Aumentano le assunzioni nel settore manifatturiero, nell’edilizia e nel commercio in provincia di Rimini, a fronte di un calo nel settore ricettivo-ristorativo, e crescono complessivamente i nuovi rapporti a tempo indeterminato mentre si riduce il lavoro intermittente. E’ in estrema sintesi il confronto fra primo semestre 2015 e lo stesso periodo dell’anno precedente che emerge dal Bollettino del Lavoro stilato dal Centro per l’impiego di Rimini. I lavoratori assunti passano da 42.273 a 42.841 (+ 568 unità), facendo registrare un aumento dell’1,3%4.
“Crescono tutti i comparti economici, ad eccezione di quello ricettivo-ristorativo – commenta il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti -. L’incremento maggiore in termini relativi è quello del settore edile dove gli avviamenti salgono da 1.151 a 1.411 (+ 22,6%). Variazioni molto positive anche per il commercio (9,7%), la manifattura e gli “Altri servizi”, dove le assunzioni crescono di circa 700 unità rispetto alle 17 mila del 2014 (+ 4,2%). In crescita del 6,6% i nuovi contratti comunicati dalle aziende manifatturiere, dalle 2.169 unità del primo semestre 2014 alle 2.312 del 2015; così come quelli nel commercio che passano 3.913 a 4.294 (+9,7%). Dati che denotano la vivacità del nostro tessuto economico. Le assunzioni operate da alberghi, ristoranti e pubblici esercizi in provincia di Rimini sono invece calate del 6%, cifra collegabile con il decremento delle presenze turistiche in Riviera durante i primi 6 mesi dell’anno e con l’andamento del turismo russo”.
Dal punto di vista delle forme contrattuali, la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato sul territorio provinciale si conferma anche alla fine del primo semestre. “Il loro peso più che raddoppia (in pratica +110%) passando dal 4,3% del 2014 al 9,1% del 2015, più del doppio dell’incremento del peso a livello nazionale che si assesta al 41%. Da notare anche un calo degli inattivi, segno che programmi come Garanzia Giovani hanno dato maggiori opportunità e spinto i ragazzi a rimettersi in gioco. Il lavoro dipendente a tempo determinato, quello maggiormente legato alla stagionalità, è in calo di circa due punti rispetto al 2014”.
“Si tratta di un quadro ancora abbastanza articolato – conclude Arlotti – e sarà interessante vedere gli effetti dell’export, che sta avendo ottime performance, sul mercato del lavoro, soprattutto in settori importanti per il nostro territorio come ad esempio quello delle macchine per il legno. Un segno che le imprese stanno investendo”.