Home categorieComunicati Stampa Francesca Michelotti (SU): di nuovo sui programmi di screening antitumorali

Francesca Michelotti (SU): di nuovo sui programmi di screening antitumorali

da Redazione

La Direzione dell’ISS mi ha inflitto una risposta sgarbata per avere espresso pubblicamente le mie preoccupazioni sullo stallo degli screening antitumorali. Mi ha dato della disinformata e della allarmista, ribadendo che gli screening non sono sospesi ma solo che stanno subendo “alcune difficoltà momentanee nei sistemi automatici di chiamata e richiamo”. Avevo idea di rispondere per le rime ma sabato scorso ci ha pensato un articolo di Antonio Fabbri su L’Informazione a ripristinare la verità. E cioè che i programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero e del tumore al colon retto sono – non uso il termine ‘sospesi’ perché sgradito alla Direzione dell’ISS, bensì – ‘in attesa di essere riattivati’ almeno dalla prima metà del giugno scorso, e non dal 15 settembre come si vuole far credere.

Questi giorni anche io ho ricevuto telefonate di persone indignate e quindi torno sulla questione per aggiungere un’informazione significativa: i pazienti che chiamano per avere notizie degli screening sono pregati di richiamare a fine novembre, anzi meglio a dicembre o ad inizio anno. Quindi gli esami, che specifici protocolli prescrivono debbano essere a cadenza annuale, saranno posticipati di almeno sei mesi.

Bagatelle per i nostri efficientissimi manager dell’ISS che rassicurano: “i cittadini e le cittadine non corrono rischi perché noi siamo tecnologicamente e proceduralmente più all’avanguardia dell’Italia e i nostri intervalli di chiamata più brevi”. Come a dire – aggiungo io – state tranquilli e soprattutto non disturbate il manovratore.

Carissimi della Direzione ISS, perché non avete semplicemente detto la verità: che i problemi di compatibilità fra il vecchio sistema informatico e quello nuovo sono più complessi di quanto avevate previsto e che forse siete stati un po’ troppo precipitosi e imprevidenti nel cambiare la società di gestione del sistema e nel programmare l’avvicendamento del nuovo partner?

Il disservizio nel settore degli screening, assieme a una deriva dell’efficienza che sembra implacabilmente bollare ogni vostra iniziativa di cambiamento, non si concilia con il trionfalismo delle vostre dichiarazioni e soprattutto sfiora il ridicolo quando – come in questo caso – invocate una supposta superiorità tecnologica. Se questa superiorità ci fosse veramente, il trapasso fra il vecchio e il nuovo engineering si sarebbe dovuto compiere senza quasi essere avvertito dai pazienti!

Intanto gira voce che una nota casa di cura privata sammarinese stia seriamente pensando ad avviare un proprio screening sul tumore del collo dell’utero (ovviamente a pagamento per coloro che potranno permetterselo) e che per questo stia cercando personale specialistico a Rimini. Sembra anche, paradossalmente, che i pap test verranno letti nel nostro laboratorio analisi.

Anche questa volta il disservizio pubblico sarà destinato a diventare terreno di conquista dell’iniziativa e dei profitti privati?

Così, carissimi, si mina la fiducia della cittadinanza, non standovi alle costole come faccio io per incalzarvi a fare meglio.

 

Francesca Michelotti – Sinistra Unita

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento