Home categorieComunicati Stampa Consegnato il Premio Artusi ad Alberto Alessi: “Io e Artusi abbiamo qualcosa in comune”

Consegnato il Premio Artusi ad Alberto Alessi: “Io e Artusi abbiamo qualcosa in comune”

da Redazione

FORLIMPOPOLI – “Appena mi hanno comunicato la consegna del Premio Artusi mi sono interrogato su quali punti in comune potessi avere con l’Artusi. Sono giunto alla conclusione che una cosa ci accomuna: Artusi è stato un grande gastronomo ma non era un cuoco, io sono un produttore di oggetti di design ma non sono un designer. Entrambi, in sostanza, siamo dei mediatori culturali, siamo dei laboratori di ricerca nel campo delle arti”. Queste le parole di Alberto Alessi, Premio Artusi 2015, conferitogli sabato 26 settembre dalla città di Forlimpopoli, patria del gastronomo. A consegnargli il riconoscimento internazionale a Casa Artusi, il sindaco della cittadina Mauro Grandini.

“Nelle cucine degli italiani troviamo due cose: il manuale dell’Artusi e almeno un oggetto di Alessi – queste le parole del sindaco di Forlimpopoli – La cucina dell’Artusi è sempre stata una cucina domestica, che inevitabilmente oggi si sarebbe incontrata con le creazioni di Alessi”.

Nella cerimonia di consegna, oltre al sindaco, sono intervenuti il filosofo Aldo Colonetti, uno dei massimi storici e teorici dell’arte, del design e dell’architettura, lo storico della gastronomia Alberto Capatti, il Presidente di Casa Artusi Giordano Conti, il designer Francesco Meda.

Questa la motivazione del riconoscimento: “Il Premio Artusi 2015 ad Alberto ed alla sua storia famigliare e industriale che hanno guidato il design italiano legato alla cucina. Rinnovando il lavoro artigianale e tradizionale dell’azienda, senza mai rinunciare alla propria singolarità e alla cultura del ‘cibo’, Alberto Alessi ha compiuto un lavoro originale e fortemente innovativo che rappresenta una delle più belle esperienze del Made in Italy nel mondo”.

Per toccare con mano cosa sia Alessi basta volgere lo sguardo alla mostra che racconta la sua storia, a Casa Artusi per la prima volta in Emilia Romagna, aperta al pubblico sino a oggi (domenica 27 settembre): “Alessi, storie di design”. Lì si trova l’idea creativa trasmessa a oggetti di uso quotidiano, come uno spremiagrumi (Phillipe Stark), un bollitore (Michael Graves), una caffettiera espresso (‘La Cupola’ di Aldo Rossi), giusto per citarne tre. Semplici utensili da cucina, capaci di trasmettere qualcosa di più del loro utilizzo. E proprio qui sta l’essenza della rivoluzione di Alessi: la praticità degli oggetti non esaurisce il legame tra persone e cose.

Per capire come si sia arrivati a ciò basterebbe leggere il percorso della sua vita, iniziato nel 1946, figlio maggiore di Carlo, primo della terza generazione degli Alessi dell’omonima azienda. Dopo la laurea in legge all’Università Cattolica di Milano, Alberto entra in azienda occupandosi della parte commerciale, dei nuovi prodotti e della comunicazione. Attualmente è Presidente di Alessi s.p.a. e responsabile per il design management, il marketing strategico e la comunicazione.

La storia di Alberto Alessi in azienda inizia negli anni ’70 con una visione del design tanto semplice quanto rivoluzionaria: la funzionalità non esaurisce il legame tra persone e oggetti.

Quell’humus originale cresce, si sviluppa, si confronta con personalità dello spessore di Franco Sargiani, Ettore Sottsass, Richard Sapper, Achille Castiglioni, Alessandro Mendini, Aldo Rossi, Michael Graves, Philippe Starck, e portano a trasformare l’azienda nella Fabbrica del design immaginata da Alberto.

Alberto è autore di diverse pubblicazioni, “La Cintura di Orione. Storia, tecnica e uso dei recipienti da cottura in metallo per la Grande Cucina”, Longanesi, Milano, 1987, “Not in production/Next to production”, Alessi, Crusinallo, 1988 e “La Fabbrica dei Sogni”, Electa, Milano, 1998.

Nel 2011 per la IV edizione del Triennale Design Museum di Milano è stato curatore scientifico della mostra “Le fabbriche dei sogni. Uomini, idee, imprese e paradossi delle fabbriche del design italiano”.

Tra i riconoscimenti ricevuti, è Membro dell’Academic Board dell’U.I.A.H. di Helsinki e dell’Honorary Committee del Design Museum di Londra. Senior Fellow del Royal College of Art di Londra, 1993. Laurea honoris causa della UIAH (University of Industrial Arts di Helsinki), 1993. Honorary Professor alla Hochschule der Bildenden Künste, Saarbrucken, 1994. Doctor of Fine Arts alla Miami University di Oxford, Ohio, 1995. Design Award for Lifetime Achievement al Brooklyn Museum of Art di New York, 1998. Honorary Degree of Doctor of the University alla UCE di Birmingham, 2001. Master all’Atelier de Formation en Haute Patisserie all’Ecole Ferrandi, Parigi, 2008. Honorary Doctorate of Arts alla University of Lincoln, 2010.

Collabora a riviste e pubblicazioni internazionali con scritti sul tema del design e occasionalmente è visiting professor in alcune scuole di design.

All’attività di design management affianca oggi, sotto l’etichetta “La Signora Eugenia e il passero solitario”, la produzione di vini di alta qualità secondo i criteri del metodo biodinamico.

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