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Woodrow Wilson “USA” carta e penna

da Redazione

In occasione del conferimento della cittadinanza onoraria che San Marino gli donò, il 28esimo Presidente degli Stati Uniti scrisse “di pugno” i ringraziamenti. Ecco (parte) della vicenda, recuperata da Paolo Rondelli.

 

di Alessandro Carli

 

Poco più di un anno fa Paolo Rondelli, Direttore degli Istituti Culturali e Ambasciatore di San Marino negli USA, ha dato alle stampe un libro, minuto per dimensioni ma denso per contenuti, in cui ripercorre – con rigore filologico e attenzione alla storia – i “Cittadini onorari sammarinesi alla presidenza degli Stati Uniti d’America”.

Se il conferimento donato a Abramo Lincoln è diffusamente conosciuto (sull’argomento, anni fa, abbiamo dedicato un approfondimento con tanto di lettera autografa, ndr), meno lo è certamente quello che il 28 dicembre del 1918 fu assegnato al 28esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, Thomas Woodrow Wilson, “inquilino” della Casa Bianca dal 1913 sino al 1921.

Il dottor Paolo Rondelli ha scoperto questa importante pagine di storia “internazionale” dopo aver studiato a fondo gli incartamenti ritrovati presso l’Archivio di Stato. Una pagina che, a frammenti e concentrandoci soprattutto su due anni (1918 e 1919), vi proponiamo.

In una nota del 1919 Gozi, segretario di Stato per gli Affari Esteri, scrive che in data 16 aprile è stato “invitato con dispaccio” a presentarsi “alla residenza del Presidente (…) Wilson”.

Il primo cittadino degli USA, prosegue Gozi, “mi ha ricevuto nel suo Gabinetto e dopo i saluti d’uso mi ha invitato a sedermi”. Un incontro durato all’incirca 15 minuti e che si è svolto, chiaramente, in lingua inglese.

Davanti a Thomas Woodrow Wilson, il segretario di Stato sammarinese disse: “Signor Presidente, mi sento particolarmente onorato di essere stato incaricato dal Governo di San Marino per consegnare nelle vostre mani il Diploma di Cittadino onorario della Repubblica, conferitovi dal Gran Consiglio nella seduta del 28 dicembre (…). E’ questa la più alta distinzione di cui la nostra Repubblica può disporre, e Essa è stata gratissima dell’onore che le avete fatto accettandola. Essa ve l’ha offerta, Signor Presidente, come un omaggio reso al liberatore del mondo ed al Difensore del Diritto e della Libertà. La nostra Repubblica, la più antica, e quella degli Stati Uniti, la più Grande, hanno l’una e l’altra, il medesimo ideale e cioè il culto dell’onore e della Libertà”.

Dopo queste parole, Gozi presentò il Diploma “in un cartone legato con un nastro bianco e azzurro”. L’onorificenza fece molto piacere a Wilson. Queste le parole di Gozi riportate da Paolo Rondelli: “Il Presidente mi ha risposto che era stato molto sensibile al pensiero del Governo di San Marino, e che si sentiva molto onorato da questa nomina. Esso mi ha poi incaricato di presentare di nuovo i suoi ringraziamenti al gran Consiglio Generale e alle LL. EE. i Capitani Reggenti, unitamente ai voti, sincerissimi per la prosperità e la gloria della Repubblica”.

Se ad Abramo Lincoln il Diploma venne spedito (e, come riporta Rondelli, il Presidente “inviò alcune considerazioni tramite il rappresentante diplomatico sammarinese”), nel caso di Wilson l’onorificenza gli venne consegnata di persona a Parigi. Il 28esimo Presidente degli USA inoltre, a differenza del suo predecessore, “rispose vergando una missiva”.

Woodrow Wilson, si legge nel libro di Paolo Rondelli, venne anche invitato sul Titano, ma il Presidente degli USA declinò.

“Allo stato attuale delle ricerche – queste le parole scritte dal Direttore degli Istituti Culturali – del non è emerso il documento di invito a cui il presidente Wilson fa riferimento nella sua risposta, mentre è stato ritrovato nel carteggio del fondo della Segreteria Affari esteri il telegramma con cui Wilson accettò quella cittadinanza onoraria sammarinese che gli fu formalmente consegnata dall’Incaricato d’Affari Maurizio Bouquet a Parigi il 16 aprile 1919”.

Per onestà intellettuale e per rispetto dal lavoro dell’autore ci fermiamo qui, non prima di aver riportato una notizia perlomeno curiosa: il Presidente degli USA, nel periodo di Natale del 1918, scrisse a Progene Belloni. Nella missiva, erroneamente, lo chiama “governatore” e non “Capitano Reggente”.

La ricerca effettuata dall’autore però non si limita solamente a questo conferimento: con dovizia e precisione, che si esplicita anche attraverso il recupero dei documenti del tempo e la trascrizione (in inglese) dello scambio epistolare, Paolo Rondelli sviscera molti altri aspetti. In prima battuta inquadra la vicenda dal punto di vista storico (siamo alla fine della Grande guerra), ma tratta anche una richiesta – da parte del Titano – di finanziamento di otto milioni di dollari al governo americano. Perché? Le risposte le trovate nel volume, custodito nella Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino.

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