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Editoriale: il significato più profondo di “Unione europea”

da Redazione

Lì dove la politica e l’economia hanno parzialmente fallito, la mattanza avvenuta a Parigi ha creato quel senso di vera, sincera e commossa “cittadinanza” allargata e davvero unita.

 

di Alessandro Carli

 

A distanza di poco più di una settimana esatta dalle stragi compiute a Parigi, emerge un fatto che, al di là dei numeri delle vittime e di quello che verrà deciso durante il G20 di Antalya, merita una riflessione. Lì dove la politica e l’economia hanno parzialmente fallito, lì dove le distanze tra le Nazioni hanno subito una robusta accelerata dopo la crisi del 2008, lì dove il progetto di Unione europea è rimasto tante volte solo sulla carta, la mattanza avvenuta nella Capitale francese ha creato quel senso di vera, sincera e commossa “cittadinanza” allargata e davvero unita: dalla Repubblica di San Marino (oltre alle lettere della politica, anche la disposizione dell’esposizione in tutte le sedi istituzionali e in tutti gli uffici pubblici delle bandiere del Titano a mezz’asta) all’Italia (impensabile sino a 10 anni fa il gesto del calciatore del Brescia, Morosini, che dopo un gol ha baciato la bandiera francese), passando per tutti gli Stati europei e non. Il tricolore che ha dato una nuova luce ai monumenti più rappresentativi (Porta di Brandeburgo, Colosseo di Roma, eccetera) racconta più di mille parole. L’Europa, piangendo la scomparsa di 130 vittime innocenti, ha scoperto un senso profondo di appartenenza, di vicinanza. Di condivisione del dolore, ma anche di voglia di continuare a vivere, lavorare, divertirsi. E’ l’Europa delle persone e non delle istituzioni, è l’Europa della gente comune, delle famiglie, che una sera di novembre ha dimostrato al mondo intero, forse un po’ a sorpresa, il significato più profondo delle parole “Unione europea”.

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