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Commissione consiliare: “Modalità paritaria di trasmissione del cognome”

da Redazione

Il progetto di legge è stato approvato con 10 voti favorevoli, 0 contrari e 3 astenuti. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La discussione del CGG si è aperta con l’esame in sede referente del progetto di legge di iniziativa popolare “Modalità paritaria di trasmissione del cognome”. Il progetto di legge è stato approvato con 10 voti favorevoli, 0 contrari e 3 astenuti. Successivamente il Cgg ha iniziato l’esame del progetto di legge “Trattamento economico e normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino”. La seduta si è chiusa con l’approvazione dell’articolo 2. I lavori riprenderanno dall’esame dell’articolo 3.

COMMA 2. Esame in sede referente del progetto di legge di iniziativa legislativa popolare “Modalità paritaria di trasmissione del cognome”

Vanessa Muratori (Proponente): Con questa innovazione si intende eliminare una barriera che impediva la parità di genere. La proposta di legge intende far si che anche San Marino si adegui a quanto già esistente in numerosi Stati europei. La trasmissione del cognome in via materna rappresenta un aspetto simbolico non secondario sulla strada di una equilibrata società che metta tutti gli individui portatori degli stessi diritti. Se questo provvedimento sarà accolto dal Cgg si permetterà al momento della registrazione del neonato allo stato civile che i genitori possano di comune accordo scegliere quale cognome attribuire al neonato: il cognome del padre, della madre o di entrambi in ordine alfabetico.

Lorella Stefanelli (Pdcs Ns): Le parole della presentatrice del progetto di legge mi confortano. Con questo progetto di legge non stravolgiamo il nostro ordinamento giuridico ma diamo il diritto di scelta ai genitori. Se i genitori vogliono continuare con il cognome paterno bene altrimenti viene data la possibilità di utilizzare cognome materno. Molto soddisfatta.

Francesca Michelotti (Su): Legge che colma una lacuna del nostro ordinamento. E rappresenta ulteriore tassello per consentire il raggiungimento di quella parità giuridica tra uomo e donna che nel nostro paese non è del tutto compiuta. Mi auguro che questo clima collaborativo possa essere confermato anche in sede di commissione.

Gian Nicola Berti (Pdcs Ns): Il consigliere Michelotti parlava di passo avanti in ordine a una politica paritaria. A mio avviso, siccome non esistono distinzioni tra uomo e donna ma si deve solo parlare di individuo, non parlerei di parità di genere. Mi sembra siano polemiche che appartengono al passato. Da un punto di vista tecnico devo sottolineare alcuni aspetti. Con un nome nuovo nasce una identità nuova? L’impianto normativo in sé non penso vada bene. Potrebbe essere oggetto di richiami

Francesco Morganti (Psd): Mi riservo di intervenire in sede di analisi dell’articolato. Ringrazio Vanessa Muratori per essere arrivati a questo testo piuttosto condiviso

Grazia Zafferani (Rete): Questa innovazione intende eliminare una delle rimanenti barriere che impediscono la parità di genere. Vorrei sottolineare l’importanza di queste tematiche dato che il commissario dell’Onu ci ha bacchettato parecchio ultimamente.

Franco Santi (Civico 10): Vorrei capire il commissario Berti che idea ha per regolamentare al meglio questi dubbi che ha espresso. Colgo in maniera molto positiva quello che è avvenuto con il progetto di legge presentato da Vanessa Muratori.

Giancarlo Venturini (Segretario di Stato agli Interni): Abbiamo raggiunto un risultato importante. Dopo i vari confronti e le varie problematiche espresse questa proposta di legge mette un ulteriore tassello per garantire la parità di genere.

Vanessa Muratori (Proponente): Passati due anni dalla presentazione di questo progetto. Confronto lungo ma ben venga se è fruttuoso.

Si è poi passati all’esame dell’articolato:

Anna Maria Muccioli (Pdcs Ns): Questo provvedimento introduce nel nostro ordinamento la trasmissione paritaria del cognome dunque direi che si tratta di un passaggio molto importante. Ai genitori viene poi lasciata la possibilità di scegliere il cognome da attribuire ai propri figli. Il confronto in Aula è stato positivo e ha portato ad un risultato prezioso per il nostro paese.

Franscesca Michelotti (Su): Non è esattamente quello che ci aspettavamo ma è un notevole passo avanti. Non c’è stato accordo su norma transitoria e perciò ci asteniamo sul provvedimento. Riteniamo comunque un notevole passo avanti questa legge.

Vanessa Muratori (Proponente): Questo progetto di legge offre possibilità inedite dunque è positivo. Dispiace che la legge ribadisca che la normalità prevede che sia il cognome maschile ad essere utilizzato per il figlio e non quello femminile.

Il progetto di legge è stato approvato. Favorevoli (10) Contrari (0) Astenuti (3)

COMMA 3. Esame in sede referente del progetto di legge “Trattamento economico e normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino”

Giuseppe Maria Morganti (Segretario di Stato Istruzione e Cultura) : L’esigenza di uniformare il trattamento normativo ed economico degli insegnanti di religione che prestano servizio presso le scuole della Repubblica di San Marino a quello degli altri insegnanti ha reso indispensabile il presente progetto di legge. Il provvedimento trae origine dall’Accordo stipulato il 16 maggio 2013 tra il Congresso di Stato e la Diocesi di San Marino. Gli insegnanti di religione non sono titolari di contratti di lavoro a tempo indeterminato bensì di incarichi conferiti loro annualmente previo benestare della Curia Vescovile Feretrana. Ciò impedisce di riconoscere loro istituti quali l’anzianità di servizio e conseguentemente gli scatti di anzianità e le indennità di funzione proprie degli insegnanti di altre discipline. Il personale in oggetto però beneficia già degli stessi istituti previsti per gli insegnanti incaricati a tempo indeterminato compresi quelli previsti dall’Accordo citato quali l’aspettativa post partum e i permessi annuali retribuiti e non retribuiti previsti per gli incarichi a tempo determinato. Difficile è invece introdurre per legge l’aspettativa per malattia di un familiare poiché nel pubblico impiego non è prevista questa forma di aspettativa sia per il personale incaricato a tempo determinato che a tempo indeterminato. La legge infine non prevede una norma specifica che impegna il Governo nella definizione di un nuovo accordo con la santa Sede così come previsto nell’atto sottoscritto il 16 maggio 2013 ma ciò continua a rappresentare un impegno di valore politico.

Mariella Mularoni (Pdcs Ns): La legge nasce da un’esigenza di uniformità di trattamento degli insegnanti. Non hanno i medesimi diritti degli altri insegnanti e permangono in uno stato di precarietà. Auspico che il progetto di legge trovi adeguata condivisione tra tutte le forze politiche.

Franco Santi (Civico 10): Questo progetto di legge nasce dall’esigenza di dare attuazione a un accordo sottoscritto tra P.A. e la Diocesi San Marino-Montefeltro. Accordo che però è stato bocciato dal Cgg. Stiamo andando contro la volontà del Consiglio. Non solo. Si continua a dire che si tratta di fare questo provvedimento per mettere sullo stesso piano gli insegnanti di religione con i loro colleghi di altre materie mentre non si prende in considerazione tutto l’inquadramento dell’insegnante di religione rispetto ai colleghi. E’ un’operazione di mistificazione. L’insegnante di religione ha una modalità di accesso al posto di lavoro differente da tutti gli altri. Tanto che sono inseriti nell’allegato F. Detto questo credo che qualcosa vada fatta per lavoratori che vivono situazione di precarietà. Ma io vorrei che l’approccio cambiasse. Si vada a ragionare a tutto tondo sull’insegnamento di religione mettendolo sullo stesso piano degli altri insegnamenti. Fortemente contrario all’approccio del Governo a questo provvedimento.

Francesca Michelotti (Su): Contrari a questo progetto di legge che arriva per recuperare il famoso accordo bocciato dal Consiglio Grande e Generale nel 2013. Siamo costretti ad intraprendere una nuova discussione quando il Cgg si era già espresso. E’ vero che dobbiamo affrontare con sensibilità le problematiche di chi vive una situazione di precarietà. Questa preoccupazione però non dobbiamo averla solo noi ma anche la Diocesi. Noi non possiamo aprire delle categorie privilegiate o delle categorie differenti. La Diocesi deve rendersi conto che noi viviamo in uno Stato di diritto. La battaglia non va combattuta qui ma nell’ambito dei rapporti con la Diocesi. Solo quando la Diocesi avrà ritirato ogni sua pretesa su possibilità di revoca e sul riconoscimento dell’idoneità, gli insegnanti di religione saranno a pieno titolo come gli altri. Questa battaglia il Segretario Morganti non la deve combattere in Consiglio. I diritti dei professori di religione diventeranno diritti quando la Diocesi smetterò di pretendere di dare imprimatur.

Grazia Zafferani (Rete): Questo progetto di legge prevede che un insegnante scelto dalla Curia debba sottostare alle stesse norme degli insegnanti selezionati dalla P.A. Ricordo che il 25 ottobre 2013 discutemmo in Cgg tale accordo che venne bocciato dall’Aula e dalla maggioranza. L’accordo dunque non è più vigente perché non è stato ratificato. Atteggiamento non rispettoso del Consiglio Grande e Generale. Quanto costerà questa legge che andrà ad aiutare chi è assunto grazie al riconoscimento della Curia? Contrari alla parificazione del trattamento economico del professore di religione con quello degli altri professori.

Le repliche:

Mariella Mularoni (Pdcs Ns): Gli insegnanti di religione vengono arruolati sulla base delle pubbliche graduatorie. In base ai titoli e ai requisiti richiesti.

Giuseppe Maria Morganti (Segretario di Stato all’Istruzione): E’ vero c’è stata la definizione di un accordo poi bocciato dal Cgg ma nel frattempo sono stati fatti tanti passi in avanti in più. Per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti (laici) assicuro che questo viene fatto attraverso le graduatorie pubbliche. Oggi a mio avviso sono da considerare lavoratori svantaggiati. Noi stiamo cercando di fare una battaglia di equiparazione dei diritti.

Franco Santi (Civico 10): Dobbiamo riaffermare dei principi: Stato laico e regole uguali per tutti. Con questo provvedimento continuiamo ad intervenire per dare una soluzione ad un problema sbagliando. Introduciamo norme ad hoc che andranno ad inficiare nel futuro altre situazioni. Quando si affrontano i problemi occorre farlo non con l’idea di mantenere una certa tradizione anacronistica.

Si è poi passati all’esame dell’articolato:

All’articolo 1 Sinistra Unita, Civico 10 e Rete presentano un emendamento abrogativo. Michelotti (Su): Discriminazione tra insegnanti laici e sacerdoti. Un passo che ci costerà molto caro. Viene riconosciuto il decimo livello per gli insegnanti delle scuole superiori, il nono per gli insegnanti delle scuole medie e l’ottavo per le scuole elementari. Inoltre c’è un’indennità di funzione di circa 250 euro. Stiamo riconoscendo molte risorse economiche aggiuntive a queste 10-11 persone. Santi (Civico 10): Vorrei chiedere al Segretario la ratio del comma 2 dell’articolo 1? Mularoni (Pdcs Ns): Volevo precisare che per quanto riguarda il distacco, gli insegnanti di religione, che svolgono le medesime funzioni dei colleghi, vengono distaccati in base al decreto del 2014. Le retribuzioni? Prendono le stesse retribuzioni degli altri insegnanti. Stefanelli (Pdcs Ns): L’aspettativa è stata formulata nello stesso modo del decreto delegato del 2012 sull’ultima stabilizzazione. Non è un qualcosa creato per gli insegnanti di religione ma è stato mutuato da una norma generale. Carattoni (Psd): I requisiti per poter accedere ai benefici del presente articolo devono essere maturati al primo gennaio 2013. E si può usufruire di questi benefici dall’anno scolastico in corso. Morganti (Segretario di Stato Istruzione): Facciamo un’operazione di sinistra mettendo tutti i lavoratori sullo stesso piano. Anche la maggioranza presenta un emendamento all’articolo 1. Stefanelli (Pdcs Ns): Chiediamo di aggiungere al comma 1 le parole “precedentemente all’anno scolastico 2015/2016”. Gli effetti economici decorreranno dall’anno scolastico 2015/16 ossia da questo mese di settembre.

L’emendamento presentato dalla minoranza è respinto. Approvato l’emendamento presentato dalla maggioranza.

All’articolo 2 Rete, Sinistra Unita e Civico 10 presentano un emendamento abrogativo. L’emendamento è respinto.

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