Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: la questione morale

Consiglio Grande e Generale: la questione morale

da Redazione

La prima giornata consiliare, incentrata su un dibattito reso obbligato dall’attualità giudiziaria. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La questione morale monopolizza la prima giornata consiliare, incentrata su un dibattito reso obbligato dall’attualità giudiziaria. Da una lato, l’opposizione, per voce di Roberto Ciavatta di Rete, avanza la richiesta di ridare la parola agli elettori, dall’altro, segretari di Stato e consiglieri di maggioranza respingono la proposta come strumentale e in grado di delegittimare le istituzioni. Il Consiglio Grande e Generale si apre in primis con alcune comunicazioni della Reggenza, tra cui quella relativa all’ingresso come indipendenti nel gruppo consiliare Pdcs-Ns dei consiglieri Remo Giancecchi e William Giardi.

Si procede con l’ordine del giorno dei lavoro, quindi prende il via il dibattito incentrato sull’attualità e sulla questione morale, il primo a prendere la parola è il segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini: “Pensare che la soluzione sia l’azzeramento totale e la totale delegittimazione di tutto, delle istituzioni e delle rappresentanze politiche- manda a dire- non farebbe altro che fare il gioco di chi ha contrastato fin dall’inizio l’opera di cambiamento e di chi ha creato i guai per la Repubblica”.

Non è dello stesso avviso, Roberto Ciavatta, Rete, per cui è giunto il momento di ridare il voto ai cittadini “per fare in modo che non possano ricandidarsi coloro su cui ricadano sospetti”. Lo sostiene anche Luca Santolini, C10: “Dobbiamo dire ai nostri cittadini che all’interno delle istituzioni ci sono persone che vogliono superare questo momento, restituendo la parola ai cittadini”. Replica Stefano Canti, Pdcs alla proposta di tornare al voto di Rete: “Io personalmente non ho avuto e non ho alcun coinvolgimento con il sistema che sta emergendo, mi sento libero di prendere qualsiasi decisione ma di certo non accoglierò il loro appello”. Simone Celli, Ps, invita a una “robusta autocritica” i dirigenti dei partiti che all’epoca dei fatti hanno avuto la responsabilità del Paese. “Il nuovo corso- auspica- dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto contiguità indirettamente o direttamente con i fatti e le persone al centro dell’inchiesta”.

Elena Tonnini, Rete, torna a sollecitare lo scioglimento del Consiglio: “Chiediamo a chi ha svolto il proprio ruolo in Aula di mettersi una mano sulla coscienza e di impedire alle forze in campo di fare altri danni al Paese e di tutelare le istituzioni da nuovi scandali, non è delegittimare o azzerare le istituzioni”. Per Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, “il Paese in questo momento non ha bisogno di elezioni politiche”. Anche perché si dice convinta che “la maggior parte dei consiglieri oggi può dire che sta lavorando per il bene del Paese”. Dall’opposizione, Ivan Foschi, Su, la maggioranza è al capolinea a causa dei risultati “molto modesti” dopo tre anni di legislatura. “E’ opportuno che il Paese resti in mano a una maggioranza dopata- si chiede Mimma Zavoli, C10- sarebbe più onesto e dignitoso restituire la parola ai cittadini”.

Le elezioni anticipate per Mariella Mularoni, Pdcs, non sarebbero utili al bene del paese perché “bloccherebbero i progetti di sviluppo avviati”. Vladimiro Selva, Psd, chiede un segnale dal governo perché dimostri vdi essere “libero da meccanismi e dalla distorsioni del passato”. Proprio per questo “pretendo- manda a dire- che sia risolto subito il problema della rete fognaria della cartiera Ciacci”. Per Franco Santi, C10, è il momento di “inventarsi leadership, proposte e programmi”. Per Maria Luisa Berti, Ns, se si chiudesse l’esperienza elettorale, “faremo il gioco di chi vuole portare il Paese nel caos e togliere il sostegno della magistratura”. Federico Pedini Amati, indipendente, insiste: “Non avrei nessun motivo per dimettermi- conclude- ma lo dobbiamo fare di fronte ai cittadini perché non basta ammettere colpe e dire che si è al fianco della magistratura”. Il dibattito prosegue.

Di seguito un estratto degli interventi della prima parte dei lavori odierni.

Comma 1. Comunicazioni

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri: “La cessazione dell’incarico dell’ambasciatore Clelio Galassi è effettiva. Ne abbiamo già parlato in Commissione Esteri, tutte le verifiche sull’onorabilità di Galassi sono state fatte al momento della nomina. Allora non vi erano motivi perché la nomina non potesse essere fatta. Gli avvenimenti dell’ultimo periodo non erano prevedibili, né da chi ha fatto la nomina, né dal diretto interessato. La sua funzione è al momento conclusa, si tratterà ora di guardare con serietà come sostituire questo incarico nel più breve tempo possibile.

Volevo poi fare alcune valutazioni sulla vita politica e istituzionale in questo momento. Prendo le mosse da quello che ritengo, all’interno della maggioranza e del governo, essere la sintesi di un giudizio che insieme abbiamo dato, nel documento di verifica avviato a fine autunno dell’anno scorso. Il documento ha per larga parte come tema la questione morale. Si legge che ‘le indagini giudiziarie che sono in corso stanno delineando il deterioramento del sistema politico e del Paese ancora più grave di quello che si poteva immaginare’. Gli ultimi fatti confermano quanto già sottoscritto. Quello che appare è proprio il deterioramento del sistema-Paese, con implicazioni documentate dalla magistratura di funzionari pubblici, imprenditori, e conferma quanto i partiti di governo avevano rivendicato. Per onore del vero, bisogna dire che l’emersione di questi fenomeni è dovuta alla presa di posizione e all’avvio di consapevolezza riguardo questo sistema che ha portato un periodo lungo di riforme e interventi che hanno consentito di creare le condizioni per far emergere quanto sta emergendo e che iniziasse un’opera di trasformazione. Possiamo dire che oggi è tutto a posto e che l’opera di deterioramento nel sistema politico e del Paese non c’è più? Sicuramente no. In tutta onestà, bisogna dire che l’eliminazione del deterioramento non è completato. In questo caso, mi sento di dire che da un certo momento in poi, dal 2006, poi dal 2008 e ancora di più in questa legislatura, anche se l’opera di cambiamento non è ancora totale, le forze, le persone, i fatti che hanno costituito contrasto a quest’opera di cambiamento non sono stati più maggioranza, sia nelle singole forze politiche, né nell’azione di governo che ha potuto andare avanti, creando un flusso di cambiamento arrivato fino ad oggi e che ha creato le premesse a questi elementi di chiarezza, che ci auguriamo vadano fino in fondo. Quest’opera di cambiamento va portata a compimento. Se c’è una linea di indirizzo da esprimere è che l’opera di cambiamento prosegua e vada fino in fondo, si crei il cambiamento perché l’azione singola e collettiva avvengano nel rispetto del diritto e della legalità.

La popolazione in questo momento vive smarrimento e la reazione di pensare che la soluzione sia l’azzeramento totale e la totale delegittimazione di tutto, delle istituzioni e delle rappresentanze politiche, non farebbe altro che fare il gioco di chi ha contrastato fin dall’inizio l’opera di cambiamento e di chi ha creato i guai per la Repubblica”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Apprezzo la volontà del segretario di Stato di riconoscere elementi ormai di pubblico dominio. L’ordinanza che ha portato all’arresto di Gatti ognuno di noi ha potuto leggerla. Quello che emerge dalla carte può considerarsi drammatico. La magistratura ci parla di un sistema regolamentato attorno alla gestione del voto di scambio. Dove sono finiti quei 3-4 mila voti che avevano come bagaglio quelle persone che non si sono più candidate? Ci sono responsabilità politiche che non spettano ai giudici, ma all’Aula, per evitare che la cittadinanza di quest’Aula faccia di tutta l’erba un fascio. Ci sono elementi che destano sospetto e fanno pensare che l’Aula sì abbia fatto tanti passi avanti, ma non si sia ripulita del tutto da chi ha fatto parte di quel sistema. Ritengo che bisogna ridare il voto ai cittadini per fare in modo che non possano ricandidarsi coloro su cui ricadano sospetti”.

Luca Santolini, C10: “Io credo che questa ulteriore ordinanza ai danni di Gabriele Gatti, con le accuse gravissime mosse nei suoi confronti, abbia sollevato il velo ipocrita che copriva quelle contraddizioni e quelle tensioni che ci sono dentro l’attuale maggioranza. Una maggioranza raffazzonata alla meglio per raggiungere il 51%. Questo è un governo che fino ad oggi ha fatto una grande fatica a governare perché ognuno lavora per sé, per portare a casa qualche risultato da poter spendere in campagna elettorale. Abbiamo sentito tanti annunci che però non hanno portato a nulla per i contrasti che ci sono dentro la maggioranza. La riflessione che vorrei fare io è non solo sulla mancanza di legittimità dell’Aula (che a mio avviso comunque c’è), bensì sul fatto che se il Governo ha faticato a governare fino ad oggi, d’ora in poi potrà essere solo peggio. La credibilità di questo Governo ormai è inesistente. Prova a rimanere a galla tirando dentro qualche fuggiasco dell’opposizione. Questo Governo non ha più nulla da dare. Per arginare questa sfiducia nei confronti delle istituzioni che si sta diffondendo per il Paese occorre pensare a come fare per tornare quanto prima a nuove elezioni. Dobbiamo dire ai nostri cittadini che le istituzioni ancora ci sono e che all’interno delle istituzioni ci sono persone che vogliono superare questo momento restituendo la parola ai cittadini”.

Stefano Canti, Pdcs: “Ho avuto modo di leggere con attenzione il mandato di arresto emesso dal Tribunale in quanto su alcuni organi di stampa locali è stato interamente pubblicato il giorno seguente all’arresto dell’ex Consigliere Gabriele Gatti. Vorrei condannare fermamente il tentativo di delegittimazione e di interferenza nei confronti del Tribunale e dei suoi rappresentanti. La Magistratura è autonoma e deve agire come tale. Anche io, come già detto da alcuni colleghi Consiglieri, vorrei esprimere pieno sostegno alla magistratura ed alla sua azione nella ricerca delle responsabilità. La magistratura deve andare fino in fondo su queste vicende e nessuno la deve condizionare. Deve essere chiaro a tutti che nessun politico è al di sopra della Legge, e se un politico sbaglia deve pagare e essere punito come un semplice cittadino. Mi auguro che le inchieste avviate possano, entro un tempo ragionevole, trovare una soluzione e la politica di conseguenza cogliere questo momento per continuare nel processo di rinnovamento allo scopo di recuperare la credibilità dell’intera classe politica e con l’obiettivo di ricostruire l’economia e per dare quelle risposte ai problemi che oggi attanagliano il Paese riguardanti, in primis, l’emergenza lavoro e lo sviluppo economico. Se la magistratura produce quello che sta producendo – va detto con forza e senza timori – è frutto di un cambiamento radicale voluto da questo Governo (la delega alla Giustizia appartiene ad una Segreteria di Stato a guida Democristiana) e da questa Maggioranza e, gli strumenti messi a disposizione della Magistratura. Oggi al Pdcs ed al Psd è stato riconosciuto un cambiamento strutturale di certo più incisivo nel momento in cui al proprio interno hanno avviato un’opera di profondo rinnovamento dell’azione politica. Oggi l’Esecutivo ed i Partiti di Maggioranza non debbono fermarsi neppure un istante a riflettere se proseguire o meno questa Legislatura bensì, continuare insieme nella coerenza e della condivisione dell’azione di comune impegno per il Governo del Paese. Di fronte alle aggressioni ed alle critiche di alcuni partiti di opposizione, io credo sia giusto intervenire per non fare passare alla cittadinanza un messaggio distorto di ciò che è oggi il mio Partito e le persone che ne fanno parte. A queste persone, vorrei ricordare che alle ultime elezioni politiche, come me anche altri colleghi Consiglieri, hanno messo il proprio nome e la propria faccia per rappresentare un cambiamento nel modo di fare politica e nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che certe logiche sono state ampiamente superate con il rinnovamento del gruppo Consigliare e non più rispondenti al nostro modello di Partito. Il gruppo Consigliare della Democrazia Cristiana – di cui anche io ne faccio parte – è il risultato di un rinnovamento portato avanti dalla dirigenza del partito. Io credo che la strada per affermare il cambiamento sia stata ampiamente intrapresa e chiaramente affermata, ma ciò che conta ora è non interrompere il processo messo in campo. Il Movimento Civico Rete ha richiesto uno scatto di orgoglio verso coloro che in maniera trasversale all’interno di ogni Partito non è implicato nel sistema ed ha rivolto un appello al Consiglio Grande e Generale di votare il proprio scioglimento e l’accompagnamento verso il 2016 escludendo i partiti responsabili di questo disastro. Al Movimento Civico Rete dico che io personalmente non ho avuto e non ho alcun coinvolgimento con il sistema che sta emergendo pertanto, mi sento libero di prendere qualsiasi decisione ma di certo non accoglierò il loro appello in quanto il mio impegno personale è rivolto a quanto detto finora e che ripeto. Sono convinto che, insieme al Partito dei Socialisti e Democratici, Alleanza Popolare e Noi Sammarinesi, nonostante alcune difficoltà, saremo in grado di trovare una soluzione all’attuale crisi politica ed economica del Paese. Ritengo sia giusto parlare di un Governo di emergenza o di una verifica di Governo, quando un esecutivo non riesce a raggiungere gli obiettivi fissati nel programma con cui ci si è presentati di fronte agli elettori, ma poiché, questo Governo e questa Maggioranza, hanno dimostrato e stanno dimostrando con fatti concreti la loro piena efficienza, penso sia più ragionevole parlare di una accelerazione dell’azione di Governo, individuando 3 o 4 provvedimenti da adottare entro un breve periodo, per imprimere sulla ripresa economica, lo sviluppo del Paese ed il rinnovamento della politica. Se dunque, entro un ragionevole lasso di tempo, gli obbiettivi fissati non saranno raggiunti, in quel momento dovrà essere fatta una valutazione se sia necessario un rimpasto di Governo o in caso estremo ricorrere ad elezioni anticipate”.

Simone Celli, Ps: “Rifiuto di abbracciare l’atteggiamento giustizialista. Mi ispiro al principio del garantismo. Invito tutti i rappresentanti seduti in Aula a fare lo sforzo di tenere separati il livello giudiziario da quello politico. Chi fa politica non deve cadere nell’errore di interferire nel lavoro della Magistratura. Piena fiducia e massimo rispetto nel Tribunale unico del nostro Stato. Oltre non intendiamo spingerci perché il nostro ruolo deve essere confinato all’accertamento di eventuali responsabilità politiche. Che non solo esistono ma sono addirittura gravissime. La questione morale non può limitarsi a individuare alcuni capri espiatori. Sarebbe troppo facile e troppo comodo. Alcuni dirigenti politici pensano di lavarsi la coscienza andando a sbandierare qualche condanna a personaggio eccellente. Ma a essere messo sotto accusa è un sistema malato e corrotto. Non tutta la politica è marcia. Ma è vero che occorre riconoscere gli errori commessi nell’esercizio del potere politico. Occorre una sincera assunzione di responsabilità da parte degli attuali dirigenti di quelle forze politiche che hanno avuto il compito di gestire la cosa pubblica quando si sono verificati i fatti contestati. A dirlo è un ragazzo di 33 che all’epoca dei fatti non aveva neppure raggiunto la maggiore età. La correttezza mi impone di non omettere quei passaggi storici in cui alcuni pseudo-socialisti non hanno rappresentato degnamente la nostra tradizione. Ecco perché dico che non possiamo nasconderci dietro una foglia di fico. Chiediamo scusa ai cittadini sammarinesi per la degenerazione morale, etica e culturale della classe politica. Senza una robusta autocritica non credo abbia senso parlare di discontinuità e rottura con il passato. Il nuovo corso dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto contiguità indirettamente o direttamente con i fatti e le persone al centro dell’inchiesta. Ai moralisti dell’ultima ora, perché di smemorati ne vedo tanti in quest’Aula, che omettono il passato o strumentalizzano il presente dico solo una cosa: come è giusto riconoscere le responsabilità politiche, è altrettanto giusto riconoscere che il Consiglio Grande e Generale negli ultimi anni con il contributo di gran parte dei gruppi ha varato quei provvedimenti legislativi che stanno rendendo più efficace e efficiente l’azione della Magistratura. Concludo con un velocissimo passaggio sulla vicenda delle registrazioni carpite furtivamente che mi hanno visto inconsapevole protagonista insieme ad altri due colleghi Consiglieri. Con la notizia dell’archiviazione del procedimento penale instaurato con l’esposto presentato autonomamente da me e dai Consiglieri Mancini e De Biagi, si chiude una delle pagine più dolorose e sofferte del mio impegno politico. Ho atteso in silenzio l’esito delle indagini della Magistratura, convinto della liceità del comportamento da me osservato in quel frangente. Ora che c’è una pronuncia definitiva, desidero ringraziare tutte le persone che in questo periodo molto complesso mi hanno manifestato amicizia e solidarietà e soprattutto desidero esprimere profonda gratitudine verso la mia famiglia che come sempre mi ha supportato e sostenuto. Riconosco lo sbaglio di aver peccato in quanto superficialità, leggerezza e faciloneria e di questo non posso far altro che assumermene la responsabilità. Alla fine resta una vicenda dolorosa che comunque mi ha fatto crescere, mi ha maturato e mi ha fatto capire che dagli errori si può sempre ricavare una lezione positiva”.

Elena Tonnini, Rete: “C’è chi ha raggiunto ruoli istituzionali grazie alla distorsione e ottenendo i voti di chi ha avuto la volontà di smantellare le parti sane della nostra economia. Se si comprende la potenza del progetto criminale in atto nel Paese, si comprende che non è del tutto parte del passato. Bisogna attivare maggiori anticorpi. Effettivamente il percorso è iniziato, e non neghiamo il ruolo di chi, prima di Rete, denunciava abusi. Ma il disegno criminale è in atto da 30 anni e non è terminato. Non ci troviamo di fronte a colpi di coda, è un disegno che tenta di evolversi. Ma oggi possiamo agire per evitare che il lavoro fatto sia svilito. A breve nuove inchieste metteranno nel mezzo ancora una volta le istituzioni, è il rischio che vorremmo evitare. Chiediamo a chi ha svolto il proprio ruolo in Aula di mettersi una mano sulla coscienza e di impedire alle forze in campo di fare altri danni al Paese e di tutelare le istituzioni da nuovi scandali, non è delegittimare o azzerare le istituzioni. Alcune cariche in Aula sono diretta continuità di quei voti. La responsabilità non è andare avanti a tutti i costi quando ci sono persone che possono essere condizionabili. Andare avanti con un’Aula in cui si ha consapevolezza che non c’è immunità totale rispetto possibili comportamenti di corruzione e rispetto corruttori ancora in grado di influenzare chi è in Aula, significa esporre consapevolmente San Marino a nuovi scandali. Noi lo vogliamo evitare. Chiediamo il Consiglio Grande e Generale sia sciolto al più presto, accompagnando gli impegni di finanziaria e assestamento senza che questi siano influenzabili dai corruttori”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “L’ordinanza di carcerazione cautelare di Gabriele Gatti contiene al suo interno elementi molto importanti per il Paese. Mettono nero su bianco quello che da decenni la gente ipotizzava in assenza di prove documentali. Esprimo la soddisfazione per una magistratura che anche nel nostro Paese finalmente fa il suo mestiere. Il sostegno maggiore che possiamo dare è farla lavorare tranquillamente e farla arrivare alla prima fase delle indagini per avere un quadro preciso che venga reso pubblico. Già da questa ordinanza abbiamo uno spaccato molto preoccupante. I danni più grandi avuti nel Paese si sono avuti quando abbiamo perso la consapevolezza che i denari si possono fare con il lavoro onesto. Abbiamo gettato le fondamenta per avere un Paese corrotto in profondità quando abbiamo iniziato a parlare di piazza finanziaria e soldi facili. Se la commissione d’inchiesta era riuscita ad ottenere che certi personaggi non si candidassero, poi però queste persone hanno pesantemente condizionato anche le ultime elezioni politiche. Di fronte però ad una indagine così capillare che sta andando avanti, riteniamo davvero che la cosa migliore sia interrompere la legislatura in questo momento, non rischiamo di compromettere il lavoro della magistratura? Le persone che hanno condizionato le elezioni oggi non sono in grado di condizionare la maggioranza delle persone in Aula e nel governo. Oggi c’è un Consiglio grande e generale non più così fortemente condizionato e condizionabile in proporzioni molto piccole rispetto la passata legislatura. Dall’ordinanza emerge che la classe politica la pulizia interna l’ha già iniziata a fare, ma ci sono altri settori che fino adesso non hanno fatto mezza pulizia. Settori dove persone non si sono messe da parte, avevano le ricette giuste per tutte le stagioni e mi aspetto che anche le organizzazioni economiche conniventi di questi comportamenti prendano posizione. Mi aspetto anche che venga chiesto, a chi ha messo nelle tasche indebitamente tanti soldi con reati oggi prescritti, di mettere a disposizione della collettività il maltolto. Anche come governo attiviamo le azioni civili per il recupero di somme incamerate, ed esempio nella vicenda del Centro uffici. Il compito della politica è far sì che le indagini portino risultati anche alle finanze pubbliche. Non credo che il Paese in questo momento abbia bisogno di elezioni politiche, non faremmo un favore al nostro Paese. La maggior parte dei consiglieri può dire che sta lavorando per il bene del Paese e se non lo farà sa che oggi c’è una magistratura che potrà perseguirlo”.

Ivan Foschi, Su: “Oltre alle condotte dei singoli emerge una condotta di sistema su cui si è retta la nostra Repubblica in tutti questi anni. Non ci sono zone franche o di immunità. In passato sono emersi episodi di rilevanza politica, con videoregistrazioni di vacanze-premio in cambio di voti, ma non tutti hanno agito di conseguenza. Nel corso degli anni ci sono stati elementi che ci hanno dato chiavi di lettura per le attuali ordinanze. Sono convinto che non bisogna fare di tutte l’erba un fascio, in ogni categoria ci possono essere mele marce, né si può criminalizzare un’intera categoria e un’intera classe politica. La soluzione deve essere collettiva, bisogna dare gli strumenti per uscire da quelle logiche e da quei fenomeni. Già nel ’93 caso Long Drink, il giudice Emiliani evidenziava responsabilità e compiacenze politiche. Nomina di Galassi: non doveva nemmeno essere ipotizzata. A una figura con responsabilità politiche come le sue, poteva essere riconosciuto il premio di ambasciata in Vaticano?

Sono d’accordo che non sia tutto come prima. Ma dobbiamo pensare come non ricaderci più, dobbiamo mettere regole, dare più impulso alla democrazia. Oggi ci sono ancora molte zone d’ombra e ci pare che questa maggioranza sia al capolinea perché non riesce ad andare oltre. Dopo tre anni i risultati sono molto modesti. E’ sufficiente per farci dire che è ora di voltare pagina”.

Mimma Zavoli, C10: “Il costituirsi parte civile contro colui che è stato il proprio capo per oltre 20 anni è risibile. La Dc e molti dei suoi uomini di vertice hanno generato le condizioni di opportunità in cui hanno potuto agire con spregiudicatezza e l’opportunismo dei suoi uomini forti. Che hanno ridotto al silenzio gli oppositori del regime, costringendoli ad uscire dal partito per costruire nuovi contenitori politici. Non sono sufficienti i proclami di rinnovamento che provengono da quel partito. Chi avrebbe dovuto costituirsi parte civile sono quegli elettori e gruppi di cittadini onesti che hanno sempre creduto con convinzione nelle idee di quel partito. Quelli che hanno creduto a quello che c’era dietro quel simbolo. Per favore, e mi rivolgo alla dirigenza Dc, evitate di cospargervi il capo di cenere perché siete poco credibili. Dovreste chiedere scusa e rimettere il mandato conferito nelle mani della vostra gente. Siamo disabituati a cercare limiti e confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. La politica che vuole costruire un buon futuro per i propri rappresentanti prima o poi dovrà interrogarsi. Molti hanno lasciato che le cose accadessero, altri addirittura sapevano che le cose stavano accadendo. Si poteva fermare tutto ciò? Alla luce degli accadimenti gravissimi è opportuno che il potere del Congresso sia oltremodo dilagante? E’ opportuno che il Paese resti in mano a una maggioranza dopata? Sarebbe più onesto e dignitoso restituire la parola ai cittadini”

Mariella Mularoni, Pdcs: “Il problema della moralizzazione della vita pubblica è tornato alla ribalta grazie al lavoro della magistratura a cui va il massimo sostegno. La gente comune, i nostri elettori, si sente tradita. C’è un forte disagio nei confronti della politica. Stiamo andando verso la perdita di credibilità dei partiti. Di errori in passato ne sono stati fatti. La corruzione si è estesa dalla vita pubblica al mondo delle professioni, del lavoro e a quello imprenditoriale. Questo Governo, per dare seguito a un completo adeguamento agli standard internazionali di trasparenza, ha dato vita a una serie di provvedimenti che hanno consentito alla Magistratura di operare libera da condizionamenti. Il mio auspicio è che la Magistratura vada fino in fondo in questa operazione di pulizia e trasparenza. Questo cammino di adeguamento legislativo agli standard internazionali portato avanti senza sosta dal Governo è stato una pronta risposta alle sollecitazioni dell’opinione pubblica. Queste misure non saranno sufficienti, se non saranno accompagnate da una riforma della cultura della legalità e del costume nella nostra comunità. E’ necessario che la politica sappia rigenerarsi su una salda base etica. Sarà compito della Magistratura valutare le responsabilità penali mentre noi dovremo affrontare le responsabilità politiche. Non accetto l’opinione che tutta la politica è corrotta e collusa perché in silenzio o perché facciamo parte di un partito che purtroppo è stato colpito da un’azione della Magistratura. Facciamo pulizia se necessario, ma come me ci sono tante persone oneste che si sono messe al servizio delle istituzioni nell’interesse del Paese. Non buttiamo 67 anni di storia del nostro partito, fatto di ideali e valori, solo perché negli ultimi anni qualche esponente di rilievo non si è comportato correttamente. Dobbiamo ora preoccuparsi di dare un messaggio di riconquistato rigore. Le elezioni anticipate non sarebbero utili al bene del paese. Le elezioni bloccherebbero i progetti di sviluppo avviati. Rafforziamo piuttosto l’azione di governo”.

Vladimiro Selva, Psd: “Io non credo che la maggioranza dei cittadini con consapevolezza abbia aderito al sistema del passato. Sicuramente molti hanno goduto delle ricadute positive. Io come sammarinese mi sono già rammaricato. In parte il cambiamento è stato determinato anche da pressioni esterne. L’11 settembre, norme anti-riciclaggio e contro il finanziamento illecito al terrorismo sono state situazioni che ci hanno spinto a adottare provvedimenti che ci hanno spinto maggiormente verso la trasparenza. Ma c’è stata anche un’evoluzione che ha portato in questa legislatura a un rinnovamento importante. In quest’Aula oggi siedono persone, nella stragrande maggioranza dei casi, che sono libere. Senza pendenze e condizionamenti esterni. A inizio legislatura c’era chi metteva tutti sullo stesso piano ma io stesso chiedevo: “cercate di vedere il cambiamento” perché altrimenti così viene indebolito il cambiamento. Io credo che negli elementi emersi sulla stampa relativamente all’ordinanza di custodia cautelare si debba valutare soprattutto il progetto di restaurazione. Il Paese sta attraversando grossa crisi e sono in molti ad aver detto “non si stava così male quando c’erano loro”. Ma noi siamo andati avanti. Noi abbiamo fatto grande fatica per migliorare il sistema economico e i conti pubblici. Questa maggioranza si è presa impegni precisi con riforme strutturali che possono migliorare il Paese: dalla riforma della p.a. all’Igc. Io voglio credere che il Governo sia libero da meccanismi e dalla distorsioni del passato. Proprio per questo pretendo che sia risolto subito il problema della rete fognaria della cartiera Ciacci per dimostrare che il Governo è libero da condizionamenti”.

Franco Santi, C10: “Assistiamo a processo mercificazione della moralità. Di contro, è il momento di inventarsi leadership, proposte e programmi, non di fare catechismo. E’ il momento di appellarsi alla gente decente, quella che non è disposta a darsi per vinta , che vuole mettere i bastoni alle ruote della canaglie e che, quando qualcuno gli chiederà che cosa ha fatto per il suo Paese, prenderà una sedia su cui inviterà chi gli ha fatto la domanda e risponderà ‘ho fatto questo, questo e quest’altro'”. Maria Luisa Berti, Ns: “Leggo una certa ipocrisia in certi interventi. Questo personaggio quando era libero tutti lo osannavano come principale personaggio della politica sammarinese. Un sistema di connivenza e di ambiente che avevano permesso questa leadership c’era e tutti, direttamente o indirettamente, anche la cittadinanza ne hanno fatto parte. Prendiamo atto dei miei culpa, ma anche dell’incapacità della politica. Affrontiamo dibattiti sulla corruzione solo quando ci sono provvedimenti giudiziari. Nel 2006 ricordo quando Noi sammarinesi è nato nel documento di fondazione aveva riportato la necessità di sollevare l’amministrazione dal rischio di corruzione, sprechi, fini clientelari e malcostume. Oggi questi concetti li ritroviamo in provvedimenti giudiziari. La politica deve fare propri questi concetti indipendentemente dai moniti della magistratura. Oggi vediamo con elementi obiettivi un sistema colluso e sarebbe opportuno che tutte le categorie coinvolte si lavassero dei panni sporchi. Oggi Rete chiede di affrontare le emergenze e andare subito alle elezioni. Non sono d’accordo perché nel 2012 quando si apprestava a terminare la legislatura ci fu un intervento di chi voleva ‘smanare’ la commissione d’inchiesta. Se noi oggi chiudessimo l’esperienza elettorale, faremo il gioco di chi vuole portare il Paese nel caos e togliere il sostegno della magistratura che in passato non c’era. Cerchiamo invece di fare opera trasversale di unione per contrastare azione denigratoria per magistratura e dannosa per il Paese. C’è del buono nell’aula consiliare, facciamo in modo si unisca contro corruzione”.

Federico Pedini Amati, Indipendente di minoranza: “Di fronte ai cittadini e le cose accadute bisogna che un Parlamento si inchini, ammetta che la politica ha fallito e allora ridiamo il mandato agli elettori, evitando certamente il caos. Sono sicuro che in Aula una parte sia gente sana e non corrotta, ma una buona parte è ancora corrotta, che farà parte di un ordinanza n. 3, n.4 etc. Si diceva ‘se avete delle prove denunciate e fate fare alla magistratura’, oggi la magistratura, seppur in largo ritardo, ci dice che c’è e sta facendo la sua parte. I fatti sono talmente circostanziati che si fa fatica a capire che non siano successi. Negli anni Ap e altri hanno denunciato questi soprusi, e si faceva passare che erano matti e nemici dello Stato, io c’ero e con i capi di turno sono stato uno dei pochi a dire loro il mio pensiero in faccia. Sono arrabbiato con questo governo perché non sta portando fuori il Paese dalla situazione allarmante in cui si trova. Dopo l’arresto di Gatti mi aspettavo che il Consiglio ne discutesse in un comma specifico, di fronte ai cittadini, non in comma comunicazione. Perché Gatti è stato ed è ancora personaggio rilevante della Dc. Anche Podeschi è stato un protagonista della Dc. Perciò faccio fatica ad accettare che il Pdcs si sia costituito parte civile del processo Mazzini. E’ parte stessa colpevole perché ha messo avanti queste figure. Si vuole fare credere ai cittadini che in larga parte non si conoscevano queste nefandezze. Quando denunciavo io ero nella minoranza. Mi auguro che il Consiglio si metta mano sulla coscienza e ammetta che la politica è delegittimata. Io non avrei nessun motivo per dimettermi ma lo dobbiamo fare di fronte ai cittadini perché non basta ammettere colpe e dire che si è al fianco della magistratura. Il momento è adesso”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento