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Naspi per gli stagionali a rischio dimezzamento, Arlotti scrive a Boeri

da Redazione

Dopo l’approvazione del Dlgs 148/2015 (art. 43 quarto comma) che ha salvaguardato l’integrazione salariale per il 2015 della normativa Naspi, a partire dal 2016 i lavoratori stagionali del turismo e del settore termale rischiano di essere fortemente penalizzati a causa del dimezzamento della durata e del valore del sussidio di disoccupazione. “Nel complesso i lavoratori del turismo e del settore termale interessati sono circa 300 mila unità, una forza lavoro fondamentale di un comparto importate dell’economia italiana che rappresenta, se si considera anche l’indotto, il 10.1% del PIL e che ha delle enormi potenzialità di crescita – ricorda il deputato PD riminese Tiziano Arlotti -. Serve una sinergia tra Governo e Palamento per rendere strutturale l’intervento di sostegno al reddito Naspi per i lavoratori stagionali del settore turistico e termale a partire dal 2016, superando definitivamente la riduzione della durata e del valore del sussidio di disoccupazione per questo segmento fondamentale dell’economia del nostro Paese”.

Nella sola provincia di Rimini nel 2014 le richieste di Aspi (ex indennità di disoccupazione) sono state 18.404 mentre quelle per le Mini Aspi 12.336. Quelle accolte sono sta te rispettivamente 12.815 e 11.412. In merito all’applicazione della Naspi, inoltre, restano ancora disparità di interpretazioni fra le sedi Inps provinciali territoriali. Per questo Arlotti ha scritto oggi al presidente Inps Tito Boeri, chiedendo , un richiamo agli uffici in merito a una corretta e omogenea interpretazione normativa per gli operatori stagionali, eliminando le disparità di trattamento tuttora applicate dalle sedi provinciali territoriali e garantendo a questi lavoratori, al pari di quelli di altri settori, il diritto a percepire il pieno trattamento Naspi.

Di seguito i passaggi della lettera.

Le novità introdotte con la nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego-NASpI per chi perde involontariamente il lavoro, che dal 1° maggio 2015 sostituisce l’assegno unico di disoccupazione introdotto dalla Riforma Fornero, sono così rilevanti da aver comportato diversi dubbi interpretativi e problemi procedurali. L’applicazione di una normativa innovativa, su una materia particolarmente articolata come la disoccupazione, ha comportato anche dubbi interpretativi. Con circolare 142 del 27 luglio 2015, “Chiarimenti su Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI)”, l’Istituto da lei presieduto ha fornito chiarimenti di carattere amministrativo-operativo su aspetti specifici non espressamente disciplinati dalla normativa richiamata, ma che possono avere incidenza sulla prestazione. Con l’occasione sono stati forniti, tra l’altro, elementi utili all’interpretazione del paragrafo 2.5 punto 4) della circolare n.94 del 2015 in ordine al quale sono state segnalate incertezze circa gli effetti sul calcolo della durata della NASpI. Tuttavia, sono ancora oggi numerose disparità fra le interpretazioni e i chiarimenti forniti dalle differenti sedi INPS territoriali provinciali in merito alla durata del sussidio per chi ha svolto attività stagionale nel 2015.

Ricordo che sono 300 mila lavoratori stagionali del turismo e del comparto termale, e altrettanti gli operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare, che di fatto risultano penalizzati dalla circolare di chiarimento Inps 142/2015.

Dal 2016 inoltre, come denunciano anche i sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs, l’applicazione della normativa sulla Naspi rischia di penalizzare ulteriormente i lavoratori stagionali, portando a un dimezzamento della durata e del valore del sussidio in assenza di correttivo strutturale, ovvero dello stesso correttivo previsto dal Dlgs. 148, comma 4 art. 43 – approvato nel mese di giugno scorso ed in vigore dal 24 settembre 2015 – che ha salvaguardato il trattamento di integrazione salariale per l’anno 2015, tamponando di fatto la contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i 300 mila lavoratori stagionali di due comparti cardine dell’economia italiana.

Risultano penalizzati anche i 300 mila operatori del lavoro domestico e di assistenza domiciliare, per i quali la circolare Inps 142 del 29 luglio 2015 stabilisce che il requisito di “trenta giornate di lavoro effettivo” nei dodici mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro “si intende soddisfatto laddove gli assicurati abbiano prestato attività lavorativa per cinque settimane con un minimo di ore lavorate per ciascuna settimana pari a 24 ore”, escludendo dunque di fatto gli operatori che prestano la propria attività lavorativa sotto le 24 ore settimanali.

Ritengo sia quindi necessaria, da parte dell’Inps, il richiamo agli uffici in merito a una corretta e omogenea interpretazione normativa per gli operatori stagionali, eliminando le disparità di trattamento tuttora applicate dalle sedi provinciali territoriali e garantendo a questi lavoratori, al pari di quelli di altri settori, il diritto a percepire il pieno trattamento Naspi.

E’ ovvio che sussiste un problema di carattere normativo sul quale occorrerà intervenire già in occasione della discussione e approvazione della Legge di Stabilità 2016, allo scopo di risolvere alla radice il problema del ricorso alla Naspi da parte di lavoratori di settori – come quello del turismo – in cui la stagionalità è elemento strutturale. Non a caso già quest’oggi mi sono attivato presso il Sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Teresa Bellanova, sollecitando anche un concerto con l’Istituto da lei presieduto.

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