Home FixingFixing ANIS-CEA: stretta di mano per camminare verso l’UE

ANIS-CEA: stretta di mano per camminare verso l’UE

da Redazione

Nei giorni scorsi l’Associazione degli Industriali ha incontrato la delegazione di Andorra. Stipulata un’intesa per formalizzare un rapporto di collaborazione e di scambio.

 

di Alessandro Carli

 

L’unione (europea) fa la forza. Due piccoli Stati, San Marino e Andorra, hanno avviato quasi in simultanea un percorso di associazione verso l’Unione europea. Accordo che di fatto andrà a superare quelli bilaterali sottoscritti con altri Paesi.

Due realtà che hanno molti punti in comune, un obiettivo da raggiungere, ma anche una serie di più che normali differenze.

Due Paesi che sino a pochi giorni fa erano distanti ma anche dopo l’incontro privato tra ANIS e CEA, la Confederaciò Empresaria Landorrana e organizzato all’interno della sede dell’Associazione Nazionale Industria San Marino, si conoscono meglio. E soprattutto hanno convenuto di stipulare un’intesa per formalizzare un rapporto di collaborazione e scambio. Seduti al tavolo il Presidente Xavier Altimir Planes, la Direttrice Sílvia Gabarre Iglesias, i membri del Consiglio di Amministrazione Meritxell Marsà (responsabile dell’Accordo d’Associazione con l’UE) e Miquel Angel Armengol (responsabile dell’Accordo di ssociazione con l’UE), Alberto Rossi, Console d’Italia ad Andorra, il Presidente ANIS Stefano Ceccato, il segretario Generale William Vagnini, Giulio Caramaschi e Romina Menicucci hanno affrontato diverse tematiche. Dallo scambio di informazioni sono emersi una serie di punti convergenti e alcune, naturali, differenze. Ampio spazio è stato dato alle quattro libertà dell’UE, in particolar modo a quella sulle merci (con un approfondimento sulle dogane: ad Andorra è presente una dogana “fisica”, a San Marino invece no), all’IVA, al mercato del lavoro, ai sistemi finanziari e ai rapporti con i rispettivi Governi e con gli Stati confinanti.

Il Presidente Xavier Altimir Planes, dopo aver spiegato che “per Andorra si tratta di un cambiamento epocale” e che “in questa fase è importante attivare una fase di coordinamento tra i Piccoli Stati”, ha chiesto alla delegazione dell’ANIS le priorità. Gli Industriali, ha risposto il Presidente Stefano Ceccato, “sono particolarmente interessati al problema delle dogane. San Marino ha in essere un accordo di unione doganale con l’Unione Europea”, che di fatto rappresenta un ostacolo per le imprese sammarinesi in quanto “devono sobbarcarsi oneri e costi in più rispetto alle imprese dell’unione”. Sarà strategico, ha approfondito William Vagnini, Segretario Generale ANIS, “arrivare a una semplificazione delle procedure per l’interscambio”. Una leva, ha proseguito Vagnini, “indispensabile per la competitività della imprese” in quanto un sistema automatizzato e informatizzato permetterà un sensibile alleggerimento dei costi e dei tempi.

Entrambe le parti si sono dette concordi sull’importanza dell’IVA, con la differenza che Andorra l’ha già adottata mentre il Titano, ha chiarito Ceccato, “è in una fase di passaggio. La Repubblica San Marino non è nel sistema IVA ma è già stata predisposta la normativa, che è stata oggetto di confronto tra Governo e parti sociali”. Sulla data di avvio dell’Imposta Generale sui Consumi (IGC: è questo l’acronimo scelto dalla Repubblica), i vertici di ANIS hanno affermato che la novità “verrà introdotta il 1° gennaio 2017”. Un passaggio fondamentale, hanno rimarcato Stefano Ceccato e William Vagnini, “per entrare con pienezza nell’accordo di cooperazione con l’UE”.

La nuova imposta avrà aliquote che verranno “calibrate” sui singoli settori in modo che non si corra il rischio di mettere in ginocchio le attività. Nel tempo poi potranno essere ritoccate verso l’alto.

Sia Andorra che San Marino hanno un “passato” in comune e un presente molto simile. Come il Titano, anche il piccolo Stato che confina con Spagna e Francia è stato tra i principali paradisi fiscali europei ma, al fine di rispondere alle pressioni internazionali, a partire dal 2010 ha iniziato un percorso di riforma del sistema tributario per renderlo compatibile con quello degli altri Paesi europei. Questo percorso ha consentito la stipula di accordi internazionali in materie fiscali e farlo uscire dalle black list dei Paesi a fiscalità privilegiata. E oggi, come l’antica terra della libertà, è pronta a dialogare e a integrarsi con l’Unione europea.

Il Presidente Xavier Altimir Planes ha poi avviato un confronto sulle rispettive economie. Mentre quella del Titano, come hanno spiegato Ceccato e Vagnini, contiene tutti i settori (industria, abbigliamento, meccanica, chimica, farmaceutica, ceramica, carta, eccetera), quella di Andorra si basa principalmente sul turismo e sulla produzione manifatturiera (soprattutto arredamento, sigarette e sigari). Durante il dialogo ha poi trovato spazio il Prodotto Interno Lordo (attualmente San Marino è attorno a 1 miliardo e 400 milioni, ad Andorra è superiore ai 3 miliardi di dollari), le leggi per gli investimenti e naturalmente il mercato del lavoro: il numero di dipendenti – San Marino ne conta circa 18 mila, di cui 4 mila frontalieri mentre Andorra si avvale di 2 mila frontalieri e di circa 38 mila persone che, come ha spiegato il Presidente CEA, “pagano i contributi alla previdenza” -, il costo del lavoro, i disoccupati (nel 2008 a San Marino erano circa il 4%, oggi invece sono circa 1.500 persone; sempre dal 2008 invece Andorra ha registrato un’emorragia di 8.000 lavoratori, specie nei settori delle costruzioni e dell’edilizia), le aziende, le residenze e il sistema finanziario, che a San Marino, dall’anno del crollo di Lehmann Brothers, ha subito una grossissima contrazione sia per quanto riguarda le banche operative (da 12 sono passate a 6) sia per quel che concerne la raccolta complessiva, scesa da oltre 14 miliardi a circa 7.

Per entrambe le Nazioni poi, dal 2018 scatterà lo scambio automatico di informazioni fiscali. Le banche di Andorra inoltre, ha sottolineato Xavier Altimir Planes, “possono operare anche in altri Paesi”, quelle dell’antica Repubblica hanno un raggio d’azione limitato ai confini di Stato.

Tra le difficoltà che ha riscontrato Andorra, anche l’export. Moltissimi prodotti difatti vengono importati. Questa “entrata” fa perdere lo status del marchio UE, che ricade poi inevitabilmente sull’export.

Un ampio “paniere” di argomenti, tutti i progress che – anche grazie all’intesa raggiunta tra ANIS e CEA –, verranno feedbacckati periodicamente e in maniera reciproca. Uno scambio sullo stato di avanzamento dei lavori, ma anche una coesione tra gli obiettivi da raggiungere.

Perché è sempre l’unione che fa la forza.

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