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Consiglio Grande e Generale: Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato (II)

da Redazione

Si riprende dall’articolo 16. Su richiesta anche di alcuni esponenti della maggioranza viene accolto l’emendamento in subordine di Cittadinanza Attiva che prevede l’abrogazione del comma 2. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Nella seduta serale prosegue l’esame dei 31 articoli del Progetto di legge “Modifiche alla Legge 23 dicembre 2014 n.219 e Variazione al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2015”. Si riprende dall’articolo 16. Su richiesta anche di alcuni esponenti della maggioranza viene accolto l’emendamento in subordine di Cittadinanza Attiva che prevede l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 16 ossia quello che andava a togliere il tetto allo stipendio dei manager degli istituti privati che hanno ricevuto contributi di sostegno dallo Stato. La seduta è proseguita oltre la mezzanotte tra le proteste dell’opposizione. Si è così deciso di interrompere la seduta alle 2 dopo l’approvazione dell’articolo 23

Di seguito un estratto dei lavori:

Articolo 16 (“Tetto delle retribuzioni e dei compensi”)

Luigi Mazza (Pdcs Ns): Il primo comma dell’articolo 16 che riguarda il d.g. di Banca Centrale resta invariato. Sul seconda comma che invece toglie il limite del tetto di retribuzione per tutti i soggetti privati, che hanno ricevuto un sostegno di Stato, abbiamo ritenuto accoglibile l’emendamento in subordine presentato da Rete e Cittadinanza Attiva che limita l’abrogazione al comma 2 dell’articolo 16 relativamente al tetto degli stipendi per i soggetti vigilati di cui l’eccellentissima camera è azionista.

Roberto Ciavatta (Rete): Noi ritiriamo l’emendamento in subordine. Il termine subordine ha un suo senso. Noi abbiamo presentato tre emendamenti: uno per comma più quello in subordine che serviva a limitare i danni qualora la maggioranza avesse proceduto in maniera unita nella direzione unita dall’articolato della Legge. Così non è stato. Da un’ampia rappresentanza della maggioranza è avvenuta un’apertura per quanto riguarda la richiesta di rimandare questo articolo a una prossima discussione. Chiediamo che restino in votazione solo gli emendamenti sui due commi. O, in alternativa, chiediamo al segretario Capicchioni di ritirare questo articolo. Poi si avvii un confronto per tenere in considerazione tutte queste problematiche e per arrivare a soluzione condivisa. Ribadisco: ritiriamo l’emendamento in subordine. Se il comma 2 dell’articolo proposto dal Governo non passa la legge attuale resta così com’è al momento e dunque gli istituti di credito che hanno ricevuto, sotto qualsiasi forma, i finanziamenti dello Stato continueranno a mantenere un tetto di 150 mila euro per gli stipendi dei dirigenti.

Gerardo Giovagnoli (Psd): Il ragionamento sulla seconda parte dell’articolo rimane. Crediamo che possa essere approfondita. Il buon senso ci porta a ragionare sul fatto che la prima parte, relativa a Banca Centrale, debba essere confermata mentre sulla seconda, che andrebbe a modificare un dispositivo approvato pochi mesi fa, è necessario un approfondimento.

Marco Podeschi (Upr): Fino a questo momento siamo stati dialoganti su questo argomento. Mi dispiace che si focalizzi attenzione sullo stipendio dei manager delle banche private. Su un tema del genere non si devono fare barricate o sfoggi muscolari. Può capitare di prendere delle cantonate. Ci sembra assolutamente non confacente a quello che sta accadendo il fatto che, mentre il 30 ottobre scadrà il bando internazionale per il presidente di Banca Centrale senza ancora avere indicato lo stipendio e chi dovrà selezionarlo, si vada ora a definire uno stipendio per il direttore. Non erano questi gli accordi. Se volete continuare così sarà un “vietnam”. Sia per quanto riguarda la nomina del presidente sia per quella del d.g. di Banca Centrale. Chiediamo buon senso. Non si cambino le carte in tavola. Al momento che si arriva in Aula non può sparire il presidente e comparire il direttore.

Andrea Zafferani (Civico 10): Il bando non è ancora concluso per il presidente di Banca Centrale. E noi, a bando ancora non concluso, nell’assestamento di bilancio togliamo il tetto retributivo del direttore per il quale ancora non sono partite le procedure di selezione. Il tema dello stipendio del presidente viene superato dal Governo. Senza contare che state cambiando lo Statuto di Banca Centrale perché richiedete per il direttore una “esperienza internazionale”. E questo non è previsto nell’attuale Statuto. Invito il Governo a ritirare questo articolo perché c’è un confronto in corso su questi temi per il presidente. E voi fate un balzo in avanti riferendovi al direttore.

Federico Pedini Amati (Indipendente): Mi candido a d.g. di Banca Centrale a 50 mila euro per risparmiare 50 mila euro: perdonatemi la battuta. Mi sembrava che ci potesse essere un confronto ma per una serie di motivi questo confronto non c’è stato. In questo momento suggerisco di ritirare l’articolo perché modificare un pastrocchio comporterebbe un pastrocchio ancora più grande.

Giancarlo Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze): Il Governo ha fatto bene a proporre questo emendamento. E’ una necessità che il Governo ritiene di portare avanti. Su questo articolo io penso che non si possa fare alcun ritiro. Sono disponibile a ragionare invece sull’emendamento presentato in subordine da Cittadinanza Attiva.

Gli emendamenti totalmente soppressivi dell’articolo 16 di Rete, Upr e Cittadinanza Attiva vengono messi in votazione insieme (Favorevoli 23 Contrari 30): l’emendamento è respinto. L’emendamento di Cittadinanza Attiva soppressivo del solo comma 2 è messo in votazione: (Favorevoli 51 Contrari 2 Astenuti 1): l’emendamento è approvato.

Articolo 19 (“Progetto San Marino Card”)

All’articolo 19 sono stati presentati due emendamenti. Uno di Cittadinanza Attiva completamente abrogativo ed uno dell’Upr parzialmente abrogativo

Andrea Zafferani (Civico 10): Contestiamo l’abbassamento dello stanziamento fatto dal Governo. Se al progetto Smac ci si crede vanno fatti investimenti.

Nicola Selva (Upr): Spendiamo tanti soldi che è diventato un sistema utile esclusivamente a certificare il reddito. Avere una spesa così alta per fare quello che si poteva fare come un normale registratore di cassa mi sembra fuori luogo. Noi chiediamo di abrogare il punto “h” che parla di “implementazione di tecnologie”.

Gerardo Giovagnoli (Psd): Riteniamo che ci possa essere un’ulteriore implementazione di questo strumento. Significativo che oltre 100 nuovi esercizi si sono aggiunti al funzionamento della Smac da quando è diventato anche uno strumento fiscale. Significa che non è vero che l’utilizzo come strumento di certificazione fiscale disincentiva l’adesione delle attività

Paride Andreoli (Ps): La Smac card è nata per uno scopo e poi ha proseguito su altro percorso. Prendiamo atto della volontà del Governo di utilizzare una carta, nata come incentivo per il commercio, in altro modo. Indipendentemente dall’emendamento di Cittadinanza Attiva è chiaro che si avverte la forte necessità non tanto di far conoscere la Smac Card ma di incentivarla ulteriormente sotto l’aspetto del sostegno al commercio.

Rossano Fabbri (Ps): Questo strumento era nato per incentivare gli acquisti in Repubblica. Ma è poi stato annacquato con funzioni legate alla fiscalità.

Marco Podeschi (Upr): Appoggiamo l’emendamento presentato da Cittadinanza Attiva. La verità è che i punti vendita che praticano lo sconto sono sempre meno. Coniugare un sistema di scontistica con un sistema di accertamento fiscale è impossibile. La Smac non funziona.

Matteo Zeppa (Rete): La Smac era nata per uno scopo poi è stata svilita venendo utilizzata per uno scopo diverso. Perché da 600 mila euro avete portato lo stanziamento sulla Smac Card a 470 mila euro ?

Vladimiro Selva (Psd): La Smac Card era uno strumento già disponibile e dunque giustamente si è scelto di ampliarne l’utilizzo anche per la certificazione dei ricavi. I cittadini hanno accolto positivamente la Smac Card perché è un modo per mantenere più risorse possibili a San Marino

Roberto Ciavatta (Rete): Uno strumento non può essere tutto. Altrimenti viene svilito il suo significato. O è strumento di accertamento fiscale o è uno strumento di sostegno ai consumi locali

Giancarlo Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze): Serviranno ulteriori risorse per implementare questo strumento. Ma saranno inserite nel bilancio 2016. Noi riteniamo che debbano essere respinti gli emendamenti.

Respinti gli emendamenti di Upr e di Cittadinanza Attiva

Articoli 23 (“Emissioni di titoli di debito pubblico”)

All’articolo 23 sono stati presentati vari emendamenti.

Roger Zavoli (Upr): Chiediamo con il nostro emendamento che l’emissione di titoli del debito pubblico venga fatta al massimo in tre soluzioni

Elena Tonnini (Rete): Il nostro emendamento chiede di fermarsi all’emissione di 72 milioni di euro.

Mimma Zavoli (Civico 10): Con il nostro emendamento chiediamo che i titoli emessi non possano essere sottoscritti o successivamente acquistati da persone fisiche o giuridiche residenti al di fuori della Repubblica di San Marino.

Luigi Mazza (Pdcs Ns): L’articolo 23 indica l’emissione di titoli di debito pubblico. Questo paese ha bisogno della forza e del coraggio di rilanciare i progetti che il Paese aspetta. Questo non è nuovo debito ma si tratta della concretizzazione di un debito già programmato nella Finanziaria. Gli studi economici ci hanno detto che avremmo dovuto farlo prima.

Roberto Ciavatta (Rete): L’unico obiettivo di questa seduta notturna è di non discutere certi temi davanti alla cittadinanza. Questa è una forzatura vera e propria.

Marco Podeschi (Upr): Non ci è piaciuto questo intervento nella legge di assestamento. Noi abbiamo presentato un emendamento tecnico. Siccome gli obiettivi di spesa sono tre pensiamo non si debba fare più di tre emissioni di debito pubblico. Non siamo contro gli investimenti. Cassa di Risparmio è il più importante istituto di credito della Repubblica di San Marino e perciò va sostenuta.

Tony Margiotta (Su): Quella di stasera è una prova di forza che la maggioranza ha portato avanti per discutere il provvedimento in un’ora non consona. Prima di indebitarsi in una maniera così importante occorreva valutare e capire quali erano le condizioni di spreco. Il lavoro sulla spending review non è stato attuato.

Luca Santolini (Civico 10): Basito dalla decisione di discutere a notte fonda un tema come quello della patrimonializzazione di Cassa di Risparmio e dell’emissione di titoli del debito pubblico pari a 102 milioni di euro.

Matteo Zeppa (Rete): Andare a parlare di indebitamento all’una di notte dopo che si era chiesto un clima distensivo su una questione morale che c’è su tutto l’apparato politico, sociale ed economico mi sembra non opportuno. Gli stessi attori principali che hanno portato alla situazione attuale ora propongono di andare avanti con un indebitamento che pagheranno le generazioni future.

Federico Pedini Amati (Indipendente): Se bisogna concedere ulteriori risorse a Cassa di Risparmio lo Stato dovrebbe andare a detenere almeno il 51% di quote di Cassa di Risparmio. Si erano previsti nei vecchi bilanci previsionali dello Stato la quota di 30 milioni di euro per rilanciare le infrastrutture. Ma chi pensa che i parcheggi servano a rilanciare il Paese sbaglia. Lo Stato continua a indebitarsi con troppa facilità. Francamente siamo tutti perplessi e sconfortati ogni volta che dobbiamo intervenire sempre sugli stessi argomenti.

Ivan Foschi (Su): Qualcuno ha voluto farci ripiombare indietro ai tempi del “muro contro muro”. Non poteva esserci un clima peggiore. E’ una mortificazione del Consiglio Grande e Generale. Viene meno il rispetto nei confronti della minoranza.

Nicola Selva (Upr): Forse non abbiamo memoria e non abbiamo capito quello che è successo negli anni passati se continuiamo a investire sul debito pubblico. Un debito così alto non è mai stato fatto nella nostra Repubblica.

Elena Tonnini (Rete): C’è diktat del capo bastione della Dc a proseguire a quest’ora della notte e soprattutto a non far intervenire i membri della maggioranza per ridurre, per quanto possibile, i tempi di intervento. Il partito socialista è pronto a sostenere il Governo e a intervenire a favore della Dc. Chiedo alla Reggenza di prende in considerazione l’ipotesi di un rinvio a domani.

Andrea Zafferani (Civico 10): Invito la maggioranza a riflettere sul senso di questa prova muscolare. Buon senso è: non guardare se ci sono o no gli asterischi nel foglio della convocazione ma valutare il tipo di clima che si è creato in Aula. Si parla, in qualche caso, di conversione di debiti già decisi. Quello di Cassa di Risparmio è nuovo. C’è il tema del debito legato agli investimenti. La maggioranza abbia il coraggio di dire che fa debito per investimenti che non avranno un ritorno ma solo perché ritiene che certe strutture servono. E’ una decisione anche se non la condivido. Che non si parli però di debito produttivo. Fare parcheggi non è un debito produttivo.

Paride Andreoli (Ps): Suggerisco al consigliere Tonnini di occuparsi maggiormente delle problematiche del suo partito piuttosto che pensare al Ps. Noi non sosteniamo la maggioranza ma sosteniamo i progetti. Per quanto riguarda il debito. I 40 milioni per Cassa di risparmio saranno gli ultimi o ne serviranno degli altri?

Franco Santi (Civico 10): Nella situazione in cui ci troviamo non possiamo andare a indebitarci con leggerezza. Non siamo in una situazione in cui possiamo permettercelo. Perché per rendere il nostro

Paese competitivo e dargli una speranza per il futuro, di questi investimenti ne dovremmo fare molto di più. Chiediamo di bocciare questo articolo. Per non parlare poi dell’articolo Cassa di Risparmio: non ci sono elementi conoscitivi sufficienti per dare un giudizio in merito.

Rossano Fabbri (Ps): Troppe volte con Rete, quando si tratta di proporre soluzioni per il paese, le simpatie si affievoliscono e le distanze aumentano.

Grazia Zafferani (Rete): Mi appello al buon senso dell’Aula. Noi faremo perdere tempo in tutti i modi possibili. Per far sì che i cittadini ascoltino questo momento così importante almeno alla radio.

Paolo Crescentini (Ps): Anche noi siamo per non affrontare un dibattito così importante alle due di notte. Pertanto l’appello andrebbe rivolto ai colleghi di maggioranza.

Giancarlo Capicchioni (Segretario di Stato alle Finanze): In molti parlano di indebitamento di 102 milioni. Ma i 32 milioni di euro contenuti negli articoli successivi sono riferiti a debiti già contratti sotto forma di anticipazione che oggi viene trasformato in titoli di debito pubblico. Non è ulteriore debito pubblico ma una semplice trasformazione. Gli altri due interventi riguardano il rafforzamento del patrimonio di Cassa di Risparmio e il finanziamento degli interventi strutturali.

Bocciati gli emendamenti di Upr, Cittadinanza Attiva e Rete.

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