccupato. E’ una cosa di un impatto insignificante, il progetto può essere stralciato in caso il segretario di Stato dia la possibilità di cogliere l’indicazioni dell’articolo 1”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli Affari interni: “Concordo sul fatto che il Pdl non sia la risoluzione dei problemi dei disoccupati, ma è sicuramente un segno di sensibilità. La problematica può essere approfondita, abbiamo avuto un confronto con i proponenti, il congresso di Stato ha intenzione di predisporre modifiche normative in merito alle disposizioni elettorali e referendarie e suggerirei ai proponenti di valutare l’inserimento di questo principio contenuto nell’articolo 1 in un progetto più ampio, che è quello che stiamo predisponendo. Se si trova accordo di tutte le forze politiche credo si possanono recepire questi principi da presentare entro il mese di marzo prossimo”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Visto l’impegno preso dal segretario di Stato di presentare comunque una normativa in materia, diamo disponibilità a ritirare il Pdl dalla discussione a fronte di un Odg che affronti l’impegno del segretario di Stato a presentare entro marzo 2016 in Aula un progetto di legge. Do lettura dell’Odg, ‘Il Consiglio Grande e Generale (…) impegna il Congresso di Stato a recepire, nel Pdl che presenterà in prima lettura entro marzo 2016, le disposizioni previste nel progetto di leggo al comma 18 della presente sessione consiliare'”.

Dichiarazioni di voto sull’Odg/approvato a maggioranza

Valeria Ciavatta, Rete: “C’è un esigenza di coordinamento di alcune norme contenute in parte nella legge elettorale, in parte in quelle sul referendum e sulla campagna elettorale. Faremo una legge qualificata e rispetto alle specifiche competenze demandate a commissioni elettorali chiediamo non si metta mano. Non esageriamo con interventi normativi laddove non servono, ci deve essere questa capacità, non fissiamo queste competenze in una legge qualificata. Si metta solo ciò che è necessario. Noi ci apprestiamo a modifiche a legge elettorali che devono essere di questo tenore”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Voteremo favorevolmente l’Odg e alcune considerazioni espresse ora dal consigliere Ciavatta sono condivisibili. La modifica della legge elettorale deve essere frutto di un percorso condiviso, gli assetti devono essere conservati. A volte si sono attuati dei blitz nella modifica di questa legge e siamo contrari a queste avventure legislative. Ci deve essere un aggionamento politico di natura approfondita”.

Mina Oscar, Pdcs: “Mi associo alle considerazioni fatte dai colleghi Ciavatta e Giovagnoli. Esprimiamo parere favorevole all’Odg del movimento Rete”.

Andrea Zafferani, C10: “Sull’Odg è difficile non essere d’accordo, anche è strano dover sempre rinviare anche Pdl semplici come questi in attesa dell’intervento del governo. C10 e Su condivido l’appello dei colleghi precedenti sulla speranza che l’intervento si limiti esclusivamente agli aspetti tecnici e non intervenga su questioni sostanziali della legge elettorale”.

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