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San Marino, la grande forza del comparto manifatturiero

da Redazione

E’ il settore privato che ha dato anche nel 2014 il maggior numero di posti di lavoro sul Titano: oltre 5 mila e 100.

 

“In un momento di grande difficoltà per tutta l’economia del Paese – un tempo basata sulla finanza e sul commercio, oggi entrambi in sofferenza – emerge la forza del comparto industriale manifatturiero, che rappresenta la parte più consistente dei soci dell’Associazione Nazionale Industria San Marino”. Le parole che l’amministratore unico del Gruppo Sit, Simona Michelotti, ha rilasciato a San Marino Fixing non più tardi di una settimana fa (San Marino Fixing numero 29 del 24 luglio), trovano piena conferma nella “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014”: il settore delle “Industrie Manifatturiere” si conferma fondamentale per l’economia della Repubblica di San Marino in termini di concentrazione di imprese: a dicembre 2014 ha registrato 5.164 posti di lavoro. Erano 5.196 nel 2013 e 5.150 nel 2012.

Il documento – di cui possiamo anticiparvi alcuni estratti salienti – fotografa con precisione lo stato di salute del Paese. Ci soffermeremo su cinque voci, cinque indicatori che spiegano l’andamento dell’economia del Titano.

 

LE ATTIVITÀ ECONOMICHE

Passando al setaccio i dati relativi allo stato generale dell’occupazione nella Repubblica di San Marino, va immediatamente posto in evidenza il fenomeno relativo al progressivo decremento delle attività economiche operanti in territorio negli ultimi anni. Al 31 dicembre 2014 sono attive 5.081 imprese, (Fonte Bollettino di Statistica), con un saldo negativo di 103 imprese in meno rispetto al 2013, anno che aveva già fatto registrare una diminuzione rispetto l’anno precedente (123 unità) confermando, comunque, un trend negativo dovuto alla crisi internazionale e soprattutto a quella sammarinese, ma allo stesso tempo si tratta di una diminuzione di minore entità rispetto agli anni precedenti.

Il documento sottolinea che la diminuzione maggiore, rispetto l’anno precedente, riguarda in particolare i settori del “Commercio” (-62), “Attività Immobiliari, Informatica e Servizi alle Imprese” (-48), a seguire il settore “Costruzioni e Impianti” (-17). Rispetto a dicembre dell’anno precedente le imprese hanno registrato complessivamente una diminuzione percentuale del 1,99%. Registrano invece un incremento rispetto al precedente anno il settore “Altri servizi” (+37) e Sanità e Assistenza Sociale (+2) determinando un incremento percentuale rispettivamente del 5,35% e del 1,53%. Nel 2014 il ramo di attività economica che conta più imprese rispetto al totale è quello relativo alle “Attività Immobiliari, Informatica e Servizi alle Imprese” con circa il 33%, seguito dal settore “Commercio” con quasi il 27% e dal settore “Altri Servizi” con il 14% circa. Complessivamente il tessuto economico sammarinese è costituito da piccole medie imprese con un numero contenuto di dipendenti.

Analizzando i risultati, il numero delle imprese con più di 9 dipendenti a dicembre 2014 è pari a 267, in calo di 5 unità rispetto al precedente anno. Il numero delle imprese con 0 dipendenti è pari a 2.860 su un totale di 5.081; le imprese con 0 dipendenti hanno segnato una diminuzione numerica pari a 37 unità rispetto al precedente anno e di 625 unità rispetto al 2010. Questi dati evidenziano che gli interventi messi in campo per vigilare e contrastare l’attività irregolare unito alla chiusura di alcune aziende, hanno comportato una riduzione del numero di attività senza dipendenti. Le attività con zero dipendenti sono concentrate nel settore delle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” unitamente a quello “altri servizi” che registrano rispettivamente 1.158 e 568 attività. Il settore “commercio” invece conta 575 attività con nessun dipendente. Rispetto all’anno precedente sono diminuite di 45 unità, mentre rispetto al 2010 sono diminuite di 200 unità. Analizzando più dettagliatamente i settori sopra citati emerge che le aziende con zero dipendenti che operano nel settore delle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” hanno principalmente forma giuridica di società (614) e di libero professionista (424), mentre le aziende con zero dipendenti che operano nel settore del “commercio” hanno prevalentemente forma giuridica di società (279) e di impresa individuale artigianale (205).

Nel settore “Altri servizi” sono presenti 430 imprese con zero dipendenti nella forma giuridica di “Enti Vari”.

 

LA FORZA LAVORO

Prendendo in esame l’ultimo lustro – suddiviso per ramo di attività economica – emerge che i lavoratori dipendenti del settore “Costruzioni e impianti” sono diminuiti del 8,17% rispetto all’anno precedente mentre quelli del settore “Istruzione” e del settore “Altri Servizi” hanno registrato rispettivamente un decremento del 5,88% e del 3,84%.

I rami economici che hanno registrato un incremento percentuale rispetto all’anno precedente sono quelli dei “Trasporti e Comunicazione” con il 10,65% e dell’agricoltura con il 10,26%. Osservando il dato riferito al settore pubblico allargato emerge che il numero dei lavoratori dipendenti (3.638) ha subito un decremento del 5,73% rispetto al precedente anno confermando il trend negativo nel quinquennio.

Il settore dell’accoglienza turistica, in particolare “Alberghi e Ristoranti”, si mantiene pressoché stabile (0,41%) rispetto al 2013. Il settore “commercio” registra un decremento dei lavoratori dipendenti rispetto al 2013 (-2,66%).

Come detto, il settore delle “Industrie Manifatturiere” fa la parte del leone in quanto dà lavoro a oltre 5.100 dipendenti.

La “Relazione sullo stato generale dell’occupazione 2014” si spinge anche un po’ più in là, superando la boa del 31/12/2014: a marzo 2015 i lavoratori dipendenti privati hanno raggiunto le 18.395 unità, mentre a marzo 2014 erano 18.442. I rami economici che contano un numero di dipendenti significativo sono quelli appartenenti al settore “Industrie Manifatturiere” che a marzo 2015 contano 5.287 unità (erano 5.243 a marzo 2014) seguito dal settore “Commercio” con 3.034 unità (erano 3.016 a marzo 2014) e il settore “Attività Immobiliari, informatica e servizi alle imprese” che contano 2.117 unità (erano 2.082 a marzo 2014).

Tornando al raffronto tra 2014 e 2013, il documento rimarca che il decremento netto dei posti di lavoro nel 2014, rispetto al 2013, è stato del 2,14%.

 

I LAVORATORI FRONTALIERI

Nell’arco del quinquennio di riferimento i lavoratori frontalieri sono tendenzialmente in calo, occupando 5.172 posti di lavoro, in diminuzione rispetto al precedente anno del 2,40%.

Il numero medio di lavoratori dipendenti del settore privato, nell’anno 2014 è di 14.592 unità, nel 2013 erano 14.722 unità, nel 2012 di 14.911 unità, nel 2011 di 15.343 e nel 2010 di 15.764.

Nel privato i dipendenti sono collocati principalmente nel settore delle industrie manifatturiere (5.239) dove sono prevalentemente maschi, nel Commercio (3.125) dove la componente maschile e femminile praticamente si equivale, mentre nel settore dei servizi complessivamente considerato – “settore Attività immobiliari informatica e servizi alle imprese” (2.087) e “Altri servizi” (1.110) .

L’analisi del dato medio annuale 2014 dei lavoratori dipendenti privati per qualifica professionale evidenzia che – nonostante la contrazione generale dell’ultimo quinquennio (2010/2014) – le qualifiche che “hanno registrato una tenuta sono quella di operai generici, commessi e impiegati operativi, al contrario si registra una diminuzione più accentuata per le qualifiche di operai specializzati e tecnici, impiegati specializzati e tecnici e operai caporeparto”.

I lavoratori frontalieri al 31 dicembre 2014 sono complessivamente 5.172 e nel corso dell’ultimo quinquennio, hanno registrato un sensibile decremento rispetto al precedente anno di 127 unità. E’ da evidenziare che il trend negativo ha registrato il calo maggiore nel corso dell’anno 2011 con 434 unità in meno rispetto al 2010 mantenendosi comunque negativo fino al 2014.

Il numero di frontalieri si attesta al 36% circa rispetto al totale dei lavoratori dipendenti privati e sono prevalentemente maschi. Le qualifiche dove sono maggiormente occupati rispetto al totale dei lavoratori dipendenti privati sono quelle di operaio specializzato e tecnico (48,18%) e operaio qualificato (44,96%). Seguono le qualifiche di operai caporeparto (40%) responsabile ed esperto di settore (39,37%), dirigente e assimilati (34,66%). La qualifica dove si registra un minor ricorso ai frontalieri è quella dell’impiegato operativo (21,97%).

 

LA DISOCCUPAZIONE

Altro indice che ha catturato lo nostra attenzione è quello che riguarda chi non lavora. Il tasso di disoccupazione totale medio è pari al 8,74% mentre il tasso di disoccupazione in senso stretto medio – l’unico ad avere rilevanza nel campo dell’analisi economica e dei fenomeni sociali in quanto utilizza i criteri a livello internazionale – è pari al 7,15%.

Le imprese che nel 2014 hanno proceduto ad una riduzione del personale mediante la stipula di accordi di mobilità sono state in totale 315, coinvolgendo complessivamente 730 lavoratori, di cui 626 collocati in mobilità e 104 in cassa integrazione; rispetto al 2013 si è registrato un incremento totale di 91 lavoratori coinvolti.

 

LE OFFERTE DI LAVORO

Concludiamo con una voce che sa dare il senso della misura dello stato di salute del Paese: le offerte di lavoro pervenute all’Ufficio del Lavoro e “distinte per ramo di attività economica nell’arco temporale di riferimento”.

Presi a campione gli ultimi 5 anni, si evidenzia un’andatura rallystica: a uno schiacciamento sino al 2012, fa da contraltare una graduale risalita. Le offerte di lavoro infatti sono state 1.994 nel 2010, 1.553 nel 2011, 1.211 nel 2012 e 1.362 nel 2013. A dicembre 2014 le offerte di lavoro erano complessivamente 1.506 registrando un incremento del 10,6% rispetto al precedente anno. “Questo dato – motiva la relazione – potrebbe far pensare ad una lieve ripresa del mercato, nella realtà si tratta di un fenomeno organizzativo imprenditoriale in aumento che porta l’azienda all’impiego di lavoratori per periodi lavorativi più brevi e talvolta rinnovati più volte nel corso dell’anno per la stessa figura professionale”.

Le offerte in valore assoluto più elevate nel 2014 appartengono al ramo commercio (500) seguito dalle Industrie manifatturiere (348) e dalle “attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese” (261). Si evidenzia che il settore delle Industrie manifatturiere, che numericamente occupa il maggior numero di dipendenti nel settore privato (35,90%) e negli anni ha sempre rappresentato il ramo di attività economica più ricettivo in termini di offerta di lavoro, dopo aver subito una flessione, passando da 450 richieste nel 2010, a 301 nel 2011, a 268 nel 2012 e a 310 nel 2013. Nel 2014 l’andamento mostra un incremento del 12,3% rispetto lo scorso anno registrando 348 offerte di lavoro.

Il “settore costruzioni e impianti” – uno dei volani storici dell’economia locale e asset su cui ANIS crede molto – sembra vedere la luce alla fine del tunnel: nel 2010 ha presentato 147 offerte, scese a 68 del 2011, risalite a 84 nel 2012 e 95 nel 2013. Nel 2014 le offerte di lavoro sono state 100. Questo settore che negli ultimi anni ha risentito della crisi – come altre realtà vicine al Titano – sembra aver terminato la fase di contrazione ed essere entrato in una fase di assestamento.

 

Red. ec.

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