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San Marino, le immagini di “Sarajevo Capitale d’Europa 20 anni dopo”

da Redazione

Vittorio Giardi e Gabriele Mazza in mostra con le fotografie fatte nella capitale della Bosnia, che vive tra passato e futuro.

 

di Alessandro Carli

 

Le immagini di “Sarajevo Capitale d’Europa 20 anni dopo”, in mostra all’interno della Sala Fondazione San Marino (via Belluzzi, 1, San Marino) sono l’attimo fermato. Tutto il “prima”, il “durante” e il “dopo” lo fa emergere – come fosse una pellicola che è entrata nella camera oscura – Vittorio Giardi, uno dei due fotografi (il secondo è Gabriele Mazza) protagonisti dell’iniziativa. “Tra febbraio e marzo 2014 io e Gabriele siamo stati in Bosnia per presentare ‘San Marino the stone and the move’ all’interno del Sarajevo Winter Festival. Durante i dieci giorni dell’evento abbiamo svolto un lavoro di ricerca e documentazione impegnativo ma gratificante, esplorando con scrupolo la città per fotografarla”. Questi scatti, al tempo stesso opera e documento, colti in molteplici spazi e momenti, oggi diventano materici. “Io ho cercato di dare un taglio più da cronaca, Gabriele invece si è soffermato sulla città. Io giravo con una sola macchina fotografica, spesso nascosta in modo da non farmi vedere, lui invece con un cavalletto e molto obiettivi. Abbiamo incontrato le neve e il sole, camminando 10-12 km al giorno”. Il risultato è visibile, integralmente, negli scatti che tutti possono ammirare sino al 23 agosto.

Giardi ci apre la porta del backstage. “Nessuno ci ha mai guardato male, anzi: le persone volevano farsi fotografare per far vedere al mondo come sono. Alle sei di mattina le persone si mettono in fila per ricevere il pane, e ti sorridono, augurandoti una buona giornata. Gli abitanti vivono il presente e hanno voglia di futuro”. Gli aspetti più negativi invece, spiega il fotografo sammarinese, “hanno riguardato l’architettura: il 90% dei nuovi edifici sono di proprietà di banche. Quelli vecchi – in particolar modo uno costruito durante l’epoca di Tito – invece hanno ancora i segni delle pallottole nei muri, ma magari hanno gli infissi appena acquistati”. Città di contrasti quindi, soprattutto sociali. “Nelle strade di Sarajevo si vedono passare automobili da 100 mila euro e mezzi che qui da noi non si vedono più da anni”.

1994-2014: 20 anni dopo la guerra, quali sono le cicatrici ancora visibili? “Quel conflitto provocò la morte di oltre 20 mila persone. I parchi pubblici, ancora oggi, ricoprono le salme degli scontri: sono stati riconvertiti in enormi cimiteri che, ed è questo il messaggio più bello di fratellanza – vedono vicini ortodossi, cristiani e musulmani”.

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