Home NotizieSan Marino Referendum contratti industria e artigianato: svolte un terzo delle assemblee

Referendum contratti industria e artigianato: svolte un terzo delle assemblee

da Redazione

Saranno effettuate complessivamente in circa 200 aziende.

 

SAN MARINO – 1.500 lavoratori distribuiti in circa 70 assemblee sui posti di lavoro hanno già espresso la loro opinione, attraverso voto segreto su scheda, sul rinnovo dei contratti industria ed artigianato, oltre che sui relativi allegati in tema di rappresentatività. L’esito di questa consultazione referendaria lo comunicheremo al termine di tutte le assemblee.

Il referendum che la FLI/CSU svolge da oltre 20 anni per verificare se gli accordi contrattuali sono condivisi o meno, in questa occasione verte anche sulle proposte di riforma dell’ordinamento che prevede la validità erga omnes dei contratti.

Proposte scaturite per scongiurare il perpetuarsi di più contratti e fornire certezza delle norme che regolamentano le condizioni di lavoro, rispetto alle quali ai lavoratori viene chiesto un parere, disgiunto da quello sui contenuti contrattuali. I quattro punti fondamentali sono i seguenti:

1) incremento del numero di lavoratori iscritti (oggi 500) per ottenere il riconoscimento giuridico da parte del Tribunale e poter firmare contratti con validità erga omnes;

2) previsione di un numero minimo di iscritti nel settore per poter firmare gli accordi contrattuali;

3) certificazione degli iscritti attraverso una ritenuta in busta paga (con valore a scelta delle singole Confederazioni), aggiuntiva rispetto alla quota di servizio (0,40%);

4) obbligo di svolgimento del referendum confermativo, in caso i sindacati firmatari non rappresentino almeno il 50% + 1 dei lavoratori (la FLI lo effettuerebbe comunque sulla base delle regole che si è data).

Per la CSU tali proposte non sono affatto antidemocratiche, anzi tendono a rafforzare l’unità dei lavoratori ed evitare disparità di trattamento tra piccole e grandi aziende. Ritenendo però che i dirigenti sindacali non possano considerarsi titolari della verità assoluta, è importante sottoporle al giudizio di coloro che ne subirebbero gli effetti, se tramutate in legge, come la Segreteria di Stato competente si propone di fare.

Non è un caso che tali proposte siano contestate da USL, OSLA, USC ed USOT, che prediligono la frammentazione del mondo del lavoro attraverso la contrattazione aziendale e l’azzeramento del principio di obbligatorietà nell’applicazione dei contratti da parte di tutte le imprese del settore. Le associazioni di categoria, dal canto loro, per avere mano libera nella stipula di accordi aziendali peggiorativi, e l’USL, dal canto suo, per obbligare i lavoratori ad iscriversi per poter avere un sostegno e per tentare di ridurre il danno.

Sistemi di questo genere ne esistono tanti in giro per il mondo e trovano fondamento nei grandi Paesi, dove vi possono essere esigenze diverse a livello di singoli territori, ma non in uno Stato delle nostre dimensioni, che dovrebbe fare della coesione sociale il proprio tratto distintivo.

 

FLI/CSU

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