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Pst, parte la fase progettuale: bando di idee e investitori

da Redazione

Individuato il sito, si inizia a delineare la struttura: spazio a bioedilizia ed eco-compatibilità. I plus dell’area pubblica a Galazzano: viabilità già idonea e l’area industriale limitrofa.

 

di Daniele Bartolucci

 

Habemus aream. Il Parco Scientifico e Tecnologico può finalmente passare alla fase progettuale vera e propria e guardare con sempre maggiore convinzione alla futura realizzazione e piena operatività dell’innovativa struttura, fisica, organizzativa e imprenditoriale di cui San Marino ha deciso di dotarsi.

Una decisione presa da tempo, da anni in verità, parte dei quali sono serviti a individuare – non senza difficoltà – l’area più idonea allo sviluppo di questo progetto della portata internazionale. Anche in questo caso si può parlare di innovazione, per San Marino: l’area su cui realizzare il Pst è stato deciso che fosse pubblica, anche per evitare problemi di sorta legati all’acquisto o all’utilizzo di una privata. Allo stesso modo, come conferma la scelta del sito (di proprietà dell’Eccellentissima Camera) a Galazzano, si è guardato anche alla funzionalità e alla fruibilità dell’area stessa. Il come arrivarci e il contesto sono stati due fattori determinanti. Come ha spiegato il Segretario all’Industria, Marco Arzilli, il terreno di 34.000 metri quadri di proprietà dello Stato, in località Bovaria a Galazzano, dove già insiste una parte edificata sempre di proprietà pubblica, “è ottimale perché risponde ad alcuni requisiti essenziali: l’esistenza di una rete viaria che facilita l’accesso all’insediamento, con l’importante collegamento della Strada di Fondovalle, in via di sistemazione; la vicinanza a reti ferroviarie e aeroportuali; l’adiacenza di una zona industriale, che potrà ospitare eventuali insediamenti produttivi”. E quindi assorbire in futuro le potenziali richieste delle imprese che si vorranno associare o usufruire dei servizi offerti dal Pst. La valenza del Parco, infatti, si misurerà in diversi ambiti: da una parte c’è lo scopo principale, ovvero favorire la nascita di nuove imprese innovative e attrarne dall’esterno sul territorio, se non direttamente dentro al Pst o l’Incubatore per quanto riguarda le start up, creando un luogo che permetta lo scambio e il trasferimento delle competenze tecnologiche in un contesto, legislativo ed imprenditoriale, fortemente innovativo e agevolante. La collaborazione tra le imprese insediate o associate, da cui far nascere e crescere nuove sinergie, è solo uno dei tanti vantaggi per il sistema sammarinese, che potrà sfruttare queste competenze anche attraverso i servizi offerti dal Pst stesso, senza doverli più ricercare nel mercato globale.

Dall’altra parte c’è anche tutta quell’innovazione ‘indotta’ che il Parco Scientifico e Tecnologico può portare a San Marino, anche a livello culturale, soprattutto di cultura d’impresa. Per non venire meno a questo principio anche la modalità di scelta e sviluppo dell’area sono nuove per il Titano. Il sito di Galazzano infatti non è che il punto di partenza: dopo il passaggio in Consiglio Grande e Generale della variante al PRG proposta dal Governo nei giorni scorsi, la Segreteria all’Industria aprirà la fase progettuale vera e propria, avviando un ‘bando di idee’ che avrà carattere internazionale, ma che partirà imprescindibilmente dall’invito a partecipare esteso a tutti i professionisti e aziende del territorio. Nei prossimi giorni verrà costruito il bando, quindi, basandosi sia sulle indicazioni di legge sia sulle necessità strutturali del PST (dai 16.000 mq per le imprese ai 1.800 mq per l’auditorium e punto ristoro, fino agli 8.000 mq di parcheggio – almeno la metà interrati -, i 4.500 mq di area verde con percorso attrezzato e i 1.000 per la foresteria). Una volta raccolte tutte le proposte progettuali ed individuata quella migliore, verrà selezionato anche il soggetto finanziatore dell’opera, perché come noto non sarà lo Stato ad accollarsi tale onere. Infatti, mentre la proprietà dell’area resterà pubblica, la gestione sarà privata (l’ente è una spa, ndr) e ovviamente chi investirà nella realizzazione dovrà prevedere un ritorno economico (si ipotizza ad esempio l’affitto delle aree alle imprese che vorranno insediarsi nel Parco). L’investitore, che realizzerà quindi con risorse proprie il Parco vero e proprio, potrebbe essere sia un’impresa singola sia una cordata di imprese (con l’auspicio che siano sammarinesi), oppure un fondo di investimento, tra i quali vale la pena ricordare l’interesse di alcuni fondi sovrani con cui già da tempo si sono aperte relazioni istituzionali, non ultimo quello kazako. L’accelerazione data dalla scelta dell’area, quindi, porterà a breve il bando per i progetti e, una volta illustrato ai potenziali finanziatori, alla fase realizzativa vera e propria. Una fase che, stante l’impegno forte e vincolante a sposare la bioedilizia e l’eco-compatibilità, potrebbe avere tempistiche veramente e oggettivamente molto brevi. Basti pensare che spesso queste tecniche innovative utilizzano prefabbricati, inoltre l’area scelta non necessità di grandi movimenti terra e ha il vantaggio, come detto, di avere già una viabilità d’accesso idonea, oltre al fatto che servizi e sottoservizi sono già presenti (quelli dell’area industriale di fronte). A questo punto si potrebbe azzardare che nel giro di un anno o due al massimo, il Pst potrebbe già essere operativo. E’ chiaro che a questo punto ci si chieda ‘cosa’ sarà questo Pst e anche quale sarà l’impatto visivo, soprattutto dalle aree limitrofe che, ricordiamolo, non sono solo quella industriale di fronte, ma anche le abitazioni circostanti. In mancanza di un progetto vero e proprio è impossibile dare la ‘fotografia’ di ciò che verrà realizzato, ma già nei numeri citati sopra si comprende che non saranno ‘capannoni su capannoni’, bensì strutture pienamente integrate con l’ambiente circostante, prioritariamente di profilo non elevato (in teoria non più di due o tre piani) e comunque a bassissimo impatto visivo e ambientale. Oltre alle necessità note, di spazi e strutture di servizio, la parte più importante sarà quella destinata alle imprese, le cui caratteristiche – individuate già a priori – dovrebbero cancellare diversi dubbi sulla ‘cementificazione’ dell’area. La scelta è infatti di ospitare solo imprese tecnologiche che non necessitino di impianti che generino fumi o reflui di scarico. Questo significa più uffici e laboratori che fabbriche vere e proprie, per le quali, comunque, il ventaglio delle possibilità è vasto: dall’investimento vero e proprio all’associazione, le imprese del territorio potranno comunque partecipare alle dinamiche del Pst, creando o usufruendo di nuove competenze tecnologiche o tecnologie vere e proprie per le loro aziende. In pratica potranno “portare” nel Pst le loro aziende senza spostarle fisicamente, lasciando la fase produttiva lì dove esistono le condizioni idonee di spazio, sicurezza e impatto ambientale, ma trasferendo solo la fase di ricerca e sviluppo o, appunto, quelle fasi che si caratterizzano per alta tecnologia. E lo stesso potranno fare le imprese fuori da San Marino, nuove imprese che, spinte da questo tipo di vantaggi (e non prettamente dal differenziale fiscale, che oggi non ha più tanto appeal) sceglieranno il Titano come loro nuova sede. E residenza, nel caso degli imprenditori. Senza contare i vantaggi dati dalla legislazione (l’Incubatore ne è un esempio) in merito alla scelta dei propri dipendenti. Dei plus che si aggiungono alla snellezza decisionale (e burocratica) del sistema sammarinese, oltre – per manager e imprenditori stranieri che volessero stabilirsi qui – della sicurezza sociale e del welfare tra i migliori al mondo.

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