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Dante Capicchioni, “capitano d’impresa” del monte Titano

da Redazione

Le tappe fondamentali della sua vita: dalla cava di Fiorentino alla Glesa e SIS sino ad ALI. Nel 1945 fu uno dei soci fondatori dell’Associazione Nazionale Industria San Marino.

 

di Alessandro Carli

 

Una storia iniziata in bianco e nero e finita a colori, lunga quasi un secolo.

E’ la storia di Dante Capicchioni, un uomo che oggi la letteratura chiama, più che giustamente, “capitano d’impresa”. Un grande lavoratore, capace di vivere il suo presente, non dimenticare il passato e le sue origini, ma allo stesso tempo con uno sguardo sempre rivolto al futuro.

E’ una storia sammarinese, la sua. O meglio: la sua vita si è sovrapposta, con estremo acume e precisione, a quella della nascita della San Marino che tutti oggi noi conosciamo. Quella cioè fatta di aziende solide, che sanno dialogare con il mondo a testa alta.

Una storia, come detto, iniziata in bianco e nero: Dante Capicchioni era nato l’11 dicembre del 1923 a Fiorentino, figlio di Francesco e della sua seconda moglie Giovanna Guidi.

Sin da ragazzo ha sempre respirato aria di impresa: suo padre Francesco è stato un artigiano del legno e piccolo imprenditore.

Dante inoltre era nipote di Don Giuseppe Guidi, uno dei pionieri dell’industrializzazione del Titano che nel 1936 fondò a Fiorentino la SAGI, Industria Sammarinese Calce e Cementi SA.

La forza e la lungimiranza che hanno contraddistinto tutta la vita di Dante sono scritti nel suo DNA: il padre Francesco, per mantenere la numerosa famiglia, si era dovuto necessariamente industriare: all’impegno nella bottega di alimentari, con annessa osteria e sala da ballo, a Fiorentino, alternava la lavorazione del legno. Francesco difatti produceva vasi da cantina e aveva un negozio di mobili a Borgo Maggiore.

Nel frattempo, sempre a Fiorentino, aveva messo in attività una cava di pietra, con produzione di sabbia, ghiaia e pietrisco.

La scomparsa di Francesco, nel 1936, è per il giovanissimo Dante (aveva solamente 13 anni) un lutto ma allo stesso tempo una spinta propositiva per mettere a frutto gli insegnamenti del padre.

Assieme al fratello Renato, Dante gestisce la cava di famiglia e nel 1945 è tra i soci fondatori dell’Associazione Nazionale Industria San Marino.

Nonostante la grande responsabilità e gli impegni di lavoro, Dante dedica grandi energie e attenzioni ai sentimenti: nel 1947 sposa Bruna Righi. L’anno successivo nasce il loro unico figlio Franco.

La svolta imprenditoriale ha una data: 6 maggio del 1949. I fratelli Capicchioni, Oreste Benzi di Rimini e Glauco Paci Ippoliti di Pesaro, fondano la Società Anonima Manufatti in Cemento – MIC, con sede operativa a Fiorentino. Un’azienda che si occupa di produzione di tubi in cemento e soprattutto di piastrelle in graniglia.

L’attività ebbe uno straordinario successo commerciale sia in Repubblica che e nelle zone limitrofe.

Per ottimizzare gli sforzi, dopo qualche anno di lavoro e di gestione assieme, i due fratelli decidono di staccarsi: Renato si dedica da solo alla MIC mentre a Dante spetta la cava.

Inizia così un percorso imprenditoriale di grande respiro che eleverà Dante a una delle figure di maggior rilievo nel processo d’industrializzazione di San Marino.

Con uno spirito del rischio da vero imprenditore che lo accompagnerà per tutta la vita, Dante firma le prime importanti “cambiali” che gli permetteranno di crescere e di fare una serie investimenti per l’attività di cava: arrivano alcuni moderni macchinari e attrezzature in azienda, fondamentali per innalzare le quantità prodotte e migliorarne la qualità.

Allo stesso tempo si allarga, e prende in affitto dalla famiglia Pezzi una seconda cava, sempre a Fiorentino.

Entrambe vengono così dotate di moderni sistemi di estrazione e di macinazione, con i frantoi e i mulini più innovativi.

L’attività, partita dovendo accollarsi tanti debiti, diviene florida e crescerà per tutti gli anni Cinquanta, sino a quando lo Stato sammarinese gli revoca la relativa licenza.

Chiunque si sarebbe abbattuto. Dante no: grazie a quelle che oggi si chiamano “pubbliche relazioni” – contatti, conoscenze e rapporti di fiducia acquisiti – Dante Capicchioni riesce a far convogliare sul Titano freschi capitali della più elevata espressione dell’industria italiana, milanese soprattutto. Finanze che vennero investite in robuste e serie attività imprenditoriali a San Marino: Ceramica Faetano, Fontevivo, Glesa, Grand Hotel San Marino, Immobiliare Adriatica, Immobiliare Serravalle, Marinotex, Sadis, Sapea, SIS (Sacchificio Industriale Sammarinese) e Tecofil.

In tutte queste realtà imprenditoriali Dante Capicchioni ha vissuto la crescita dall’interno: socio in quasi tutte le aziende, ha svolto, in ognuna di queste, almeno nelle fasi di avviamento, un ruolo chiave.

Un impegno, quello di amministratore, che in Glesa e S.I.S. si è prolungato sino al 31 agosto del 2015 scorso.

Dante però aveva uno sguardo a 360 gradi: l’amore per la famiglia e per la sua terra, ma anche la capacità di osservare l’Europa.

Promosse difatti, e siamo negli anni Settanta, un innovativo investimento in Germania (parliamo della Kopafol, azienda ubicata vicino a Nidda ancora attiva sotto il nome di Kopafilm) per la produzione di film di polipropilene ad alta densità per condensatori e altri usi industriali.

Dante credeva nei sentimenti e nelle amicizie. Nel corso degli anni si legò ai fratelli Mularoni: Corrado, Saturno e in particolar modo con Secondo Enzo, “Cino”, il figlio della sorella Dora.

Oltre ad alcuni accordi nel settore immobiliare, nel 1970 rilevarono la società ALI di Gualdicciolo, una realtà che Dante conosceva nei dettagli.

Una scommessa che si è rivelata vincente: superati i duri anni di grandi investimenti, e di conseguenza di grandi rischi, ALI si è sempre più specializzata nella produzione di elementi per pavimenti in legno massiccio, sia tradizionali che prefiniti, divenendo con soddisfazione una delle maggiori aziende nel panorama italiano del settore.

Altrettanto importante e degna di essere ricordata è la collaborazione per la gestione di Ceramica Faetano, che tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta stava entrando in un periodo di gravissima crisi.

Nel giro di solo un lustro, grazie a un costante impegno e grande coraggio, “appoggiati” da notevoli esborsi finanziari – dovevano sia pianare le perdite ed effettuare i necessari nuovi investimenti per rilanciare l’attività – la Ceramica Faetano raggiunse il pareggio di bilancio.

Dalla metà degli anni Ottanta la crescita è stata esponenziale e oggi il gruppo Ceramica Faetano, con alla guida l’ingegner Enzo Donald Mularoni, è divenuto un importante operatore sulla scena internazionale del mercato dei pavimenti e rivestimenti in ceramica, che lavora con successo in tutto il mondo. Dante ha presieduto per diversi anni il Consiglio di Amministrazione della controllata Ceramica Del Conca.

Ma con ogni probabilità l’azienda che riassume tutto l’impegno, il coraggio, la filosofia e il successo del “capitano d’impresa” Dante Capicchioni è il Sacchificio Industriale Sammarinese (SIS), che produce sacchi a valvola in carta kraft di grande contenuto: lavoro efficiente, grande attenzione verso la piena soddisfazione della clientela, ma anche l’impegno costante nel far crescere e valorizzare le risorse umane e materiali interne.

Proprio alla SIS si dedicava ancora ogni giorno, seguendo direttamente la clientela, gli acquisti e la gestione operativa.

Anche quella mattina di lunedì 31 agosto percorreva la strada per andare in azienda…

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