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Editoriale: vogliamo un piano di sviluppo

da Redazione

Vogliamo avere certezze anche sull’introduzione dell’IVA al posto della monofase (sulla data del 1° gennaio 2017 non si può sgarrare), del tema della rappresentatività, sulla quale non vi siete ancora pronunciati.

 

di Alessandro Carli

 

Cara politica,

manca ancora oggi, nonostante le tante richieste e sollecitazioni, un piano strategico di sviluppo che sia organico e lungimirante, in grado cioè di disegnare la San Marino del futuro. Manca perché chi deve governare il Paese e avere a cuore il suo bene, non lavora in maniera coesa ma preferisce mettere in campo iniziative a spot, buone solamente per l’immediato e per arginare i buchi.

Quello che ci stupisce è che basta sporgersi poco oltre confine per vedere che i “vicini di casa”, come ad esempio Rimini, un piano di sviluppo l’ha adottato. Perché Rimini, che è una città e non uno Stato come il Titano, l’ha messo in campo e invece San Marino ancora prende tempo, allungando sempre più in là il tempo delle decisioni? E che non si tiri in ballo i numeri: la popolazione che vive all’ombra dell’arco d’Augusto sia cinque o sei volte più numerosa di quella che invece abita il Monte…

E’ un problema di voti in cambio? Di mancanza di volontà? Di scarso dialogo tra le Segreterie? Sono domande che vi vogliamo rivolgere, sono le domande non solo di un giornale ma delle aziende, di quel sistema economico che fa vivere il Paese.

E’ finito il tempo dell’attesa e dei verbi al condizionale: noi, assieme agli imprenditori, non “vorremmo” ma piuttosto “vogliamo” avere risposte concrete.

Vogliamo sapere quando e se partirà un piano strategico. Vogliamo avere certezze anche sull’introduzione dell’IVA al posto della monofase (sulla data del 1° gennaio 2017 non si può sgarrare), del tema della rappresentatività, sulla quale non vi siete ancora pronunciati.

Quello che è accaduto nel 2012 – due contratti per il settore dell’industria – è una distorsione che non deve più verificarsi. Una vostra presa di posizione diventa strategica per il rinnovo degli altri contratti. Servono criteri certi per la sottoscrizione dei contratti erga omnes, un dispositivo che permette di stabilire le stesse condizioni di trattamento sia nelle grandi che nelle piccole imprese, uniformando così i diritti contrattuali, sociali ed economici dei lavoratori. Il Paese, cara politica, ha bisogno di investimenti esteri. Ma con l’incertezza che regna – la mancanza di regole e di norme contrattuali univoche – è difficile riuscire ad attirarli.

Il tutto mentre è partito il percorso di avvicinamento del Titano all’Ue. San Marino può presentarsi al mondo con il suo abito migliore. E allora, iniziate a cucirne uno su misura, senza strappi né toppe. Un vestito moderno come il Paese che vogliamo vivere.

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