“Al nostro Consiglio Grande e Generale partecipano solo 11 donne su 60 consiglieri, il 18,33%”.
La Commissione per le pari opportunità di San Marino unitamente al nuovo presidente del Club Service Soroptimist hanno partecipato alla conferenza dei piccoli Stati sull’uguaglianza tra uomo e donna nelle decisioni politico-economiche tenutasi in Lussemburgo.
Tutti i piccoli Stati europei hanno portato il loro contributo. L’Islanda è l’unico stato dove l’uguaglianza è veramente un dato numerico reale ma ancora il peso delle decisioni è al maschile. La realtà di tutti gli altri piccoli Stati è lontana da questo traguardo. Basti pensare ai numeri presenti a San Marino. Al nostro Consiglio Grande e Generale partecipano solo 11 donne su 60 consiglieri, il 18.33%. I partiti e movimenti politici presentano tra i propri aderenti solo il 36% di partecipazione femminile! solo il 21% degli incarichi dirigenziali sono ricoperti da donne e solo il 34% sono le donne nominate negli organismi internazionali.
Un dato molto significativo per i piccoli Stati, la pubblica amministrazione accoglie un numero rilevante di lavoratrici donne, al contrario del settore privato, dove solo il 22.14 % degli amministratori di società sono donne. Questo perché si é preferito sempre supportare il lavoro femminile in un contesto orario più semplice e più fruibile con gli impegni familiari. Mentre le donne lavoratrici nel settore privato ricoprono ancora soprattutto ruoli di manovalanza generica tra gli operai: la percentuale è molto alta tra gli operai generici e non tra i qualificati. Le donne impiegate sono un numero elevato ma sono poco presenti tra i responsabili, pochissime tra i dirigenti. Forte è stata la richiesta da parte di tutte le donne appartenenti ai piccoli Stati di promuovere la formazione scolastica verso l’uguaglianza femminile rimuovendo pregiudizi e stereotipi di genere. Ma è stata forte anche la richiesta di quote di genere nei CdA e collegi sindacali delle società per azioni e delle società controllate dalla amministrazione pubblica e di una quota rosa fissa negli incarichi parlamentari. Molti sostengono che le quota rosa sono svilenti, e probabilmente è vero, ma se vi è la volontà di cambiare l’approccio culturale è necessario forzare questo cambiamento. Ciò che oggi non viene contemplato, fra 10 o 15 anni dopo l’inserimento di questa clausola, sarà ritenuto normale e apporterà un maggiore avvicinamento delle donne a quei settori ancora troppo riconosciuti come di esclusività maschile. Un’ulteriore proposta Proviene dal Lussemburgo e consiste nel suggerire fortemente la formazione politica femminile all’interno di ciascun movimento partitico.
Infine un incoraggiamento a creare una rete di collaborazioni e sostegno fra le associazioni femminili dei piccoli stati e dei paesi europei, perché un numero sempre maggiore di donne possono accelerare il cambiamento.