Home FixingFixing Appalti, la rivoluzione è partita da forniture di beni e servizi

Appalti, la rivoluzione è partita da forniture di beni e servizi

da Redazione

Alla Centrale Unica per ora solo alcune categorie, ma le norme valgono già per tutta la Pa. Concluso l’iter. Il nuovo Regolamento: le imprese tenute a registrarsi, costo 200 euro.

 

di Daniele Bartolucci

 

La rivoluzione è iniziata e potrebbe concludersi entro un anno. L’avvio della Centrale Unica per gli Acquisti per le forniture e servizi è il primo passo verso la più completa riforma di tutti gli appalti pubblici, ovvero anche per le opere, le concessioni e le consulenze.

 

CRONISTORIA: COMPLETATA LA LEGGE DI TREDICI ANNI FA

Tecnicamente la “UO Acquisti, Servizi Generali e Logistica” è il risultato di oltre due anni di lavoro, partiti con la Delibera del Congresso di Stato n.23 del 7 febbraio 2013 con la quale si individuava nel Gruppo di Progetto 8 i responsabili della “proposta di Regolamento applicativo della Legge 27 marzo 2002 n.49”, ovvero di 13 anni fa, con l’obiettivo dichiarato di “completare il quadro normativo da anni incompiuto superando l’improprio e difficoltoso utilizzo in via analogica del Regolamento n. 10/2000 anche nel settore delle forniture di beni e servizi”. Tale obiettivo è stato quindi inserito anche in finanziaria nello stesso anno (art. 57 Legge 20 dicembre 2013 n. 174) e si è concretizzato nei decreti del 2014 (in particolare il 226 del 30 dicembre, in quanto il primo è stato fatto decadere) proposti dal Segretario agli Interni Gian Carlo Venturini, poi aggiornato nel n. 26 del 2 marzo 2015, che è diventato il testo di riferimento per tutti gli appalti di fornitura e somministrazione per la Pa allargata, quindi anche per tutti gli enti pubblici e le aziende autonome. L’iter si è poi concluso con la nomina del Dirigente dell’UO, temporaneamente (al massimo fino al 30 aprile 2016) affidata all’Ing. Marco Tassitano, in aggiunta all’incarico di Direttore della Funzione Pubblica e la successiva delibera del 30 giugno per l’avvio della Centrale Unica per gli Acquisti, ma soprattutto con la pubblicazione dell’atteso “Regolamento in materia di contratti di fornitura o somministrazione della Pubblica Amministrazione e degli Enti pubblici”, n.9 del 10 luglio 2015. Va sottolineato, infine, che all’interno dei Decreti delegati sono stati inseriti diversi vincoli temporali (il Registro entro il 25 giugno, l’avvio della Centrale unica entro il 30 giugno, il Regolamento entro il 25 luglio) che sono stati tutti rispettati, cosa più unica che rara nel panorama sammarinese, ma anche italiano.

 

FORNITORI ‘TRASPARENTI’ E PUBBLICITÀ PER LE GARE

“E’ un passaggio epocale, una piccola rivoluzione”, commenta il Segretario Gian Carlo Venturini, “che disciplina le norme sulla fornitura per la Pa e per gli Enti pubblici, quindi su appalti di fornitura di beni e servizi, escludendo dal suo ambito di applicazione il settore delle concessioni di servizi pubblici e degli incarichi professionali, i quali dovranno trovare anch’essi una compiuta e peculiare disciplina nel già avviato percorso di revisione dell’intera materia di appalti e contratti pubblici, in linea con le indicazioni fornite dagli organismi europei”. Nel frattempo c’è comunque un grosso passo avanti nella direzione richiesta anche dal Greco, ovvero per “l’assoluta trasparenza di tutti i procedimenti, che verranno pubblicati online sul portale dei Servizi Pa”, ha spiegato il Direttore del Dipartimento Manuel Canti. “Trasparenza e controllo, vorrei specificare, visto che tutte le imprese (comprese quelle estere, ndr) interessate ai bandi dovranno obbligatoriamente iscriversi al Registro tenuto dalla Camera di Commercio, registrazione che prevede requisiti specifici anche sulla regolarità contributiva, lavorativa e giudiziaria”. Per le imprese italiane, infatti, oltre al Durc occorrerà il certificato antimafia. Per tutti è prevista una quota di iscrizione fissata a 200 euro e 100 euro per il rinnovo. “A questa verifica ex ante seguirà poi quella precedente l’assegnazione dell’appalto al vincitore, che dovrà confermare di aver mantenuto tali requisiti. Infine, anche prima del saldo finale – dell’incasso, ndr – ci sarà un’ulteriore verifica, per evitare l’inaccettabile condizione che imprese non in regola lavorino poi per lo Stato”.

Trasparenza, controlli, possibilità di svolgere alcune aste direttamente sul web (allargando all’infinito il ‘mercato’), ma anche “nuovi criteri di valutazione”, ribadisce il Segretario Venturini: “Non ci si baserà più sul prezzo più basso, ma sull’effettiva convenienza economica per la Pubblica Amministrazione, trasformando gli appalti in una leva per perseguire finalità di pubblica utilità, come possono essere la tutela ambientale, l’inserimento lavorativo di iscritti nelle liste di collocamento o disabili, il numero di contratti a tempo indeterminato. Ma anche la qualità dei materiali, la tempestività dell’assistenza tecnica e la trasparenza degli assetti societari saranno determinanti per valutare tale convenienza”.

Un insieme di obiettivi importanti, quindi, anche se il principale resta quello della razionalizzazione delle forniture (prezzo unico per tutte le amministrazioni, gli enti pubblici e le aziende autonome) e della concorrenza tra fornitori per ottenere prezzi più bassi e maggiore ‘convenienza’ per lo Stato”.

 

A SETTEMBRE IL FABBISOGNO DELL’ANNO PROSSIMO

La Centrale Unica d’Acquisto diventa fondamentale per equilibrare e regolare tutte le forniture, i bandi e le gare, ma non è l’unica novità importante, perché uno dei difetti dell’acquistare è non sapere in anticipo cosa serve. Per questo l’art. 6 del Dd 26/2015 è previsto che ogni anno, entro il 30 settembre, vadano raccordati tutti gli uffici deputati oggi all’acquisto di beni e servizi, perché pianifichino il loro fabbisogno e ne richiedano l’acquisto alla Centrale, che dovrà redigere il programma annuale di approvvigionamento e i conseguenti bandi di gara. Nessun ufficio pubblico, ente o azienda autonoma potrà più quindi fare proprie gare né le tanto contestate ‘licitazioni’ (previste anche dal Decreto, ma solo per alcuni casi specifici): e questo riguarderà in particolar modo l’Iss che è forse la struttura più complessa dello Stato, ma anche l’Aass e tutto il resto. “Questa nuova prassi”, spiega Venturini, “permetterà sia il controllo periodico delle forniture necessarie, ma anche di ottimizzare costi e acquisti laddove si verifichino necessità di beni e servizi omogenei da parte di diversi uffici o enti. Inoltre, la pianificazione annuale, permetterà ai potenziali fornitori di conoscere le esigenze del pubblico, perché quello che andremo a pianificare qui sarà poi ciò che troveranno nei bandi”. Un lavoro già avviato con la delibera del Congresso di Stato del 30 giugno, che ha comunque limitato, in via transitoria, ad alcune categorie di beni e servizi, il primo programma di approvvigionamento. Si partirà dunque dai seguenti beni: abbigliamento, arredi e complementi, prodotti alimentari, prodotti ed attrezzature per ufficio, prodotti igienico sanitari per ufficio, prodotti per l’informatica, prodotti per la pulizia degli uffici, stampati vari. In aggiunta a questi, i seguenti servizi: manutenzione e assistenza di presidi antincendio, sistemi di sollevamento, sistemi antiintrusione, fotocopiatori e telefax; servizi per l’informatica, servizi di pulizia, servizi di stampa gestiti e servizi assicurativi. E’ bene ricordare che le aziende interessate a fornire tali forniture o servizi dovranno quindi registrarsi presso la Camera di Commercio di San Marino, sottostando al pagamento della quota e ai successivi controlli (i documenti necessari, comunque in via semplificata, sono elencati nell’art. 5 del Regolamento). “Partiamo da queste categorie di beni e servizi omogenei per quanto riguarda esclusivamente il piano annuale gestito dalla Centrale unica”, specifica Venturini, “mentre per le altre categorie continueranno ad operare le singole stazioni appaltanti della Pa e degli enti, ma ovviamente secondo le regole e le norme introdotte a marzo dal Decreto numero 26, alle quali devono sottostare tutti gli uffici pubblici”. “In quello stesso decreto abbiamo previsto un controllo generale entro un anno dall’entrata in vigore della nuova normativa”, annuncia infine il Segretario di Stato, “quello dovrebbe essere il momento non solo per ampliare l’operatività della Centrale alle altre categorie di beni e servizi, ma anche e soprattutto per completare il quadro con una più ampia riforma degli appalti, addivenendo ad un Testo Unico che oltre alle forniture e servizi che è già in vigore, contempli anche la nuova normativa per gli appalti di opere, delle concessioni e delle consulenze”. Solo allora la rivoluzione potrà dirsi completata e San Marino potrà dialogare con l’Europa da pari, avendo acquisito nuovi standard di trasparenza e concorrenza per quanto riguarda le imprese, ma anche di efficienza e risparmi per quanto riguarda la Pubblica amministrazione stessa.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento