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San Marino, accordo di associazione UE: sono partiti i negoziati

da Redazione

Un passaggio epocale che, se ben gestito, potrebbe aprire nuove prospettive per il Paese. La Segreteria agli Affari Esteri sugli aspetti doganali: “Sono temi caldi nell’agenda”.

 

di Alessandro Carli

 

Il 22 settembre sono partiti i negoziati per la definizione dell’accordo di associazione con l’Unione europea. Un passaggio epocale che se, ben gestito, potrebbe aprire – come abbiamo più volte rimarcato – nuovi orizzonti e nuove prospettive per il Paese e per le imprese. Un percorso, quello avviato da San Marino, che ha incontrato l’appoggio anche del vice presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, che a San Marino RTV ha dichiarato: “I Piccoli Stati come San Marino rappresentano una risorsa all’interno dell’Unione Europea perché fanno comprendere i problemi delle piccole realtà. Tutto ciò che si fa per accrescere i legami fra UE e San Marino va visto in una ottica di reciproca utilità. Grazie ai Piccoli Stati l’Europa può meglio rendersi conto di che cosa significhi stabilire un rapporto forte con i cittadini”.

A latere dei lavori del Vertice dei Capi di Stato e di Governo per l’adozione dell’Agenda di Sviluppo post-2015, in corso a New York, il Segretario di Stato agli Esteri Pasquale Valentini ha condiviso con i colleghi i passi che il Titano sta compiendo. Passi che hanno ricevuto l’apprezzamento e allo stesso tempo un fermo e convinto sostegno per la negoziazione in corso.

Luca Brandi, Direttore degli Affari Europei del Dipartimento Affari Esteri (Segreteria di Stato per gli Affari Esteri), sta seguendo da vicino la trattativa: “Le trattative con i servizi esterni della Commissione Europea hanno avuto inizio con la discussione del quadro istituzionale del/i futuro/i accordo/i tra l’Ue e San Marino, Andorra e Monaco, che è ancora in corso. Contemporaneamente la Commissione ha ritenuto che fosse possibile iniziare anche il confronto sulle quattro libertà fondamentali e sulle politiche orizzontali ad esse strettamente collegate, in primo luogo relative agli aspetti della libertà di circolazione delle merci. La metodologia utilizzata dalla Commissione prevede che nell’arco di due tornate di due giornate ciascuna, i vari esperti dell’Ue presentino alle delegazioni dei tre Paesi (Repubblica di San Marino, Andorra e Monaco, ndr) tutta la normativa inerente questa libertà analizzandola per specifiche materie. Dopodiché gli Stati presenteranno le relative situazioni interne concernenti l’adeguamento nazionale all’acquis dell’Unione europea”.

Nello specifico, cos’è “uscito” dalla prima sessione?

“Nel corso della prima sessione, il 22 e il 23 settembre, si è passati all’illustrazione delle Direttive e dei Regolamenti di diverse tipologie di merci destinate alla libera circolazione: ad esempio dai natanti da diporto ai recipienti a pressione, alla metrologia, agli ascensori, ai materiali da costruzione, ai dispositivi aerosol. Nella prossima tornata si affronteranno ulteriori tematiche come fertilizzanti, macchine agricole, prodotti chimici, calzature, beni culturali, giocattoli, eccetera”.

Si dovrà lavorare anche sulle singole normative…

“Le amministrazioni dei tre Stati, sulla base delle informazioni ricevute, dovranno effettuare una verifica circa l’adeguamento della normativa interna all’acquis dell’Unione; quindi legiferare conformemente ove non esista una norma interna o integrare se necessario ove già gli Stati abbiano invece già normato in materia. Questa analisi e il successivo adeguamento normativo saranno senz’altro la fase più impegnativa relativamente a questa libertà. Il fatto che le aziende e i produttori sammarinesi che già operano nel mercato italiano ed europeo di fatto abbiano già adottato nella maggior parte dei casi i requisiti Ue è invece l’aspetto più soddisfacente”.

Quali sono i margini di negoziazione?

“L’acquis dell’Unione non sarà negoziabile; ciò che invece avrà margini di trattativa sarà la tempistica necessaria per l’adozione dell’acquis stesso, che verrà presentata secondo le singole esigenze nazionali”.

Oggi vendere i prodotti di San Marino, con le attuali barriere doganali, è davvero complicato: si pensi, giusto per fare un esempio, all’emissione e all’appuramento del T2, alle operazioni doganali, al prefinanziamento dell’IVA.

“Gli aspetti doganali e relativi al T2, più volte affrontati tra la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri (comprendendo anche il Dipartimento Affari Esteri e l’Ambasciata a Bruxelles) e Organizzazioni di categoria, non rientrano in questa fase del negoziato; sono tuttavia dei temi caldi nell’agenda e, una volta analizzati scientificamente e compiutamente con appositi studi di fattibilità e discussi concretamente all’interno del Governo e tra le forze politiche, potranno senz’altro essere portati all’attenzione dei servizi della Commissione”.

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