Home NotizieItalia Italia, scuola: le riflessioni di una mamma sui “vaccini” o “non vaccini”

Italia, scuola: le riflessioni di una mamma sui “vaccini” o “non vaccini”

da Redazione

Si è arrivati a parlare di escludere i bambini che non abbiano ricevuto la profilassi dalle scuole.

 

Riceviamo e pubblichiamo.


Mi succede raramente di non avere una opinione su un qualche argomento. Ma quando anni fa capitai in una conversazione tra provaccini e antivaccini (mi si passi i termini, è per brevità) ammisi che non sapevo cosa pensare perché non avevo abbastanza elementi per una valutazione. O meglio, non avendo ancora figli non avevo sentito la necessità di informarmi in merito.

Cosa che è cambiata diametralmente dal momento in cui ho tenuto in braccio per la prima volta il mio piccolo roseo fagottino, nato sanissimo. Ero ancora nel saliscendi del baby blues, in cui tutto ti sembra troppo bello per essere vero e piangi di gioia, che già stavo seguendo l’argomento su libri, siti, presso conferenze, per cercare di farmi un’idea. Perché specialmente una decisione che prendi per qualcun altro, in particolare se è così piccolo, non può essere fatta a caso, o per prassi. E per fortuna che ci eravamo già documentati, perché di lì a pochi giorni giunse la “chiamata alle armi”: la lettera di appuntamento per il vaccino dell’esavalente. In realtà non capisco perché la chiamino ancora così visto che gli agenti patogeni presenti sono ormai 7, quindi il termine “ettavalente” sarebbe più opportuno.

Da un lato eravamo, come tutti i genitori, spaventati dalla possibilità che nostro figlio un giorno potesse ammalarsi di qualcosa di evitabile, dall’altra però terrorizzati dal fatto che uno dei tanti probabili effetti avversi potesse abbattersi sul nostro bimbo e sconvolgere l e nostre vite, togliendo a quel piccolo anche solo un poco la salute che gli era stata donata dalla fortuna, perché alla fine puoi fare tutte le indagini prenatali che vuoi, ma di questo si tratta.

Che fare, che non fare… dopo aver letto tutto quello che ci capitava a tiro, ovviamente scremando anche le fonti da cui provenivano queste informazioni, decidemmo di non vaccinare. O quanto meno non per tutti e 7 i vaccini –visto che in realtà l’obbligo vige solo su 4 ma altri 3 vengono elargiti con il loro bel carico di eccipienti- e non subito a 2 mesi di vita.

Su un piatto della bilancia c’era la probabilità di contrarre una qualche malattia praticamente debellata grazie alle migliorate condizioni igienico-sanitarie, o trasmissibile solo con modalità da “adulti” (sangue e liquidi biologici… ok che mio figlio è sveglio ma dubito che all’asilo lo troveranno a fare sesso non protetto…), sull’altro la possibilità di effetti collaterali dovuti all’introduzione massiccia di metalli nel suo organismo che sono dannosi anche in quantità infinitesimali.

Ora, non mi dilungherò in spiegazioni statistico-scientifiche, ma in paesi occidentali in cui non vige l’obbligo vaccinale comunque le malattie non si presentano, e non è l’immigrato che ti riporta la patologia visto che chi non sta bene non intraprende neppure il viaggio. Eventualmente non si tratterebbe neppure delle stesse: basta guardare la profilassi consigliata al globetrotter com’è differente.

Il vaccino in sé è cosa buona, specie in posti con situazioni estreme e insalubri.

Forse è la lobby delle case farmaceutiche a suscitare tutta questa psicosi visto che pazienti sempre più informati stanno indirettamente riducendo i loro incassi milionari.

Ma nell’eventualità speriamo remota che mio figlio si ammali, sarà contagioso esattamente quanto un bimbo appena vaccinato che diviene portatore sano per settimane, ma soprattutto quest’ultimo punto mi tocca da vicino.

Qui si è arrivati a parlare di escludere i bambini che non abbiano ricevuto la profilassi dalle scuole.

Siamo all’apartheid.

Si sta contemporaneamente minando il diritto allo studio e la libertà di cure, imponendo la pratica vaccinale come un trattamento sanitario obbligatorio in cui però sono io genitore che devo firmare una liberatoria per assumermi le responsabilità di eventuali effetti avversi. Una follia.

E ce ne sono di casi, non sono solo numeri quando un lutto o un bambino nato sano diviene tetraplegico è il tuo. Il sentiero di Nicola è uno dei tantissimi esempi: questi bambini hanno un volto, un nome, (chi ce l’ha ancora), le storie si somigliano tutte ma i media le liquidano come “coincidenze” tra i vaccini e la degenerazione fisica.

A questo punto viene il sospetto che questi tentativi di coercizione o anche solo di psicosi non abbiano nulla a che vedere con la salute, ma solo con gli introiti, visto che è stato stimato che 620 milioni di euro saranno stanziati per ampliare la campagna vaccinale. Che sarà anche gratuita all’utente, ma con le tasse la si paga eccome.

Un in bocca al lupo ai genitori che come me fanno obiezione ma soprattutto a quelli che decidono per i vaccini, perché, alla fine, anche se non saremo nella stessa scuola, siamo tutti sulla stessa barca.

 

Lea Carella

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