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Recensione libri: la Spoon River romagnola di Andrea Rossini

da Redazione

Nelle scorse settimane il collega, validissima penna “nerista” e “giudiziaria” del Corriere di Romagna, ha dato alle stampe per NFC il volume “I delitti della Romagna, trenta casi veri, presunti, irrisolti, da risolvere”.

 

di Alessandro Carli

 

Scrivere un libro è un’impresa ma allo stesso tempo un modo per “dare libertà” alla propria scrittura, spesso costretta a rispettare i canoni aulici del buon pensiero e del non urtare, attraverso la scelta di alcune parole, la sensibilità del lettore quotidianista.

Nelle scorse settimane il collega Andrea Rossini, validissima penna “nerista” e “giudiziaria” del Corriere di Romagna, ha dato alle stampe per NFC il volume “I delitti della Romagna, trenta casi veri, presunti, irrisolti, da risolvere”, un viaggio nel Kursaal della cronaca più dura, quella che se hai un animo troppo sensibile, potrebbe toglierti il sonno. Una discesa negli inferi più caldi, un salto nel passato, per ricostruire e dare una nuova dignità a 30 storie che, nelle pagine dei quotidiani, spesso rischiano – per problemi di spazio – di rimanere incomplete. Un libro che non è solo nomi, lame affilate, coltelli e agguati, ma anche un’analisi delle procedure più intime delle indagini, del cambiamento tecnologico che ha attraversato i professionisti che si occupano dei fatti. “La scoperta più sorprendente nel corso delle ricerche che hanno preceduto la stesura del libro – scrive lo stesso autore – non è stato individuare e segnalare al magistrato il probabile responsabile di un omicidio, ma constatare come i vecchi identikit a matita fossero più somiglianti e efficaci di quelli odierni al computer”.

Come detto in apertura, un libro significa libertà. Libertà di poter scrivere quello che davvero è uscito dalla bocca delle persone, senza censure: “Fanculo Sanpa”, o ancora, “Maradona figlio di puttana”.

Rossini, in questa potente e interessante raccolta di storie, si veste da Edgar Lee Masters: lì una Spoon River americana, qui quella della Romagna, che attraversa la banda della “Uno bianca”, il lupo “Liboni”, preti fatti fuori, donnine e tanta malavita.

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