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CSU: Dalla finanziaria 2016 devono uscire risposte per il paese

da Redazione

Se si confermerà la tendenza in atto, il 2015 potrebbe essere l’anno peggiore sul piano dei licenziamenti dall’inizio della crisi ad oggi. Questo dato è stato sottolineato, quale impietosa fotografia della situazione del paese, questa mattina nel corso della riunione congiunta dei Direttivi Confederali di CSdL e CDLS.

All’8 agosto 2015 il numero dei licenziamenti è stato di 532 unità: considerando che per l’intero 2014 le riduzioni di personale hanno coinvolto 672 lavoratori, la tendenza di quest’anno è peggiore rispetto sia allo scorso anno che agli anni precedenti. Particolarmente allarmante e drammatico è il dato complessivo dei licenziamenti; dal 1° gennaio 2009 all’8 agosto 2015, sono stati ben 4.112 (di cui 1.654 donne). Tutto ciò considerando che questi dati ufficiali riguardano le vertenze alle quali hanno preso parte CSdL-CDLS: non tengono conto, ad esempio, dei permessi di lavoro non rinnovati, per cui il dato dei posti di lavoro bruciati dalla crisi in realtà è ancora più alto.

Di fronte ad uno scenario così pesante, la finanziaria 2016 che Governo e Consiglio sono chiamati ad approvare entro la fine dell’anno, deve necessariamente indicare le più efficaci politiche di sviluppo per consentire all’economia e all’occupazione di ripartire su solide basi. Iniziative imprenditoriali in gestazione come ad esempio il “polo del lusso”, sono ancora scollegate da un vero progetto di sviluppo organico e complessivo.

È altresì necessaria una politica pubblica del credito che indirizzi le banche sammarinesi (le quali hanno beneficiato di ingentissime risorse dello Stato) verso la direzione di mettere a disposizione delle aziende e dei cittadini la liquidità necessaria per far ripartire lo sviluppo e per far fronte alle necessità economiche delle famiglie. Desta forte preoccupazione anche lo stato dei conti pubblici: ammonta a 267 milioni di euro il debito consolidato. Altrettanto grave è la questione della liquidità, che a fine luglio risultata essere di soli 29 milioni. Va dunque impostata una politica di risanamento che affronti il nodo delle riforme strutturali della spesa pubblica, mettendo mano al capito degli appalti, degli acquisti e delle esternalizzazioni, realizzando una seria politica di spending review.

La nuova legge tributaria (che per i lavoratori dipendenti, a differenza degli autonomi, ha avuto effetto fin dal 2014), deve essere lo strumento fondamentale per incamerare nuove risorse per il bilancio dello Stato, mettendo finalmente fine alla diffusissima evasione/elusione fiscale da parte di settori del mondo del lavoro autonomo, che ha sottratto notevoli risorse alla collettività. Al contempo deve cessare l’indebito prelievo dai fondi pensioni dei lavoratori dipendenti al bilancio dello stato; anzi, vanno al più presto restituite ai lavoratori le somme incamerate, che ammontano ad oltre 40 milioni.

I Direttivi hanno quindi rilanciato l’allarme pensioni: con l’attuale sistema di calcolo pensionistico, il tasso di sostituzione è di 1 a 3, ovvero si riceve tre volte quanto versato. Ma questa situazione non può reggere ancora a lungo di fronte ai fenomeni in atto, fra i quali l’allungamento dell’aspettativa di vita, la diminuzione della base occupazionale, ed anche i prepensionamenti sia obbligatori che facoltativi che sono stati introdotti con le legge finanziarie degli ultimi anni, che hanno aumentato il numero dei pensionati. Il sistema va riformato nel suo complesso, altrimenti non potrà garantire pensioni adeguate alle giovani generazioni. La politica deve essere subito disposta a riformare il sistema, avviando il confronto in merito.

Un importante riferimento è stato fatto anche rispetto al processo di unificazione delle due case di riposo nella struttura di Fiorina: i Direttivi hanno ribadito il proprio sostegno alla CSU e alle Federazioni Pensionati, che hanno espresso la propria netta contrarietà alla scelta di gestione privata della struttura per anziani di Fiorina, rivendicando invece la gestione totalmente pubblica da parte dell’ISS, a tutela degli anziani assistiti e per garantire la più alta qualità dei servizi.

In generale, la CSU è impegnata a riprendere il proprio impegno e la propria azione sul tema delle privatizzazioni ed esternalizzazioni, per evitare che continui questo processo strisciante che coinvolge sempre più servizi essenziali per i cittadini (tra gli ultimi in ordine di tempo, la privatizzazione di tre linee del servizio trasporti).

I Direttivi confederali non hanno mancato di affrontare il tema della rappresentatività, rispetto al quale si è concluso un ciclo di incontri con le forze politiche; è necessario che prosegua il confronto e l’iter di approvazione del progetto di legge predisposto dal Segretario di Stato per il Lavoro Belluzzi, che stabilisce regole minime di rappresentanza per avere il diritto di firmare contratti con efficacia erga-omnes. Al contempo è necessario fissare delle regole certe su come si dà prova della propria rappresentatività; in tutto il mondo si dimostra l’iscrizione ad un sindacato, così come a qualsiasi altra associazione, attraverso il pagamento di una quota di iscrizione.

I Direttivi, tra le altre cose, hanno anche posto la necessità di richiedere la prosecuzione del confronto con il Governo sul tema della indennità di malattia, rispetto al quale era stata raggiunta una intesa con il Segretario competente, poi arenatasi nei meandri dei lavori consiliari del luglio scorso. Su tutti i temi posti all’attenzione del dibattito, la CSU conferma la propria volontà di confronto con l’Esecutivo. Un confronto che finora è stato molto deficitario a causa della scarsa disponibilità dello stesso Governo.

Ma al contempo la CSU è impegnata a predisporre fin dalle prossime settimane una fase di informazione e di mobilitazione con i lavoratori e tra i cittadini, che dovrà prevedere momenti assembleari con i lavoratori stessi ma anche iniziative pubbliche serali tematiche rivolte a tutta la cittadinanza sui singoli argomenti di maggiore interesse per il mondo del lavoro e per il paese. Entro la prima metà di ottobre verrà svolto un Attivo unitario dei Quadri di tutti i settori.

 

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