Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: i membri del Comitato di Controllo sulle Fondazioni

Consiglio Grande e Generale: i membri del Comitato di Controllo sulle Fondazioni

da Redazione

In apertura di seduta si è deciso di posticipare il comma 5. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – In apertura di seduta il Consiglio Grande e Generale decide di posticipare il comma 5 “Nomina di due membri del Comitato di Controllo sulle Fondazioni, ai sensi dell’articolo 42 della Legge 1 luglio 2015 n.101” alla seduta serale. E’ così è proseguito il dibattito sulla convenzione per il “Luxury Department Store San Marino” e per la modifica al P.R.G. per l’attuazione di interventi di sviluppo economico” (II lettura). Terminati gli interventi dei consiglieri. Le repliche e l’esame dell’articolato in serata.

Matteo Fiorini (Ap): Rispetto ad alcuni interventi che ho ascoltato si fa fatica a scendere a un livello di confronto, sono pretestuosi. Questo passaggio politico ha due conquiste. La prima è sul metodo. Sfido i sammarinesi, chiunque, a ricostruire nei dettagli la convenzione fatta per esempio per il parcheggione. Cose che hanno inciso pesantemente sul patrimonio della collettività, sui quali c’è ignoranza diffusa. Ora qualsiasi sammarinese conosce, prima di andare a votazione, tutti i cavilli della convenzione. Si parla di trasparenza, siamo alla fase 2.0, qui la trasparenza si fa. Abbiamo tracciato uno spartiacque: gli investimenti pubblici si gestiscono così. E’ una vera rivoluzione che la classe politica ha fatto. L’altra conquista riguarda il merito. Chi avrebbe detto 5, 6, 7 anni fa, che il Paese sarebbe stato in grado di risultare appetibile per un tipo di investimento come questo? Questi investimenti provocano indotto e hanno successo. Dico provocatoriamente che forse il governo è stato fortunato. Ma aver creato le precondizioni di sistema affinché il Paese tornasse appetibile agli occhi di investitori seri è merito del lavoro delle persone. Si è fatta passare l’idea che si tolgono le altalene ai bambini per farci i capannoni, ciò è strumentale. Noi parliamo di un campo incolto. Non ci sono pregi ambientali in quell’area, che è su una superstrada del commercio. In questo Paese abbiamo accettato imprenditori e banchieri improvvisati. Ora arrivano persone con un certo curriculum che mostrano di essere professionisti del settore. L’intervento di Elena Tonnini, nella parte finale, è pura illazione. Quanti investitori abbiamo alla porta con 100 milioni di euro di investimento? Che garanzia maggiore c’è se l’interesse di tutti è affinché il centro decolli? Mi hanno parlato di una serata corrida con ingiurie e diffamazioni, lunedì sera. Chi cavalca queste corride dovrebbe forse essere più onesto. Forse c’è un’avversione all’idea del capitalismo. Non so darmi spiegazioni. Il governo avrebbe potuto dare un messaggio più di squadra, il Segretario Mularoni ci ha messo la faccia e ha agito bene.

Vladimiro Selva (Psd): Per come è stata gestita questa pratica, il Paese dà una dimostrazione di serietà. Nel momento in cui il progetto si concretizza, c’è la dimostrazione della competenza con cui sono state portate avanti una serie di iniziative, tra cui la variante di piano regolatore e la convenzione che stiamo discutendo. Il nostro Paese non può operare varianti di Prg ogni volta che c’è necessità di insediare una nuova attività. Ci vuole qualcosa di strutturato. E’ urgente che parta. Questa variante ha un impatto zero sul territorio sul piano ambientale. Ogni intervento determina un cambiamento che può essere un deterioramento del valore ambientale. Parliamo qui di un’area vergine. Avevamo aree di pregio superiore, grazie al lavoro della Segreteria al Territorio abbiamo compensato. Servono strumenti più agili e gestibili, più vicini all’economia e alla società del 2000. Il Prg oggi è utile ma non risponde più alle esigenze di trasformazione del territorio. Nella trattativa per la convenzione ci sono stati momenti difficili. Il Psd ha posto elementi che considerava importanti. Per esempio la garanzia che l’attività non si fermasse lì, come con l’Admiral, con l’iniziativa edile andata a termine, ma quella commerciale mai partita. Siamo rimasti scottati in passato. Gli incentivi sono solo sotto forma di credito d’imposta proprio per questo motivo, perché si presuppone una transazione economica. Lo Stato rinuncia a delle tasse a favore dell’insediamento delle attività. Qual è la logica con cui lunedì nel comma comunicazioni è stato fatto ostruzionismo? Perché martedì ne è scomparsa l’esigenza? Ce lo spiegheranno i colleghi di Rete oppure Pedini Amati. Viene da pensare che fosse legato alla serata di lunedì sera. Ciò sarebbe triste. Quando si sta qui, oltre ai 50 consiglieri, c’è la Segreteria Istituzionale, le Guardie di Rocca. Non parlo dei costi, ma del rispetto di chi lavora qui.

Simone Celli (Partito Socialista): Evito di schierarmi fra le tifoserie, non mi piacciono gli ultras. Tenterò di dare un contributo equilibrato. C’è un indotto importante in termini di occupazione, di lavoro per le imprese locali, di entrate per il nostro Stato. Siamo perplessi rispetto alla variante del Prg ad-hoc, per qualsivoglia progetto imprenditoriale. Così creiamo un precedente. La politica un ragionamento lo deve attivare, tenendo in considerazione un passaggio discutibile come questo. Siamo con l’acqua alla gola, con la crisi economica e la necessità di dare risposte in termini occupazionali. Ma ciò denota mancanza di programmazione. Lancio un appello al governo, evitiamo di cadere nel tranello delle varianti ad-hoc. Serve un nuovo strumento per la gestione urbanistica. Riguardo alla convenzione c’è un lato positivo nel metodo, devo darne atto al Segretario di Stato competente. C’è stata più trasparenza rispetto al passato. La convenzione deve essere monitorata con attenzione. Ci sono passaggi che lasciano discrezionalità, dal punto di vista fiscale ma anche urbanistico. Bisogna formare personale sammarinese da occupare in questo progetto imprenditoriale. Dal punto di vista dell’accesso al credito il governo si è preso un impegno considerevole, consistente. Per altri non è stato assunto. Si fa riferimento a cifre che debordano leggermente il milione di euro, non è vero che lo Stato non tira fuori niente. Il progetto è interessate, ma ragioniamo sugli aspetti di non competitività del nostro sistema economico. Siamo indietro anni luce. Per esempio sulla burocrazia, che qui è a 1.000. Quindi non siamo competitivi. Sul tema della certezza del diritto, qui c’è ipertrofia normativa, la dobbiamo affrontare. I testi unici vanno affrontati. C’è deficit sulle infrastrutture tecnologiche, così come sull’accesso al credito. Questi temi purtroppo non sono parte dell’agenda del governo.

Remo Giancecchi (indipendente): La critica che faccio al governo e alla maggioranza è sul fatto che ci sia solo questo progetto sui tavoli del Consiglio. Se ne dovrebbero portare avanti di più. Il Paese ha bisogno di investitori. Nella convenzione ci sono parti positive e negative. Quando i progetti sono pochi è più difficile portare a casa una convenzione vantaggiosa. Non siamo all’ultima spiaggia, ma San Marino non poteva farsi sfuggire questi imprenditori. E’ importante che il governo segua gli appalti ed esegua controlli a chi eseguirà l’operazione, vanno incentivate le imprese sammarinesi, che sono in crisi e hanno gli operai in mobilità. Così lo Stato avrà un ritorno di entrate. Almeno 200 dipendenti lavoreranno nel centro. Una parte saranno persone di loro fiducia. San Marino deve formare persone per far sì che l’occupazione sia in gran parte sammarinese. Sul Piano regolatore penso che la variante fosse opportuna, per non far scappare gli imprenditori. Ma è ormai il momento di studiare un nuovo Prg. Sembra che sia un tabù parlarne in Consiglio, come la casa da gioco. Non si parlerebbe di costruire di più, ma di fare ordine. La compensazione si fa in questo caso alzando il valore di un terreno di un privato e si abbassa il valore di un terreno dello Stato. Ciò andava valutato meglio.

Grazia Zafferani (Rete): Lo Stato non può più permettersi di continuare a fare questi “giochetti”. Mi piacerebbe sapere chi è il mazziere di questa operazione. Io lo potrei anche immaginare ma molti in quest’Aula non ne hanno la più pallida idea. 105 milioni di investimento per un centro commerciale. I promotori ne investono 40 milioni e i restanti noi cittadini tramite credito agevolato su cui noi paghiamo 80% interessi. Benefici fiscali che creeranno iniquità immorali. Come Stato non possiamo prenderci il rischio di impresa. Per la prima volta un imprenditore ha il rischio di impresa ai minimi storici perché l’abbiamo tutto noi. E si viene a criticare a noi dell’opposizione? Assurdo. Peggio il Governo non poteva fare.

Luca Lazzari (Indipendente): A San Marino manca il lavoro? Secondo me no. La verità è che a San Marino serve un altro tipo di lavoro rispetto a quello proposto con questo progetto. Serve a San Marino il lavoro che investe in ricerca e innovazione. Il lavoro d’eccellenza. Questo renderebbe San Marino artefice del proprio destino. Ma il segretario Mularoni non vuole sapere nulla di questo genere di lavoro. Ho una domanda da porre. Chiedo se corrisponde a realtà il fatto che i Segretari Belluzzi e Arzilli si sono interessati alla vendita dell’immobile di Ponte Melini a cui si era interessato anche il gruppo Borletti. Chiedo inoltre se è vero che l’acquirente sarebbe un importante imprenditore italiano operante nel settore della moda e che a breve andrà a aprire un outlet in quell’immobile. Se è vero mi chiedo se Borletti lo sa? E se questo elemento di novità può costituire una pregiudiziale per rivedere la convenzione del progetto imprenditoriale?

Augusto Michelotti (Su): Le scelte cosa sono? Le scelte sono di due tipi. I progetti che uno pensa e poi realizza assumendone le responsabilità. E le scelte più pericolose che si subiscono. Mi pare che questa sia una scelta che stiamo subendo. Questa è una struttura grossa che sposterà grossi capitali. Che vantaggi ne avremo noi? Sono rimasto infastidito dalla questione dei 200 posti di lavoro. Qualcuno ha detto che abbiamo perso il treno delle Befane. Forse però non abbiamo perso niente. Spero che non si vada più avanti con certi livelli di approssimazione.

Marco Podeschi (Upr): San Marino ha una sua visione di sviluppo o copia quelle degli altri, in modo sbagliato? Chi porta avanti questo progetto ha un nome piuttosto importante. E’ come se venisse il figlio della famiglia Agnelli a San Marino ad aprire una fabbrica di automobili. La maggioranza ha addirittura esagerato nelle spiegazioni, creando un caso politico. L’investimento è serio e legittimo. La maggioranza con i numeri che ha non ha bisogno di incrociare i favori dell’opposizione. In precedenza l’Upr ha sempre votato contro questo progetto perché mancava la convenzione. Entro il 2019 si prevedono 105 milioni di investimento, è un quinto del bilancio della repubblica di San Marino. Se fossimo stati in una fase di espansine economica come gli anni ’90, avremmo scelto cosa ci piaceva e cosa no. Ora non ce lo possiamo permettere. Non mi piace pensare che una zona verde agricola sarà piena di cemento, ma capisco che chi investe una cifra del genere lo vuole fare dove può esprimere le massime possibilità economiche. La maggioranza non ha mai fatto una proiezione sul Pil. Quanto porta questo investimento in termini percentuali? L’Upr lo aveva chiesto, la maggioranza non l’ha mai fatto. Ciò che preoccupa l’Upr è cosa succede al settore commerciale nei prossimi tre anni. La Smac non funziona. Un bisonte del genere, visto che si prevedono 7 – 8 milioni di monofase, quanta carta sparerà per terra? Il senso estetico delle rotonde qual è? Ce ne abbiamo una con Nuvolari e la ghiaia, l’altra con una cabina della funivia e una luce. E siamo un sito Unesco.

Roberto Ciavatta (Rete): Nel dibattito, da un progetto economico siamo passati a una contrapposizione politica. Da due giorni, salvo qualche intervento, si assiste a un assunto: chi non sostiene la convenzione è nemico del Paese, un criminale che si deve vergognare, che non vuole il rilancio dell’economia e dell’occupazione. E’ una voce, aggiungo io, fuori dal coro e da abbattere. Fare una serata pubblica in cui leggere la convenzione diventa un reato. Un modo di truffare la gente con delle balle. Voi stesso fuori dai microfoni ci riconoscete la serietà con cui motiviamo i nostri ‘no’ e i nostri ‘si’. Mi fa paura l’attacco alle minoranze che non si allineano. Mi fanno paura i ‘sì’ a prescindere. Siamo stati possibilisti sull’intervento proponendo altre soluzioni per il consumo di suolo. Nella convenzione ci sono aggiramenti e deroghe a decine. Ogni norma viene piegata alle esigenze degli investitori. L’economia esistente i suoi 50 milioni di monofase li porta ancora, anche se scalcinata. Perché l’imposta d’affitto è allo 0,5% anziché l’1%? Perché ci sono esenzioni su tasse di rilascio della licenza? Perché 200 parcheggi vicino al benzinaio di un noto politico? Chi gestirà gli appalti? I nomi già circolano. Sono anomalie rispetto alle leggi vigenti, che dovrebbero essere uguali per tutti. Vi ben guardate dal ridimensionare i palazzinari. Qui vengono ridotti i margini di azione della popolazione. Noi sosteniamo che di fronte alle incertezze il rilancio si può promuovere con politiche espansive interne e investimenti esteri che rispondono alle nostre necessità e all’idea di Paese che abbiamo. Ma serve un’idea di Paese. Il progetto è sacrificare l’esistente in nome del nuovo? Noi sosteniamo l’esistente.

Mimma Zavoli (Civico 10): La nostra comunità sta affrontando un pericolo. La democrazia sospesa, la dittatura dei numeri. Si è convocato il Consiglio in agosto, quando metà del Paese non è presente, su richiesta degli investitori. Il governo, irresponsabile, accorda defiscalizzazioni a non sammarinesi in barba alle norme. Sulla base di ipotesi e impegni poco vincolanti e non chiari. Voi siete il gruppo di Segretari che ‘per il bene del Paese’ riceve gli investitori. Avete fatto mille decreti e ora andate in deroga a gran parte di essi. Per alcuni le leggi vanno rispettate, per altri possono cambiare. Si chiama con la parola ‘responsabilità’ quella che in realtà è una ‘prova di fedeltà’ verso la maggioranza. Ci sono persone che sanno fare il loro mestiere e che probabilmente si sono premurate di assecondare le richieste del gruppo. I cittadini si vedono calare sulla testa questo enorme uso del territorio. In rapporto, per l’Italia sarebbe come cedere un quarto del territorio del Molise. Se il comune di Rimini esiterà per il rilascio del nulla osta per la strada necessaria, cosa succederà? Sarà impossibile terminare quanto previsto nella convenzione con la cifra prevista. Serviranno fondi, e saranno pubblici. Ci avete pensato? Si parla di pubblicità sulla A14, in territorio italiano. Avete incontrato i responsabili delle autostrade per dare visibilità al centro? Se non lo avete fatto siete degli sprovveduti. Chi ha le competenze e le spalle così larghe per la costruzione di un tale complesso? Quali imprese hanno le caratteristiche tecnologiche giuste? Poche. E sempre le stesse. Se ci sono caratteristiche qui non presenti, ci si rivolgerà fuori. Sull’occupazione la prima stonatura riguarda i 200 posti che sicuramente non ci saranno. L’età media dei disoccupati è 50 anni. Sarà difficile inserire queste persone nei negozi.

Francesca Michelotti (Su): Non posso credere che il nostro governo abbia ceduto alle proposte di Borletti. Perché non è possibile esista qualche imprenditore così folle da pensare che uno Stato possa accollarsi tutto il rischio di impresa. Secondo me è stato proprio il Governo ad offrire su un piatto d’argento le deroghe, gli incentivi, il credito agevolato che per i primi due anni costerà allo Stato circa 4 milioni di euro. Questi 4 milioni sono il vero rischio che corre lo Stato di perdere del denaro qualora il progetto dovesse naufragare. Condizioni scandalosamente a favore della parte privata. Non è che stiamo sfiorando il rischio di damping? Mancano gli elementi di garanzia. La convenzione dimostra come in questo paese non si riesca più a tutelare l’interesse della collettività. Altrimenti si sarebbero dovuti presentare 3 elementi: maggiori garanzie del moltiplicatore economico dell’investimento e della sua ricaduta sul tessuto socio-economico, maggiori entrate fiscali che invece per 10 anni vengono sostanzialmente assorbite dalle uscite, garanzie sulle ricadute occupazionali. A questa operazione manca il contributo dei commercianti.

Mario Lazzaro Venturini (Ap): Quando va bene agli investitori esteri diamo dei delinquenti oppure dei mafiosi. Mi pare che gli ultimi tempi testimonino questo curioso atteggiamento. I cinesi non li vogliamo prima ancora di accertare la serietà di alcuni gruppi che si sono presentati. Non abbiamo neppure voluto un investitore straniero interessato all’acquisto della Centrale del Latte. I contenuti della convenzione. Quando si mettono sul tavolo delle ragioni inconsistenti significa che gli argomenti di vera opposizione non si trovano. Per esempio ci si è soffermati sul fatto che nella convenzione il Polo del Lusso è definito come centro commerciale. Come a volere dire che non sia una struttura con marchi d’eccellenza. Non ha senso mettere in discussione l’operazione per questa cosa. E’stato detto poi che il settore è in crisi. Mi chiedo: cosa non è in crisi oggi? E’ l’economia che è in crisi. E’ stato detto che 200 posti di lavoro sono pochi rispetto ai milioni investiti. E allora? Cosa facciamo? Non facciamo niente perché sono pochi? Un riferimento alla manifestazione del Pianello di martedì che è stato un autentico flop. Ho sentito la parola “ladri” durante la manifestazione rivolta ad alcuni consiglieri che stavano entrando. Ammesso che ciò sia vero ma io ne dubito voglio sottolineare che siamo nel paese in cui lo stambecco dà del cornuto al bue.

Paride Andreoli (Ps): Il Ps gradirebbe che non si andasse a intervenire su situazioni ad hoc ma che si andasse a intervenire in maniera strutturale sul Prg. Pertanto tralasciando l’aspetto della realizzazione della struttura ci siamo concentrati sugli aspetti della convenzione. Celli ha ribadito la forte attenzione su alcuni aspetti. Non voglio adentrarmi nel merito dei benefici fiscali che comunque sono quelli previsti per legge dalla legge del 2013. Abbiamo rifiutato volutamente un approccio contrario a priori verso questo progetto. L’approfondimento portato avanti ci ha permesso di auspicare sia che tutti i fornitori siano aziende sammarinese sia che questo progetto consenta un incremento dei livelli occupazionali. Anche se comprendiamo che molte attività vogliano affidarsi in parte a persone di fiducia straniere. Al polo del lusso il Governo dovrà poi affiancare altri interventi. Il Ps intende mantenere un atteggiamento costruttivo e al di là di quello che dice il consigliere Pedini, che ha detto che votiamo sempre si al Governo, non posso che ribadire il nostro voto di astensione. Manteniamo un atteggiamento di confronto e dialogo con maggioranza: non siamo contro al progetto.

Gerardo Giovagnoli (Psd): In diversi interventi è parso che si parlasse di elementi tragici per la Repubblica, di fatti nefasti, come di perdita di posti di lavoro o catastrofi per le casse dello Stato. A me pare l’opposto. Si sta parlando di un investitore serio e riconosciuto che ha puntato sulla Repubblica. E’ ciò di cui abbiamo bisogno. Ce ne fossero di questi ragionamenti, di questi commi all’ordine del giorno. Questo mi pare, ed è stato riconosciuto anche nell’opposizione, essere un investimento serio che darà respiro all’economia e farà diminuire in maniera percepibile la disoccupazione. Un gruppo come Borletti non valuta in maniera approssimativa un business. Se punta sulla nostra repubblica è perché pensa di trarci un utile che sarà condiviso con San Marino dal punto di vista degli introiti dello Stato, dei lavoratori e dell’immagine di un progetto che ha successo. I promotori fanno una previsione di 2 milioni di possibili visitatori all’anno. Diciamo che sono ottimisti, che in realtà sarà un milione e mezzo. Diciamo che la metà, 750mila persone in più, vengono a San Marino. Io ne sarei molto felice. Sarebbe il 35 – 40% del turismo complessivo che c’è in Repubblica. Si aprono nuovi spiragli, molte iniziative imprenditoriali si possono agganciare a questo progetto. Non abbiamo paura di andare tra la gente e spiegare tutto questo. Non abbiamo scelto la strada del segreto. La convenzione è pubblica. Il livello democratico è rispettato. Non c’è nulla di anomalo. Tutto è tarato in base a cosa ci si attende. Voteremo positivamente e invitiamo la cittadinanza a partecipare ai momenti in cui sarà spiegata la bontà di questo progetto, del quale siamo convinti.

Luca Beccari (Pdcs Ns): Non mi interessa scendere al livello della polemica. Voglio portare elementi di certezza su questo progetto. Attualmente qualsiasi imprenditore beneficia di una serie di agevolazioni votate da quest’Aula. Il pacchetto incentivi è stato forse il momento di maggior convergenza fra maggioranza e opposizione. Qualsiasi impresa nuova aperta beneficia di agevolazioni. Se l’azienda investe in risorse umane e altro accumula gli stessi benefici dati a questi investitori. Lo scandalo, si dice, sono le numerose deroghe. Ma le uniche sono sulle tempistiche in ragione della particolarità dell’investimento. Non parliamo solo di un investimento di 105 milioni. E’ la cifra di partenza, cui si aggiungeranno le attrezzature dei vari marchi, si stimano circa 60 attività commerciali ospitate. Complessivamente 100, 120, 130 milioni di euro. E’ il 10% del nostro Pil. Trovatemi un Paese al mondo che di fronte a ciò non trova l’interesse delle istituzioni. Lo scandalo è se modifichiamo l’ordine temporale dei benefici? Per lo Stato ci deve essere sempre a fine anno un segno ‘più’. Cosa pensiamo di perdere? L’unico rischio, si dice, è quello d’impresa. Ma dov’è? E’ tutto in capo ai promotori. Questo investimento non ha solo il fine occupazionale puro. Incide in termini positivi per un’ampia gamma di attività economiche. Pensiamo agli artigiani ed agli edili che potranno partecipare e generare indotto. Il Paese è diventato di nuovo appetibile, in black-list era difficile anche solo comprare la merce. Dopo due giorni di bugie ascoltate in Aula è difficile mantenere un senso di calma. Mi scappa da ridere. L’intervento di Ciavatta, il discorso Calimero dell’opposizione rappresentata da Rete. Grazia Zafferani ci ha accusato di bullismo. Io il bullismo l’ho visto lunedì pomeriggio, quando abbiamo ascoltato chiacchiere per arrivare a celebrare una serata pubblica. E parliamo di democrazia che viene meno perché siamo in agosto? La democrazia ha una stagione? Spero che gli investitori non abbiamo ascoltato il dibattito.

La seduta si interrompe dopo l’intervento del consigliere Beccari.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento