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Il 10 settembre inaugura al Museo della Città “Rimini Foto D’autunno”

da Redazione

Giovedì 10 settembre alle ore 18 si inaugura al Museo della Città l’edizione 2015 di Rimini Foto D’autunno. Un’edizione in cui si possono intravedere sottili fili conduttori nel lavoro degli autori e notevoli ecletticità tra le presenze.

Cosa accomuna una immagine di Emanuela Palazzi nella casa di Emily Dickinson e una di Luciano Leonotti in quella di Giorgio Morandi? nonostante l’intento comune nulla forse. E una di Guido Guidi con una di Silvio Canini? Ancora nulla probabilmente.

O forse si, qualcosa di meno apparentemente evidente, qualcosa di insito nella natura stessa del mezzo fotografico.

Si potrebbe forse dire che la fotografia utilizza l’immagine in maniera anticonvenzionale per esprimere un’idea molto più ampia, costruendo dunque una sorta di paradosso in cui il momento fotografico costituisce l’inizio, e non la fine, del momento fotografico.

Un concetto che sostengo da tempo: la Fotografia è Arte contemporanea e l’Arte contemporanea è Fotografia.

Peraltro gran parte delle opere contemporanee (penso in particolare a quelle in forma di installazione) vengono fruite dai più e per tutto il corso della vita dell’opera, in fotografia, divenendo un tutt’uno con essa. Anzi quasi sempre l’artista ha previsto, foss’anche inconsciamente, nello statuto di costituzione dell’opera, la possibilità concreta di essere fotografia, soprattutto. Le opere sono strutture precarie da utilizzare come strumenti, gli artisti producono singolari spazi narrativi dei quali l’opera è messa in scena, spesso definitivamente, dalla fotografia, divenendo fotografia.

La Fotografia è catalogo, archivio, interpretazione, possibilità.

Il fotografo costruisce mondi, sperimenta, osserva, crea visioni che superano l’immagine nella sua concretezza.

Definito ciò si può tornare all’edizione di quest’anno di Rimini Foto D’autunno con la convinzione che quella attuale sia una sorta di proposta delle multiverse visioni e interpretazioni del “fotografico”. Una sorta di illustrazione della pratica del fotografo come manipolatore delle forme frantumate dello scenario collettivo.

Raniero Bittante. In Playstones espone foto dal web e sassi. Sentieri e tracce in mezzo ai boschi e montagne, percorsi determinati da altri. Saranno più veri dei reperti di roccia realmente presenti? Valerio Vasi ripercorre, nello spazio alchemico della Sala delle teche del Museo, il suo itinerario fotografico degli ultimi anni, a volte felicemente incoerente, spesso ricco di candore. Silvio Canini immagina di fotografare ciò che non c’è e … lo realizza con precisione estrema. Per lui il mare o la sua idea è una presenza costante e lo porta con sé. E’ come se il suo imperativo fosse: tramandare il mare, raccontare l’orizzonte. Luciano Leonotti. Lavora nello spazio morandiano, districandosi, ma anche affrancandosi, dalla “voce narrante” sottotraccia tra presenze “ingombranti” nello studio di Giorgio Morandi. Gloria Salvatori mette in scena il paesaggio naturale però mediato dalla visione “stenopeica” che come una app, un’azione, storicizza un tempo in divenire. Stefano Scheda mette in campo un orchestra di immagini e il “suono” che ne ricava è un concetto che aleggia nell’aria. Emanuela Palazzi. Nessuna logica, nessun inizio e nessuna fine. Un continuo surfing sul confine tra immagini esistenti e quelle impensabili. Con un filo conduttore. Palazzi dice: la figura di Emily Dickinson ha accompagnato il mio lavoro da sempre (…). Chico De Luigi e il suo Nopanic camp riprendono ancora in mano lo strumento, veloce e reattivo, della fotografia come pratica “à la sauvette”, incoerente, elementare, insolente, irriguardosa, irriverente, offensiva, sfacciata, sfrontata, villana, ma anche, a volte, inaspettatamente coerente. Cesare Fabbri inventa quello che sembra non essere nostro potere dare: la forma dell’aria e delle nuvole. E la solidifica. Di Guido Guidi riproponiamo qui di un frammento di “Rimini Atlas”, lavoro commissionato dalla Provincia, svolto al solito a modo suo. Una sorta di anteprima di ciò che proporremo più avanti. Il suo vero primo lavoro su questo territorio. Ma rivisitato con materiali inediti del suo archivio. Una novità assoluta per il nuovo progetto Galleria dell’Immagine. Alla Galleria dell’Immagine, a cura di Daniele Lisi e Ilaria Montanari, Marina Rosso opera sulla rilettura del ritratto inteso come pratica standard attraverso anche l’accidentalità del lavoro tipo-foto-grafico.

E poi Fotografia come time-surfing:

Mario Giacomelli. Un maestro indimenticato, rivive qui e ora in forma diaristica, quasi immerso nella cronaca, attraverso la collezione privata di Flavio Marchetti. Theodor Kofler. Esponiamo le risultanze degli studi di Patrizia Piacentini, Egittologa dell’Università di Milano che ha riscoperto la figura del fotografo austriaco. A distanza nel tempo l’opera di Kofler esce dall’eccezionalità dell’impresa per raccontarci solo le cose…. mentre allora l’impresa le rendeva paradossalmente invisibili. (per le immagini di Kofler: Biblioteca e Archivi di Egittologia, Università degli Studi di Milano, collezione privata in deposito).

Manipolando le forme frantumate dello scenario collettivo, considerandole cioè non come fatti indiscutibili, ma come strutture precarie da utilizzare come strumenti, gli artisti producono singolari spazi narrativi dei quali l’opera è la messinscena

“Ogni elemento, non importa la provenienza, può servire a creare nuove combinazioni. […] Tutto può servire. Non c’è bisogno di dire che si può non soltanto correggere un’opera o integrare frammenti diversi di vecchie opere in una nuova; si può anche alterare il senso di questi frammenti e modificare a piacimento ciò che gli imbecilli si ostinano a definire citazioni”. G. Debord

Senza dimenticare che le rivisitazioni, le riletture, possono anche solo essere interne al nostro stesso sguardo di fruitori. (Piero Delucca)

Le foto di Guido Guidi, RiminiAtlas, sono state gentilmente concesse dalla Provincia di Rimini

La mostra di Marina Rosso è a cura di Daniele Lisi e Ilaria Montanari

Le foto di Mario Giacomelli provengono dalla collezione privata di Flavio Marchetti (Silverbook)

La mostra su Theodor Kofler è curata da Patrizia Piacentini; per le immagini: Biblioteca e Archivi di Egittologia, Università degli Studi di Milano, collezione privata in deposito.

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Comune di Rimini

Assessorato alla Cultura

Via Cavalieri 26

Rimini Foto D’Autunno

Museo della Città-Ala nuova e Galleria dell’Immagine

10 settembre – 25 ottobre 2015

Orari:

Museo della Città, Via L. Tonini 1

da martedì a sabato 8,30-13/16-19

domenica e festivi 10-12,30/15-19

lunedì non festivi chiuso

ingresso libero

Galleria dell’Immagine, Via Gambalunga 27

da martedì a sabato 16-20

lunedì non festivi chiuso

ingresso libero

Info 0541/793851/704416

www.comune.rimini.it

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